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La robotica rivoluziona la chirurgia protesica del ginocchio

La robotica rivoluziona la chirurgia protesica del ginocchio

Il robot è un “valido aiuto” che agevola il chirurgo specialmente negli interventi più difficili di protesi al ginocchio.

Dott. Claudio Khabbazè

La chirurgia robotica ha rivoluzionato il modus operandi degli  specialisti che si occupano di chirurgia protesica. Si può paragonare al navigatore dell’automobile: un valido strumento, a volte insostituibile, che utilizziamo comunemente quando non conosciamo la via per raggiungere il nostro obiettivo. Ci aiuta quando non conosciamo il percorso, ma può risultare non necessario quando percorriamo i tragitti abituali.
 

Come avviene la procedura?

Durante la procedura robot-assistita, il chirurgo utilizza un braccio meccanico robotizzato per creare, con precisione millimetrica, l’alloggiamento dei componenti della protesi, usando come guida un modello virtuale tridimensionale del ginocchio del paziente, elaborato da un sistema computerizzato che sfrutta le immagini della tomografia computerizzata (TAC) acquisite prima dell’intervento.
 

Quali sono i suoi vantaggi?

Rispetto alle tecniche tradizionali, la chirurgia robotica si associa a numerosi vantaggi:
• posizionamento dell’impianto più accurato;
• maggior selettività, senza intaccare i tessuti circostanti e le parti sane dell’articolazione;
• maggior sicurezza;
• ridotta invasività, rispetto dell’equilibrio legamentoso, minor necessità di visualizzare l’articolazione.
Precisione, accuratezza e sicurezza della procedura si traducono in una minor perdita di sangue durante l’intervento, tempi di recupero post-operatorio più brevi, minor dolore e minor disagio per il paziente.
 

In cosa consiste il protocollo FAST-Track?

Laddove le condizioni cliniche del paziente lo permettano, si adotta il protocollo cosiddetto FAST-Track, che prevede una serie di accorgimenti dal pre operatorio al post dimissione, mirati al rapido recupero della funzionalità.
Ciò consente al paziente di poter deambulare il giorno successivo all’intervento, se non il giorno stesso, e riacquisire al più presto la funzionalità articolare. Questo si traduce non solo in una degenza ridotta (3-5 gg), ma anche in un risultato clinico migliore.
 

Ci sono delle controindicazioni?

Le indicazioni e le controindicazioni sono le medesime della chirurgia protesica con tecnica tradizionale. Con il robot possono essere effettuati interventi di chirurgia protesica per l’impianto sia di protesi parziali (monocompartimentali) sia di protesi totali.

Le protesi mono-compartimentali, in particolare, rappresentano normalmente per l’ortopedico un intervento chirurgico più difficile rispetto ad una protesi totale e a volte, specie se in mani inesperte, possono dare risultati non ottimali, se non addirittura deludenti.

La chirurgia robotica, in questo caso, si è dimostrata un valido aiuto, tanto che gli studi scientifici internazionali, ai quali peraltro ho apportato il mio contributo personale, hanno dimostrato una maggior sopravvivenza nel breve e medio termine (circa il doppio) delle protesi monocompartimentali impiantate con la chirurgia robotica rispetto alla chirurgia tradizionale.

Da quanto tempo utilizza il robot?

Ho iniziato nel 2011, effettuando oltre 500 impianti come primo operatore. I risultati sono eccezionali, sia in ambito strettamente clinico che in termini di riscontro e soddisfazione da parte dei pazienti.
 

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