Iperuricemia e gotta, il legame tra acido urico e infiammazione
Valori alti di acido urico nel sangue possono essere un campanello d’allarme per l’accumulo di cristalli di urato monosodico nelle articolazioni periferiche e scatenare attacchi artritici.
L'acido urico è il prodotto di degradazione delle purine, molecole componenti del DNA e del RNA delle nostre cellule e l’uricemia è la sua concentrazione ematica. Una buona parte delle purine provengono dal metabolismo dei nostri tessuti (all’incirca i due terzi), una parte minore dal cibo (un terzo).
Indice
1 Quando si può parlare di iperuricemia?
Si intende per iperuricemia (IU) un valore ematico superiore a 6,5 mg% nella donna e 7.0 mg% nell’uomo.
Essa può derivare da aumentata produzione o da ridotta escrezione o dalla combinazione delle due cause. L’ IU è evenienza piuttosto comune, presentandosi in percentuali superiori al 10% nelle popolazioni occidentali.
Spesso la riscontriamo in corso di diabete mellito, di obesità, di malattie cardiovascolari, psoriasi e nell’insufficienza renale cronica.
2 Quali sono le cause di valori alti di acido urico?
La IU può essere causata da:
- malattie renali croniche
- malattie del sangue (es. leucemie croniche),
- terapie oncologiche
- abuso alcolico protratto
Ma anche l’assunzione di certi farmaci può indurla. E’ il caso dei “diuretici dell’ansa”, non di rado impiegati per curare l’ipertensione arteriosa. Spesso l’IU è del tutto asintomatica.
Diversamente da quanto si riteneva in un recente passato, non esisterebbe un nesso di causalità tra IU e malattie cardiovascolari (es. infarto miocardico). Cosicché, l’autorevole società scientifica “American College of Rheumatology” nelle linee guida stilate nel 2020, sconsiglia perentoriamente l’adozione di terapie che abbassino l’uricemia in soggetti asintomatici.
3 Che relazione c’è con la gotta?
Una parte delle persone con IU sviluppa la gotta, che troviamo in percentuali dal 1,5% fino al 3,5% delle popolazioni studiate. Esperienze recenti hanno dimostrato che solo la metà dei soggetti con un’uricemia superiore a 10 mg% sviluppa entro 15 anni la gotta. Questa osservazione sta a significare che un’uricemia elevata non è fattore sufficiente perché si manifesti la gotta e che altri fattori, non ancora del tutto definiti, intervengono a favorirne l’insorgenza.
Poiché essa ricorre spesso tra le generazioni, possiamo affermare l’importanza della familiarità: i maschi sono più colpiti rispetto alle donne (3,6:1). La fascia d’età prediletta è quella compresa tra i 30 e i 60 anni. Le donne vanno incontro alla gotta solo dopo la menopausa: infatti gli estrogeni svolgono un effetto protettivo.
4 Quali sono i sintomi della gotta?
Essa si manifesta tipicamente con un improvviso attacco artritico, che esordisce nelle ultime ore della notte. L’evento, molto invalidante, è caratterizzato da arrossamento, gonfiore e dolore acuto, accompagnato da febbre e malessere generale.
Questo attacco è scatenato da cristalli di acido urico (urato monosodico), che si formano in tessuti meno vascolarizzati e in distretti più freddi come le articolazioni periferiche, i tendini o le borse sierose.
Le sedi più spesso colpite sono pertanto:
- i piedi (in particolare modo l’alluce)
- le caviglie
- le ginocchia
- i gomiti
- il tendine d’Achille.
Nell’arco di 5-7 giorni l’attacco gradualmente si risolve, per ripresentarsi, non raramente (60%), entro un anno dal primo episodio. Se non viene intrapreso un trattamento adeguato, col passare del tempo, possono comparire grossolani accumuli sottocutanei di urato monosodico, detti tofi.
5 Qual è il trattamento?
Il riscontro dei cristalli nel liquido sinoviale è il sigillo per una diagnosi certa e, quanto più precoce è l’intervento terapeutico, tanto più rapida è la risoluzione della sintomatologia acuta.
Generalmente si utilizzano la Colchicina o gli antinfiammatori non steroidei (es. naprossene o indometacina), oppure i Coxib (es. etoricoxib o celecoxib).
In caso di controindicazioni o di inefficacia possono essere impiegati pure i cortisonici, sia iniettati localmente che assunti per via generale. Pure alcuni uricosurici (farmaci che propiziano l’escrezione renale dell’acido urico) possono trovare impiego.
6 Si possono prevenire futuri attacchi?
La prevenzione di nuovi attacchi si avvale di una strategia che prevede diversi piani d’intervento. Innanzitutto, l’assunzione regolare di farmaci ipouricemizzanti (es. Allopurinolo o Febuxostat) allo scopo di mantenere l’uricemia inferiore a 6 mg% o 5 mg% se presenti tofi.
Quindi, va adottata una dieta povera di purine che impone limitazione al consumo di:
- carni rosse
- pesce azzurro
- baccalà
- frutti di mare
- fegato
- trippa
- selvaggina
- asparagi
e preferenza per i latticini, le uova, i vegetali.
Gli alcolici vanno molto limitati, perché possono scatenare l’attacco gottoso, la birra è controindicata, come tutte le bevande (zuccherate) contenenti fruttosio.
Considerando che la gotta fa parte delle malattie dismetaboliche, è necessario porre attenzione ed eventualmente correggere eventuali concomitanti patologie, quali il sovrappeso/obesità, il diabete mellito, la dislipidemia, l’ipertensione arteriosa. Infine, è raccomandabile adottare uno stile di vita che preveda una regolare attività fisica.
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