Il piede torto congenito: trattarlo senza chirurgia è possibile.
La tecnica Ponseti per il trattamento del piede torto tramite applicazione di gessetti seriati corregge la deformità progressivamente e senza dolore
Il piede torto può essere identificato già durante la gravidanza. Questo permette di intervenire con un trattamento precoce che inizia subito dopo la nascita e porta alla completa risoluzione del problema entro i primi anni d'età.
In cosa consiste il piede torto congenito?
Il piede torto congenito, le cui cause non sono state ancora completamente chiarite, è una delle più comuni malformazioni delle ossa e delle articolazioni dei neonati e colpisce più frequentemente il sesso maschile, con un rapporto di 3 a 1 ed è bilaterale nel 40-50% dei casi. Può presentarsi con quadri clinici di diversa entità, da lieve a grave, e pertanto si può classificare, valutare e trattare secondo differenti approcci clinici e terapeutici. Il piede torto per antonomasia è l’equino-varosupinato, che presenta nel complesso una torsione sul proprio asse longitudinale, con un atteggiamento in equinismo, varismo, adduzione, supinazione e cavismo.
È possibile rilevare il problema prima della nascita?
L'ecografia consente di riconoscere la patologia già durante la gravidanza e di prepararsi psicologicamente e informarsi sulle moderne metodiche terapeutiche, e di iniziare la cura il più precocemente possibile. Il trattamento va condotto da mani esperte e monitorizzato costantemente, per evitare il rischio alto di recidive che questa malattia comporta. Si tratta purtroppo di una patologia che, se non curata o trattata adeguatamente, conduce a una deformità strutturata, causa di gravi disabilità.
Esistono possibilità di trattamento in grado di evitare l'intervento chirurgico?
Già da qualche tempo, molti centri di Ortopedia Pediatrica specializzati nella cura del piede torto - tra cui la struttura di Ortopedia dell'IRCCS materno infantile Burlo Garofolo di Trieste - hanno adottato una nuova metodologia ideata dal Prof. I. Ponseti (Iowa Hospital, USA): un trattamento di tipo conservativo, senza necessità di interventi chirurgici invasivi. Il metodo di Ponseti prevede l’applicazione settimanale di gessi seriati (circa 5-6 gessetti) che correggono progressivamente e senza alcun dolore la deformità.
Spesso, è necessario eseguire un piccolo intervento chirurgico di allungamento del tendine d’Achille in sedazione e senza punti di sutura, seguito da 2 apparecchi gessati per tre settimane.
A seguire, è fondamentale l’utilizzo di uno specifico tutore (due scarpette fissate ad una barra) per mantenere i risultati e prevenire le recidive. È indispensabile la collaborazione dei genitori nella gestione del tutore, che il bimbo dovrà portare 23 ore al giorno a scalare, sino all’anno di età, e durante la notte e i riposini pomeridiani sino all’età di 3-4 anni.
Quali sono i risultati evidenziati? I piedi dei piccoli pazienti sottoposti a tale tecnica sono risultati nel tempo forti, flessibili, plantigradi ed il mantenimento, senza dolore, della funzionalità del piede è stato dimostrato in uno studio di follow-up durato oltre 40 anni. È molto importante, quindi, rassicurare i genitori, poiché il bambino, se opportunamente trattato, non avrà alcun tipo di handicap e sarà in grado di condurre una vita normale ed attiva.
Luca Odoni
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