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Steatosi epatica: il killer silenzioso. Come prevenire e curare

Steatosi epatica: il killer silenzioso. Come prevenire e curare

Avere il fegato grasso è una condizione sempre più diffusa, inizialmente asintomatica, ma che può avere gravi conseguenze.

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La steatosi epatica è una malattia comune ma spesso trascurata, in quanto può progredire senza sintomi evidenti fino a raggiungere fasi critiche. Fortunatamente, la prevenzione è possibile attraverso uno stile di vita sano, che include una dieta equilibrata, attività fisica regolare e il controllo del peso. 

Con una diagnosi precoce e i giusti interventi, la steatosi epatica può essere gestita e persino invertita. La chiave è la consapevolezza e l’adozione di comportamenti proattivi per proteggere la salute.

1 Che cos'è la steatosi epatica?

50 anni fa, quando mi laureai, la steatosi epatica si studiava in anatomia patologica, non c’erano mezzi di diagnosi tranne le poche biopsie epatiche che allora si facevano e, soprattutto, era considerata una condizione benigna senza riflessi sulla vita futura dei pazienti.
Poi, con l’avvento dell’ecografia addominale divenne una diagnosi più frequente, ma sempre poco considerata, finché, negli anni ’90 non comparvero le prime segnalazioni di possibile evoluzione in cirrosi epatica. 

Oggi, la steatosi epatica, o fegato grasso, è una condizione sempre più diffusa a livello globale, spesso indicata come il "killer silenzioso". Questo perché può rimanere asintomatica per anni, progredendo lentamente fino a causare danni epatici gravi, come la cirrosi o il cancro al fegato, senza che la persona se ne renda conto. 

Tuttavia, la buona notizia è che la steatosi epatica è prevenibile e, in molti casi, reversibile attraverso cambiamenti nello stile di vita e trattamenti medici appropriati.

La steatosi epatica si verifica quando i trigliceridi, un tipo di grasso, si accumulano nelle cellule del fegato. Il fegato ha la capacità di metabolizzare i grassi, ma quando ne riceve una quantità eccessiva o il metabolismo è alterato, il grasso inizia ad accumularsi.

Questo può interferire con la funzione epatica, compromettendo la capacità dell’organo di svolgere le sue funzioni fondamentali, come la sintesi delle proteine, la detossificazione del sangue e la produzione della bile.

Esistono due forme principali di steatosi epatica:

  • Steatosi epatica alcolica: causata da un eccessivo consumo di alcol
     
  • Steatosi epatica non alcolica (NAFLD): associata a fattori metabolici, come obesità, diabete di tipo 2 e dislipidemia, ma non legata al consumo di alcol, tanto che oggi ha cambiato nome in MASLD (metabolic dysfunction-associated steatotic liver disease) per sottolineare il ruolo del metabolismo. Tra le due, quest’ultima è la forma più comune e rappresenta una delle principali cause di malattie epatiche croniche nel mondo. Si stima che colpisca circa il 25% della popolazione mondiale.


Steatoepatite non alcolica (NASH)

Un'evoluzione grave della steatosi epatica è la steatoepatite non alcolica (NASH). La NASH non è solo caratterizzata dall'accumulo di grasso nel fegato, ma anche da infiammazione e danni alle cellule epatiche. 

Se non trattata, la NASH può evolvere in cirrosi, insufficienza epatica e, in casi estremi, carcinoma epatocellulare (cancro al fegato).

2 Quali sono le cause della steatosi epatica?

I fattori che possono portare alla steatosi epatica includono:

  • Obesità: il sovrappeso è uno dei principali fattori di rischio per la steatosi epatica. L'accumulo di grasso in altre parti del corpo, come l'addome, è spesso accompagnato da un accumulo di grasso anche nel fegato.
  • Dieta ricca di grassi e zuccheri: una dieta ricca di cibi altamente processati, zuccheri raffinati e grassi saturi può contribuire all'accumulo di grasso epatico.
  • Diabete di tipo 2 e insulino-resistenza: chi soffre di diabete o di resistenza all'insulina ha un rischio maggiore di sviluppare la steatosi epatica. L’insulino-resistenza porta infatti a una maggiore produzione di grassi nel fegato.
  • Colesterolo e trigliceridi alti: livelli elevati di grassi nel sangue possono favorire l’accumulo di grasso nel fegato.
  • Sedentarietà: la mancanza di attività fisica riduce il metabolismo dei grassi e dei carboidrati, promuovendo l’accumulo di grassi nel fegato.
  • Consumo eccessivo di alcol: anche se in piccole quantità l’alcol può avere effetti benefici sul sistema cardiovascolare, l'abuso può causare un accumulo di grasso nel fegato.
  • Alterazioni del microbioma: negli ultimi anni, la ricerca ha evidenziato come il microbioma intestinale – l'insieme di batteri, funghi, virus e altri microrganismi che vivono nel nostro intestino – giochi un ruolo chiave non solo nella salute generale, ma anche nella patogenesi della steatosi epatica, soprattutto quella non alcolica (NAFLD).


Fegato grasso e microbiota intestinale: che relazione c’è?

Il fegato è strettamente connesso all'intestino attraverso l'asse intestino-fegato, una rete di segnali biochimici e metabolici che influenzano reciprocamente i due organi. 

Quando l'equilibrio del microbioma intestinale viene disturbato – un fenomeno noto come disbiosi – possono verificarsi numerosi cambiamenti che favoriscono l'accumulo di grasso nel fegato. Questo perché può compromettere la barriera intestinale, rendendola più permeabile. Ciò consente il passaggio nel sangue di sostanze tossiche prodotte dai batteri intestinali, come il lipopolisaccaride (LPS), una molecola pro-infiammatoria che può raggiungere il fegato e promuovere l'infiammazione epatica. 

Il microbioma svolge un ruolo importante nella regolazione degli acidi biliari, che a loro volta influenzano il metabolismo dei lipidi e dei carboidrati. Alcuni batteri intestinali fermentano le fibre alimentari producendo acidi grassi a catena corta (SCFA), come il butirrato, che hanno effetti antinfiammatori e possono migliorare la sensibilità all’insulina. Tuttavia, un'alterazione del microbioma può ridurre la produzione di SCFA, portando a una maggiore resistenza all'insulina e favorendo l'accumulo di grasso nel fegato. 

Alcuni batteri intestinali influenzano l’assorbimento dei nutrienti, compresi i lipidi e i carboidrati. La disbiosi intestinale è associata a un aumento dei livelli di citochine pro-infiammatorie, come l'interleuchina-6 (IL-6) e il fattore di necrosi tumorale-alfa (TNF-α), che possono promuovere l'infiammazione cronica nel fegato, accelerando il danno epatico.

Infatti, alterazioni del microbioma sono state osservate in persone con steatosi epatica non alcolica. In particolare, si è notato: Riduzione di batteri benefici, come l’Akkermansia muciniphila e il Faecalibacterium prausnitzii, che hanno proprietà antinfiammatorie.
Aumento di batteri potenzialmente dannosi, come i membri delle famiglie Proteobacteria e Enterobacteriaceae, che producono endotossine e possono peggiorare l'infiammazione epatica.

3 Quali sono i sintomi della steatosi epatica?

Uno dei principali motivi per cui la steatosi epatica viene chiamata "killer silenzioso" è la sua mancanza di sintomi evidenti nelle fasi iniziali. Molte persone convivono con questa condizione senza saperlo, a meno che non venga scoperta accidentalmente durante un controllo medico di routine, come un'ecografia o esami del sangue che mostrano enzimi epatici elevati.

Tuttavia, nelle fasi più avanzate possono comparire sintomi come:

  • Affaticamento
  • Dolore o fastidio nella parte superiore destra dell’addome
  • Perdita di peso non intenzionale
  • Ingrossamento del fegato (epatomegalia).

4 Quali esami fare per la steatosi epatica?

Per diagnosticare la steatosi epatica, il medico può richiedere una combinazione di esami:

  • Ecografia addominale: è il test più comune per rilevare l'accumulo di grasso nel fegato.
     
  • Risonanza magnetica (MRI) e Tomografia computerizzata (TC): forniscono immagini dettagliate del fegato e sono utili per confermare la presenza di grasso.
     
  • Biopsia epatica: in casi più avanzati o per confermare una diagnosi sospetta, il medico potrebbe decidere di eseguire una biopsia del fegato.
     
  • Valutazione della fibrosi: un passaggio essenziale nella gestione della steatosi epatica, poiché aiuta a determinare il grado di danno epatico e a personalizzare il trattamento. Attraverso metodi non invasivi, come FibroScan o test ematici, si  possono monitorare la progressione della malattia senza ricorrere alla biopsia epatica, riservando quest'ultima solo a casi specifici.

5 Come prevenire la steatosi epatica?

La prevenzione della steatosi epatica inizia con uno stile di vita sano. 

Ecco alcuni passi che si possono adottare per ridurre il rischio:

  • una dieta ricca di verdure, frutta, cereali integrali e proteine magre può aiutare a ridurre il rischio di steatosi epatica. Limitare il consumo di zuccheri raffinati, grassi saturi e cibi altamente processati è essenziale. L'integrazione di cibi ricchi di antiossidanti, come i frutti di bosco e il tè verde, può aiutare a proteggere il fegato. Inoltre, le fibre proteggono un microbioma sano, come pure l’utilizzo di alimenti fermentati e di yogurt o kefir.
     
  • una perdita di peso graduale e controllata, per le persone in sovrappeso, può ridurre significativamente il grasso nel fegato. Anche una modesta riduzione del peso corporeo, pari al 5-10%, può fare una grande differenza nella salute epatica.
     
  • l’esercizio fisico aiuta a migliorare la sensibilità all'insulina, a ridurre i livelli di trigliceridi e a bruciare il grasso corporeo. Si raccomandano almeno 150 minuti di attività moderata o 75 minuti di attività intensa a settimana.
     
  • il consumo moderato o nullo di alcol è fondamentale per prevenire la steatosi epatica, soprattutto in persone a rischio.
     
  • mantenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue e i lipidi è importante per evitare che il fegato accumuli grasso in eccesso.

6 Come curare la steatosi epatica?

Se la steatosi epatica viene diagnosticata nelle sue fasi iniziali, il trattamento può spesso consistere in modifiche dello stile di vita

Tuttavia, nelle fasi più avanzate o in presenza di NASH, potrebbero essere necessari interventi medici.

Il primo passo nel trattamento della steatosi epatica è un cambiamento significativo nello stile di vita, inclusi:

  • dieta sana
  • esercizio fisico regolare
  • la perdita di peso. 

Questi cambiamenti non solo possono rallentare la progressione della malattia, ma in alcuni casi possono invertire il danno epatico.

Scopri cosa mangiare in caso di steatosi epatica.

In persone selezionate e con obesità grave, la chirurgia bariatrica potrebbe essere una soluzione efficace per ridurre il peso e migliorare la salute del fegato.

Nei casi più gravi, quando la steatosi epatica evolve in cirrosi e insufficienza epatica, il trapianto di fegato potrebbe essere l'unica opzione.


Farmaci per la cura della steatosi epatica non alcolica NASH

Attualmente non esistono farmaci specifici approvati per il trattamento della steatosi epatica non alcolica, ma vengono studiati farmaci che possano ridurre l'infiammazione epatica e migliorare la sensibilità all’insulina. 

In alcuni casi, farmaci per il controllo del diabete, come la metformina, possono essere prescritti per migliorare i livelli di zucchero nel sangue e ridurre l'accumulo di grasso.

Alcuni probiotici specifici contrastano la sindrome metabolica e la resistenza insulinica, aiutano a regolare la glicemia e aiutano a perdere peso.

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