Terapia Breve Strategica, anche per i bambini?
Preferiamo utilizzare la terapia indiretta, che non prevede la presenza del bimbo in studio ma il coinvolgimento dei genitori in qualità di 'terapeuti'.
La Terapia Breve Strategica del Prof. Nardone è un approccio psicoterapico innovativo, originale ed efficace che si differenzia da quelli tradizionali in quanto mira a risolvere problemi anche invalidanti in breve tempo. La modalità di intervento non prevede l’analisi e la ricerca delle cause del problema nel passato ma si lavora per attuare soluzioni presenti mirate ad un cambiamento duraturo.
Nel caso dei bambini che presentano difficoltà o disturbi questo viene attuato attraverso la “Terapia indiretta” e nella maggior parte dei casi l’intervento dura anche poche sedute (due o tre).
La terapia indiretta
L’intervento indiretto elegge i genitori come primi e principali artefici e protagonisti del cambiamento. Si lavora con loro senza portare il figlio in terapia e senza andare alla ricerca del “colpevole”. L’obiettivo è quello di renderli dei punti di riferimento affidabili in quanto autorevoli per il bambino. Lo specialista li guida a diventare i terapeuti dei propri figli, prescrive loro modalità e strategie costruite ad hoc che condurranno i figli al superamento del disagio e al riequilibrio dell’intero sistema familiare.
Applicazioni della terapia indiretta
Attraverso la terapia indiretta si possono affrontare con successo i più importanti problemi che si riscontrano durante l’età infantile e preadolescenziale: fobia scolare o generalizzata, fobie specifiche, disturbo da deficit dell’attenzione con iperattività (ADHD), disturbo oppositivo-provocatorio, disturbo ossessivo-compulsivo, mutismo selettivo, disturbo da evitamento, ansia da prestazione, disturbo da isolamento, paranoie o manie di persecuzione, difficoltà di rapporto con il cibo (intolleranze, rifiuto di mangiare, ecc.).
Terapia indiretta, solo per i bambini?
La terapia indiretta attraverso i familiari può essere anche efficacemente utilizzata in tutti i casi in cui chi manifesta il disagio è restio a chiedere un aiuto specialistico od è scarsamente collaborativo in seduta. Può essere utilizzata anche per condurre dal terapeuta il familiare ritenuto in difficoltà, evitando che si senta pressato o costretto.
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