Fibromialgia e microbiota intestinale: quale legame esiste?
La fibromialgia non ha ancora delle cause conosciute, ma recenti studi indicano un coinvolgimento del microbiota intestinale nel processo infiammatorio.
La fibromialgia è una patologia cronica caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, affaticamento, disturbi del sonno e difficoltà cognitive.
Sebbene le cause esatte non siano ancora del tutto chiare, negli ultimi anni numerosi studi come “Decoding the connection: unraveling the role of gut microbiome in fibromyalgia” hanno evidenziato un possibile legame tra la fibromialgia e il microbiota intestinale, ossia l’insieme di batteri, virus e funghi che popolano il nostro intestino.
Indice
1 Il ruolo del microbiota nella salute generale
Il microbiota intestinale svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute generale, influenzando processi come:
- la digestione e l’assorbimento dei nutrienti
- la regolazione del sistema immunitario
- la produzione di neurotrasmettitori e il benessere mentale
- la modulazione dell’infiammazione
Quando la composizione del microbiota subisce alterazioni (disbiosi), possono manifestarsi diverse condizioni patologiche, tra cui malattie autoimmuni, disturbi gastrointestinali e patologie croniche come la fibromialgia.
2 Fibromialgia e disbiosi intestinale: cosa dicono gli studi?
Negli ultimi anni alcuni studi hanno analizzato il microbiota intestinale di pazienti affetti da fibromialgia, rilevando differenze significative rispetto ai soggetti sani.
In particolare è emerso che:
- alcuni batteri benefici risultano ridotti (come le specie produttrici di butirrato, un acido grasso a catena corta con effetti antinfiammatori)
- vi è una maggiore presenza di batteri pro-infiammatori che potrebbero contribuire all’infiammazione sistemica e alla percezione del dolore
- esiste una correlazione tra la composizione del microbiota e la severità dei sintomi come dolore cronico e affaticamento.
Uno studio del 2019 pubblicato sulla rivista PAIN ha confermato che specifici cambiamenti nel microbiota intestinale possono essere associati ai sintomi della fibromialgia suggerendo un ruolo diretto dei batteri intestinali nella percezione del dolore e nell’infiammazione sistemica.
3 L’asse intestino-cervello e il dolore cronico
L’intestino e il cervello sono strettamente connessi attraverso l’asse intestino-cervello, una rete di comunicazione bidirezionale che coinvolge il sistema nervoso, immunitario ed endocrino.
Alterazioni nel microbiota intestinale possono influenzare:
- la produzione di neurotrasmettitori: il 90% della serotonina (l’ormone della felicità) viene prodotto nell’intestino. Una sua ridotta disponibilità è stata associata alla fibromialgia.
- l’infiammazione sistemica: la disbiosi intestinale può aumentare la permeabilità intestinale (leaky gut) favorendo il passaggio di tossine e molecole pro-infiammatorie nel sangue che possono amplificare il dolore e l’affaticamento.
4 Fibromialgia e disturbi gastroenterici: un legame frequente
Numerosi studi hanno evidenziato una maggiore incidenza di disturbi gastrointestinali nei pazienti con fibromialgia.
Tra le condizioni più comuni troviamo:
- sindrome dell’intestino irritabile (IBS): il 30-70% dei fibromialgici soffre i IBS con sintomi come gonfiore, dolore addominale, diarrea o stipsi.
- permeabilità intestinale aumentata (leaky gut): una barriera intestinale compromessa potrebbe favorire l’infiammazione sistemica e il peggioramento del dolore cronico.
- dispepsia funzionale: sintomi come nausea, pesantezza e bruciore di stomaco sono più frequenti nei pazienti con fibromialgia.
- intolleranze alimentari: alcuni fibromialgici riferiscono una maggiore sensibilità a glutine, lattosio, istamina e altre sostanze, pur senza una diagnosi di allergia conclamata.
Come gestire disturbi intestinali con la fibromialgia?
Chi soffre di fibromialgia con disturbi gastroenterici può ridurre la sintomatologia intestinale come flatulenze, diarrea e stipsi con:
- dieta FODMAP a basso contenuto di cibi fermentalbili.
- alimenti anti-infiammatori come pesce ricco di Omega-3, curcuma, zenzero e verdure non irritanti.
- monitoraggio delle intolleranze eliminando temporaneamente i cibi sospetti e reintroducendoli gradualmente per individuare le sensibilità alimentari personali.
5 Come migliorare il microbiota intestinale nella fibromialgia?
Pur non esistendo una cura definitiva per la fibromialgia, alcuni intervento sul microbiota potrebbe contribuire ad alleviare i sintomi.
Ecco alcune strategie basate sulle evidenze scientifiche:
- Alimentazione e probiotici
- Dieta ricca di fibre prebiotiche (frutta, verdura, legumi, cereali integrali) per nutrire i batteri benefici.
- Alimenti fermentati (yogurt, kefir, crauti, kimchi) per introdurre probiotici naturali.
- Probiotici specifici: alcuni studi suggeriscono che ceppi come Lactobacillus e Bifidobacterium possano ridurre l’infiammazione e migliorare il benessere intestinale.
- Dieta ricca di fibre prebiotiche (frutta, verdura, legumi, cereali integrali) per nutrire i batteri benefici.
- Riduzione dello stress
Lo stress cronico altera il microbiota intestinale e peggiora i sintomi della fibromialgia. Tecniche come mindfulness, yoga e meditazione possono migliorare la comunicazione tra intestino e cervello.
- Sonno e attività fisica
Un sonno di qualità e un’attività fisica regolare (anche leggera come camminate e stretching) favoriscono l’equilibrio del micorbiota e riducono il dolore.
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