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Binge Eating Disorder: cos'è, le cause e l'aiuto del nutrizionista

Binge Eating Disorder: cos'è, le cause e l'aiuto del nutrizionista

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Il Binge eating disorder (BED) o disturbo da alimentazione incontrollata, è un disturbo alimentare descritto per la prima volta alla fine degli anni Cinquanta da Albert Stunkard. Purtroppo, però, questo disturbo è stato pienamente riconosciuto solamente nel 2013 con l’inserimento nella quinta edizione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. 

1 Cos’ è il Binge Eating Disorder?

Il BED è caratterizzato da almeno una abbuffata alla settimana per tre mesi consecutivi, che non viene però seguita da inappropriate condotte compensatorie (vomito, assunzione di lassativi e diuretici, restrizioni ecc.).
Le persone che soffrono di questa patologia mostrano scarso interesse verso il peso e le forme del corpo. 

Dopo un’abbuffata in genere si avverte un senso di malessere generalizzato sia fisico che mentale. Da una parte, infatti, la persona avverte tensione e dolore addominale dovuta all’ingente quantità di cibo ingerita e dall’altra sopraggiunge un senso di colpa con vergogna, frustrazione e tristezza legati proprio all’episodio di abbuffata.

Le abbuffate di chi soffre di disturbo da alimentazione incontrollata implicano sempre un discontrollo. Chi soffre di questo disturbo sente il bisogno di abbuffarsi, ma non vorrebbe avvertirne le conseguenze. Allo stesso tempo, però, non fa nulla per evitarle. 

2 Chi colpisce principalmente?

Le donne hanno una maggior probabilità di sviluppare questo disturbo, ma a differenza di altri disturbi alimentari, anche il sesso maschile è molto coinvolto.

Il binge eating disorder si presenta nella prima età adulta, in genere più frequentemente tra i venti e i trent’anni anche se il discontrollo sul cibo potrebbe presentarsi già in età adolescenziale. Nel sesso maschile c’è una maggior probabilità di soffrirne nella mezza età. 

3 Quali sono le cause del Binge Eating Disorder?

Come tutti i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, anche nel binge eating disorder è difficile, se non impossibile, identificare un’unica causa. 

La teoria più diffusa è quella multifattoriale, ossia secondo cui il disturbo è legato a più fattori che interagiscono tra di loro su diversi livelli per favorire insorgenza e sviluppo della patologia. 

Tra i fattori predisponenti vengono generalmente indicati:

  • fattori genetico-biologici
  • fattori psicologico-sociali
  • fattori familiari

In particolare si è visto che, molto spesso, i soggetti affetti da binge eating disroder hanno avuto esperienze negative durante l’infanzia e l’adolescenza, sono stati ripetutamente soggetti a prese in giro o giudizi legati alla forma fisica e all’aspetto corporeo o hanno assistito a situazioni familiari di depressione o altre difficoltà emotive e psicologiche. 

Soggetti che hanno parenti di primo grado affetti da questo disturbo sembrano, inoltre, avere una maggiore probabilità di sviluppare questa stessa patologia rispetto a chi non ne ha (del 60% e del 5% rispettivamente).
L’ambiente familiare, dunque, sia in termini di genetica che di attitudine nei confronti del cibo e delle forme corporee può essere un fattore scatenate il disturbo in soggetti predisposti. 

Tra i fattori personali che in genere sono più che altro di tipo psicologico riconosciamo una scarsa capacità di affrontare le emozioni.
L’abbuffata, infatti, può essere definita in certi casi come una fuga da situazioni emotive che non si è capaci di gestire e in questo caso il cibo diventa temporaneamente rifugio e fonte di sollievo.
Questo può essere legato anche dall’esperienze dell’infanzia in cui il genitore, spesso in modo inconsapevole, usava il cibo per colmare un vuoto, confortare il proprio figlio o premiarlo. 

Non di meno la pressione sociale per la magrezza, vista come canone certo di bellezza e successo, può causare in taluni soggetti una riduzione della propria autostima che li rende più vulnerabili ad una abbuffata. 

Non in ultima analisi, poi, spesso i soggetti che soffrono di binge eating disorder sono anche affetti da depressione. Questi due disturbi mentali sono infatti spesso correlati tra loro. 

4 Quali sono i sintomi principali?

Il sintomo caratteristico del binge eating è sicuramente l’abbuffata compulsiva. Questo, però, è solo la punta dell’iceberg o, meglio, quello che tutti noi in qualche modo possiamo vedere. 

Esistono poi sintomi invisibili legati alla psicologia della persona che soffre di questo disturbo, come una scarsa autostima ed autoefficacia, sintomi depressivi e idee svalutanti.
Spesso inoltre è presente una scarsa capacità nella gestione delle emozioni, nel riconoscere e assecondare i propri bisogni e al contrario favorire quelli altrui.
 

Quali sono le differenze con la bulimia?

Il disturbo da alimentazione incontrollata è caratterizzato da abbuffate incontrollate che non sono poi seguite da condotte compensatorie inappropriate. È proprio questa una delle caratteristiche che differenzia questo disturbo dalla più nota e conosciuta bulimia nervosa. 

L’assenza di pratiche come vomito, uso di lassativi o diuretici dopo un episodio di discontrollo alimentare è senz’altro legato al minor interesse della persona affetta da BED nei confronti della propria immagine corporea e del peso (cosa invece assai importante per chi soffre di bulimia). 

L’abbuffata ha inoltre dei tratti caratteristici specifici: 

  • sensazione di perdita di controllo
  • marcato disagio
  • sensazione di essere sgradevolmente pieni
  • solitudine durante le abbuffate a causa dell’imbarazzo, disgusto, depressione o senso di colpa che ne consegue
  • l’abbuffata avviene anche se non ci si sente davvero affamati

5 Quali sono le conseguenze fisiche e psicologiche?

Dopo un’abbuffata viene avvertita una forte sensazione di disagio e vergogna verso se stessi che incrementa lo stato di malessere psicologico della persona che soffre di questo disturbo. 

Il problema principale è il rapporto tra emozioni e cibo, dove il cibo diventa una sorta di medicina per cancellare le emozioni. L’effetto però risulta solo temporaneo ed effimero, dato che subito dopo l’abbuffata comincia a scatenarsi un forte senso di colpa e disagio che scatena un circolo vizioso tra l’abbuffata e la comparsa di certe emozioni. 


Conseguenze fisiche

Esistono ovviamente delle conseguenze sia fisiche che psicologiche del BED in generale e dell’abbuffata in particolare.
In seguito ad un episodio di abbuffata la persona avverte un senso di gonfiore e malessere addominale legato sia alla quantità di cibo ingerita che alla velocità con cui è avvenuta. Lo stomaco, infatti, si riempie sia di cibo che di aria andando a dilatarsi in modo eccessivo. La persona avverte un ingombro a livello dell’addome che spesso è seguito da fastidiosi sintomi come:

  • crampi
  • eruttazioni
  • flatulenze

Nel lungo termine il soggetto affetto da BED tende a sviluppare un certo grado di obesità che, come sappiamo, è spesso correlata con diverse patologie. 

Principalmente vi è un aumento di:

  • rischio cardiometabolico
  • problematiche all’apparato muscolo-scheletrico
  • insorgenza di diabete di tipo 2
  • comparsa di disfunzioni ormonali
  • ipertensione
  • problemi cardiocircolatori
  • disfunzioni sessuali
     

Conseguenze psicologiche

A livello psicologico viene rinforzato dopo ogni abbuffata il senso di frustrazione e vergogna verso sé stessi, una riduzione dell’autostima e si genera una profonda sensazione di disagio e solitudine legate proprio alla perdita di controllo.

Assistiamo, nel tempo, all’insorgenza o al rinforzo di uno stato depressivo. 

6 Il nutrizionista per il Binge Eating Disorder

Le persone affette dal disturbo da alimentazione incontrollata in genere hanno provato moltissime diete seguite da altrettanti fallimenti. Questo dato è estremamente importante perché può funzionare da segnale per gli esperti nel riconoscere la presenza del disturbo nel paziente. 

Il fallimento delle diete fai da te o anche proposte da un professionista è legato alla necessità di trattare questa patologia per quello che è realmente e questo comporta la necessità di un percorso molto più complesso e soprattutto la presa in carico da parte di un gruppo multidisciplinare. 

Una cura efficace prevede infatti la collaborazione del medico di medicina generale, del nutrizionista, dello psicologo e nei casi più estremi anche dello psichiatra. 

Nello specifico la terapia nutrizionale prevede una rieducazione alimentare, allontanando ma non vietando i cibi definiti “spazzatura” in modo da farli rientrare in una routine sana e naturale.
La rieducazione alimentare passa anche attraverso un’educazione al corretto “timing” dei pasti, evitando le sensazioni di fame eccessiva. 

Il nutrizionista dovrebbe inoltre aiutare il paziente ad ascoltare i segnali che il proprio corpo manda, dando importanza a quella che è la consapevolezza corporea. Uno dei pilastri della terapia nutrizionale è dunque quello di far comprendere il senso di fame e sazietà ma anche comprendere le reali ragioni dell’impulso a mangiare. 

Il percorso nutrizionale per chi soffre di BED sarà dunque sempre un percorso che si focalizza primariamente sulla riorganizzazione e il riequilibrio alimentare e avrà solo come effetto collaterale e secondario, almeno nella prima parte della terapia sia nutrizionale che psicologica, il calo ponderale. 

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