La medicina funzionale: combattere le malattie croniche
Curando le alterazioni nell’organismo anche attraverso lo stile di vita la medicina funzionale può essere utile per combattere malattie croniche come fibromialgia, psoriasi, ipertensione, diabete e patologie degenerative.
Esiste una correlazione tra la gastroenterologia e la medicina funzionale. Il sistema digestivo, infatti, è l'organo più importante che abbiamo: nutre tutto l'organismo, ci difende dal mondo esterno e regola tutte le funzioni vitali con il suo “cervello”. Allo stesso tempo, ha purtroppo un ruolo centrale in molte patologie croniche.
Cosa si intende per medicina funzionale?
La medicina funzionale è nata circa 30 anni fa negli Stati Uniti con l’Institute of Functional Medicine. Essa parte dalla presunzione che tutte le malattie definite croniche, e che quindi come tali non guariscono mai, sono invece condizioni che, ricercandone accuratamente le cause, possono anche guarire attraverso lo studio dell'organismo nel suo insieme. Le malattie vengono considerate sintomo di qualche squilibrio “biochimico”, che può essere riequilibrato affrontando la persona nella sua interezza e quindi agendo anche sul suo stile di vita.
Per quali patologie può risultare efficace?
In primis, nei casi in cui il sistema immunitario è compromesso o coinvolto: oltre a intolleranze alimentari e allergie, possiamo citare l'aumentata permeabilità intestinale (leaky gut) che consente l'ingresso nel sangue di sostanze estranee, la malattia celiaca. Può essere inoltre utile nei disturbi che riguardano la flora intestinale, nelle malattie autoimmuni come tiroiditi croniche, fibromialgia, psoriasi, malattia metabolica definita da sovrappeso, ipertensione, diabete e problemi di fegato correlati e in tutte le patologie degenerative compresi Parkinson e Alzheimer.
Che risultati si riescono a ottenere nel trattamento dei disturbi tipicamente femminili, ad esempio?
La medicina funzionale non tratta i sintomi ma cura e guarisce le alterazioni dell'organismo che li causano. Uno studio recente ha evidenziato che dal 20 al 40% della popolazione europea soffre di mutazioni del gene MTHFR che presidia i processi di metilazione, importantissimi sia in fase di disintossicazione dell'organismo sia perché regolano gli “interruttori” che regolano l'azione dei geni. Questo potrebbe essere causa di disturbi come depressione, cisti ovariche, endometriosi, mestruazioni dolorose: in questi casi, se l'organismo fosse aiutato con sostanze metilanti naturali, si avrebbe una risoluzione spontanea dei problemi elencati.
Quali sono gli strumenti diagnostici e le terapie di cui si avvale la medicina funzionale?
Innanzitutto si procede a una raccolta accurata di informazioni sulla vita della persona a partire dall'infanzia: i sintomi e la loro frequenza e correlazione; le abitudini di vita alimentare, fisica, relazionale e lavorativa; la storia genetica dell'individuo e familiare; l'impiego di farmaci o possibile contaminazione con sostanze potenzialmente tossiche. In seguito, si procede se necessario ad esami specifici e mirati, in genere sangue, urine e feci. Il protocollo di riequilibrio che viene impostato a seguito della diagnosi prevede il ripristino di tutte le funzioni dell'organismo attraverso una rieducazione alimentare, della postura e dell'approccio con l'attività fisica per una piena consapevolezza dell'importanza del proprio organismo. Si possono utilizzare integratori, oggi definiti prodotti di nutraceutica, mentre raramente vengono prescritti farmaci se non per periodi brevissimi.
Alfredo Saggioro
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