FODMAP, la dieta contro il colon irritabile
La sindrome dell'intestino irritabile si combatte a tavola: la dieta FODMAP ci guida a un'alimentazione in grado di alleviare i sintomi gastrointestinali.
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e i Disordini Funzionali Gastrointestinali sono sicuramente delle patologie molto comuni e che affliggono moltissime persone. La sindrome dell’intestino irritabile, detta comunemente del colon irritabile causa: crampi e dolore addominale, gonfiore addominale, diarrea e/o stitichezza.
Colon irritabile: la difficoltà della diagnosi
Nonostante il disagio causato sia spesso molto profondo, non è considerato in genere un disturbo pericoloso e, a tutt’oggi, non si conosce la causa esatta e non esiste un esame specifico per la sua diagnosi.
Gli alimenti "sospetti" e la dieta
Viene annoverata tra le malattie psicosomatiche, ma sempre più spesso sono chiamati in causa alcuni alimenti, in un certo numero di casi sembra sia causata dall’assunzione del glutine, pur non configurandosi nella celiachia, ma nella sindrome da ridotta tolleranza al glutine.
È importante precisare che la dieta nei soggetti colpiti da colon irritabile è abbastanza soggettiva, in quanto gli alimenti tollerati da alcuni soggetti possono risultare causa di disturbi per altri.
Cos'è la dieta FODMAP?
Una dieta che può aiutare le persone che soffrono di questi disturbi a stare meglio, è la dieta FODMAP. Attenzione: non è una dieta alla moda, ma il frutto del lavoro di alcuni ricercatori australiani della Monash University di Melbourne che hanno sperimentato e sviluppato un nuovo regime alimentare in grado di curare, in un buon numero di casi, la sindrome dell’intestino irritabile. Anche secondo uno studio dell’Università del Michigan, pubblicato su Gastroenterology, una dieta a basso contenuto di FODMAP porta ad una riduzione dei sintomi e ad un generale miglioramento della qualità della vita.
Dieta FODMAP: i cibi da evitare
FODMAP è un acronimo che sta per “Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols”. Quindi semplicemente si tratta di zuccheri che posseggono un alto potere fermentativo (fruttosio, lattosio, fruttani, xilitolo). Le piccole molecole di questi zuccheri sono infatti osmoticamente attive, ovvero sono in grado di richiamare liquidi nel lume intestinale e favorire la produzione di gas: questi elementi contribuiscono in modo sostanziale a distendere le pareti dell’intestino.
Una dieta ricca di questi zuccheri può essere di conseguenza la causa dei sintomi più comuni della sindrome dell’intestino irritabile (pancia gonfia, meteorismo, dolore addominali, irregolarità intestinali).
Gli alimenti che contengono FODMAP sono molti e li troviamo: nel latte e nei latticini, nella frutta, nelle verdure, nei cereali, nei legumi, nella frutta secca oleosa, nelle bevande, nelle fibre, nei dolcificanti e negli additivi.
La dieta di eliminazione dura per sempre?
Assolutamente no: va sottolineato che nei soggetti sensibili a queste sostanze una dieta di eliminazione non deve essere seguita necessariamente per lunghi periodi, anzi in genere la durata è di 3-6 settimane. Una volta che i sintomi si sono ridotti o sono scomparsi si procede al reinserimento dei cibi eliminati.
Naturalmente il reinserimento deve rispettare modalità specifiche, nei modi e nei tempi. In molti casi è poi possibile tornare a consumare la maggior parte degli alimenti, ponendo attenzione a quantità e frequenza con cui li si riporta in tavola.
Paolo Favretto
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