Longevità e microbiota intestinale. Qual è la correlazione?
Il microbiota regola la risposta immunitaria all'infiammazione cronica. Scopriamo come aiuta la longevità.
La correlazione tra microbiota intestinale e longevità è un tema di crescente interesse nella ricerca scientifica. Il microbiota intestinale, che consiste in trilioni di microrganismi che abitano il tratto gastrointestinale, svolge un ruolo cruciale nella salute umana e, di conseguenza, potrebbe influenzare la longevità.
Indice
1 Che correlazione c’è tra microbiota intestinale e longevità?
Un microbiota sano favorisce una risposta immunitaria equilibrata, riducendo l'infiammazione cronica, che è stata associata a diverse malattie legate all'età, come le malattie cardiovascolari, il diabete e alcuni tipi di cancro.
Una riduzione dell'infiammazione può contribuire a una maggiore longevità.
Un microbiota equilibrato può migliorare l'efficienza del metabolismo e contribuire al mantenimento di un peso corporeo sano, fattore correlato a una vita più lunga. Alcuni batteri intestinali producono acidi grassi a catena corta, come il butirrato, che hanno proprietà antinfiammatorie e sono stati associati a effetti benefici sulla salute metabolica e cardiovascolare.
Questi metaboliti possono proteggere contro l'invecchiamento precoce e le malattie degenerative. Inoltre, studi suggeriscono che il microbiota intestinale potrebbe influenzare l'asse intestino cervello, impattando la salute mentale e cognitiva.
Mantenere un microbiota equilibrato potrebbe quindi ridurre il rischio di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, contribuendo a una maggiore longevità.
2 Nel corso dell’invecchiamento cosa accade al microbiota intestinale?
Durante il processo di invecchiamento si verifica una riduzione della diversità del microbiota intestinale. Questo significa che la varietà di specie batteriche presenti nell'intestino diminuisce, con maggiore suscettibilità a malattie croniche, infiammazione e disfunzioni metaboliche.
Gli anziani spesso modificano la loro alimentazione, riducono l’attività fisica e tendono a fare un uso maggiore di farmaci, come antibiotici e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che possono alterare il microbiota intestinale.
Questo squilibrio può contribuire a un aumento dell'infiammazione intestinale e sistemica e comporta un microbioma meno efficiente nel produrre metaboliti benefici, come gli acidi grassi a catena corta (SCFA), in particolare il già citato butirrato, che ha proprietà antinfiammatorie e protettive per la mucosa intestinale.
La barriera intestinale può diventare quindi più permeabile dando origine a un fenomeno noto come leaky gut (intestino permeabile).
Uno studio recente ha rilevato la presenza nei centenari di un microbiota intestinale molto simile a quello dei giovani. Com’è possibile?
È possibile che i centenari abbiano un microbiota particolarmente resiliente, capace di mantenere una composizione sana e funzionale nonostante l'invecchiamento. Questo potrebbe essere il risultato di una combinazione di fattori genetici, ambientali e di stile di vita che proteggono il microbiota dagli effetti negativi dell'invecchiamento.
Potrebbe essere effetto di diete ricche di fibre, antiossidanti e altri nutrienti benefici, che promuovono la crescita di batteri intestinali sani. I centenari potrebbero aver fatto un uso minore di farmaci che alterano il microbiota, come gli antibiotici, rispetto ad altre popolazioni anziane.
Alcuni studi suggeriscono che i centenari possano avere una maggiore presenza di specifici gruppi batterici benefici che sono associati alla longevità e alla protezione contro malattie legate all'età.
È possibile che la somiglianza del microbiota dei centenari a quello dei giovani non sia solo un risultato della longevità, ma anche una causa. Un microbiota sano potrebbe contribuire direttamente alla lunga vita dei centenari, proteggendoli da malattie e promuovendo una salute duratura.
3 Microbiota e malattie
Un microbiota intestinale sano può effettivamente contribuire a prevenire o rallentare l'insorgenza di malattie, in particolare quelle legate all'invecchiamento.
Aiuta a mantenere sotto controllo l'infiammazione cronica di basso grado, nota come "inflammaging", che è comune negli anziani e associata a molte malattie legate all'età, come malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, artrite e alcune forme di cancro.
I batteri benefici producono metaboliti antinfiammatori, come gli acidi grassi a catena corta (ad esempio il butirrato), che possono ridurre l'infiammazione sistemica e proteggere i tessuti; inoltre, contribuisce a una risposta immunitaria più equilibrata, riducendo il rischio di infezioni e malattie autoimmuni.
Infine, può proteggere contro il declino cognitivo attraverso la produzione di neurotrasmettitori, la modulazione dell'infiammazione cerebrale e la protezione della barriera emato-encefalica.
4 Qual è il modo migliore per curare il nostro microbiota intestinale?
Una dieta ricca di fibre è fondamentale per nutrire i batteri benefici nell'intestino. Gli alimenti fermentati sono ricchi di probiotici, che sono batteri vivi benefici per l'intestino. Oltre agli alimenti fermentati, i probiotici possono essere assunti anche sotto forma di integratori.
Favorire l'assunzione di alimenti prebiotici può aiutare a mantenere un microbiota equilibrato. Limitare il consumo di cibi trasformati, dolci e bevande zuccherate è essenziale per mantenere un microbiota sano. È importante utilizzare gli antibiotici solo quando strettamente necessario.
Tecniche di gestione dello stress come la meditazione, lo yoga, la respirazione profonda e l'esercizio fisico regolare possono aiutare a mantenere un microbiota sano, così come una buona qualità del sonno ed evitare il fumo di sigaretta.
L’integrazione è importante?
L'integrazione può essere importante per mantenere e migliorare la salute del microbiota intestinale, ma la sua efficacia dipende da vari fattori, come la qualità degli integratori, le specifiche esigenze individuali e l'equilibrio generale della dieta e dello stile di vita.
L'integrazione per il microbiota intestinale dovrebbe essere vista come un complemento a una dieta equilibrata e a uno stile di vita sano, piuttosto che come una soluzione isolata. Comunque, prima di assumere qualsiasi integratore è bene rivolgersi al medico.
Si possono utilizzare probiotici che sono integratori che contengono ceppi specifici di batteri vivi benefici, prebiotici che sono fibre che alimentano i batteri benefici nell'intestino. Se l'assunzione di fibre attraverso la dieta non è sufficiente, gli integratori di fibre possono aiutare a raggiungere l'apporto raccomandato.
Gli SCFA (acidi grassi a catena corta), come il butirrato, hanno effetti antinfiammatori e protettivi per la mucosa intestinale. In alcuni casi, l'integrazione con polifenoli specifici, come quelli estratti dal tè verde, dall'uva o dai mirtilli, può supportare un microbiota sano.
Le vitamine del gruppo B, la vitamina D, il magnesio e lo zinco possono avere un impatto indiretto sulla salute del microbiota supportando le funzioni immunitarie e metaboliche dell’organismo.
Alfredo Saggioro
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