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Cosa fare quando il bambino non mangia?

Cosa fare quando il bambino non mangia?

Se il bambino rifiuta il cibo non lo fa né per capriccio né per dispetto nei confronti di mamma e papà ed è molto importante non arrendersi al primo rifiuto.

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Quando il bambino rifiuta un piatto portato in tavola dai genitori spesso si incorre in incomprensioni tra i membri della famiglia, è importante ricordare che, se il bambino rifiuta il cibo, non lo fa né per capriccio né per dispetto nei confronti di mamma e papà.

È molto importante non arrendersi al primo rifiuto, accompagnare il bambino nella familiarizzazione con il cibo proponendo uno stesso alimento più volte, se possibile con preparazioni differenti, ma senza ingannare il bambino nascondendo l’alimento poco gradito all’interno di pietanze ben accette.

Se il bambino non è abituato a vedere consumati in famiglia certi alimenti sarà anche più difficile farli diventare una quotidianità. Avere in tavola sempre diverse verdure o lasciare sul tavolo una terrina di frutta sono sicuramente strategie che aiutano il bambino. Inoltre, vedere mamma e papà che consumano alimenti di tutti i tipi agevola le scelte alimentari del bambino.

1 Perché i bambini rifiutano il cibo?

I motivi per cui un bambino può rifiutare il cibo al momento del pasto sono numerosi:

  • i bambini hanno una spiccata capacità di autoregolazione e per questa ragione capita che rifiutino il cibo perché semplicemente non hanno fame
  • il bambino, specialmente nella prima infanzia, può rifiutare il cibo se è molto stanco o nervoso
  • intorno all’anno d’età il bambino è più interessato ad altro (adesempio il giocoo, la scoperta di nuove attività) che lo distraggono dal cibo
  • può essere presente una neofobia alimentare, cioè la paura dei cibi nuovi, una fase fisiologica della vita del bambino che si presenta in genere tra i 18 mesi e i 5 anni di età

2 Ci sono strategie utili?

Una strategia semplice, ma a cui spesso non si presta attenzione per motivi logistici e temporali, è indubbiamente quella di coinvolgere il bambino nella preparazione dei pasti. A partire dalla spesa, la scelta degli alimenti da preparare e altri compiti semplici da fare in cucina insieme alla mamma e al papà permetteranno un’ulteriore familiarizzazione con i diversi cibi, che proprio perché preparati sotto gli occhi del piccolo, risulteranno più facilmente accettati e apprezzati.

In alcune circostanze è possibile presentare al bambino due o tre opzioni, tutte egualmente salutari e genuine e sempre prima di iniziare a cucinare, così facendo si rende il bambino consapevole della scelta.

3 Ci sono atteggiamenti da evitare nei confronti del rifiuto?

Innanzitutto, il genitore non deve offrire dei premi in cambio del consumo da parte de bambino della pietanza rifiutata, ad esempio è importante non dire al bambino: “Se mangi tutta la pastasciutta dopo ti do una caramella”. In questo caso verrà incrementato il rifiuto del bambino nei confronti dell’alimento stesso.

È inoltre fondamentale non agitarsi e mantenere la calma: non bisogna alzare la voce o sgridare il bambino, ma aiutarlo a comprendere perché quell’alimento va mangiato e fargli vedere che anche mamma e papà lo consumano abitualmente e volentieri.

Bisogna evitare di fornire costantemente alternative al cibo già preparato. Se ad esempio è stata preparata una pasta con il pomodoro è bene non avere subito pronta l’alternativa in bianco o del prosciutto o la classica cotoletta o un qualsiasi altro comfort food per il bambino. Ancora una volta verrà rinforzato il rifiuto in favore di alimenti che sappiamo essere maggiormente graditi.

In questo modo sarà il bambino a dover scegliere cosa è più giusto mangiare per lui, cosa che invece dovrebbe essere compito del genitore.

4 Quanto è importante stabilire una routine alimentare?

È estremamente importante stabilire una solida routine alimentare: il bambino deve imparare a conoscere gli orari dei pasti così da poter rispettare e mantenere un ritmo fame-sazietà regolare.

Può succedere che a orario di pranzo o cena il bambino abbia poco appetito per diverse ragioni, ma non dovrebbe mai diventare la normalità. Se ad esempio al mattino il bambino si sveglia alle 11 e poi il pranzo è previsto per le 12.30 è inutile proporre una colazione estremamente ricca; il bambino risulterà infatti poco affamato a pranzo e rifiuterà alimenti che invece sarebbero per lui fondamentali.

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