Adenoma Prostatico: Sintomi e Trattamento
Effettuata un'ecografia transrettale, risulta un piccolo adenoma prostatico: cosa fare?
Con il termine di adenoma prostatico si definisce l’ingrossamento benigno della prostata, derivante dall’ipertrofia delle strutture ghiandolari che circondano il canale urinario, l’uretra. Tale condizione è più correttamente definita ipertrofia prostatica benigna e può interessare fino al 90% degli uomini di età compresa tra 70 e 90 anni.
Il riscontro in corso di ecografia di un “adenoma prostatico” non implica necessariamente l’istituzione di una terapia. L’assunzione di farmaci è infatti strettamente subordinata all’esistenza di sintomi riconducibili ad una azione di costrizione dell’adenoma prostatico sulle strutture dell’uretra e delle vescica. Tali sintomi, definiti con l'acronimo inglese LUTS, cioè sintomi del basso apparato urinario, sono più comunemente rappresentati dalla minzione stentata, difficoltosa, in più riprese, con sensazione di incompleto svuotamento vescicale, dall’accorciamento dell’intervallo tra 2 minzioni, dal bisogno impellente di urinare sino all’incapacità di trattenere le urine, dalla necessità di urinare durante la notte. Tali sintomi possono essere presenti anche separatamente e con varia intensità. Allo scopo di valutare l’intensità dei LUTS sono state messe a punto delle scale di valutazione che “traducono” i sintomi in un punteggio.
La più conosciuta è l’IPSS (International Prostatic Symptoms Score) formata da 8 domande con risposta pre-ordinata, facilmente reperibile in rete e utilizzabile anche autonomamente per valutare l’intensità dei propri sintomi.
Il semplice riscontro di un adenoma prostatico in corso di ecografia ha scarse implicazioni cliniche. Il corretto inquadramento del paziente deve tener conto dell’intensità dei sintomi (IPSS) e del loro impatto sulla qualità di vita, dell’esistenza di altre condizioni morbose che possano alterare il riempimento e lo svuotamento della vescica, della esclusione di patologia cancerosa della prostata, della misurazione strumentale della portata del flusso urinario con uroflussometria; indagini a maggiore invasività, quali la cistoscopia o la biopsia prostatica saranno utilizzate solo in casi particolari. In ogni caso è opportuno consultare il Medico di Medicina Generale o lo Specialista Urologo.
Massimo Capone
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