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Lo screening del tumore
al seno: l’importanza
della prevenzione

Lo screening del tumore
al seno: l’importanza
della prevenzione

Mammografia, ecografia e visita senologica sono esami essenziali per la prevenzione del carcinoma della mammella, ne parliamo con il Dott. Patrizio Bianchi specializzato in radiologia senologica.

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La prevenzione del tumore mammario viene distinta in primaria e secondaria. La prima tipologia prende in considerazione i fattori di rischio e punta alla rimozione di quelli modificabili.
La prevenzione secondaria mira alla diagnosi precoce del tumore di piccole dimensioni per intraprendere al più presto la terapia.

1 Prevenzione primaria: la rimozione fattori di rischio

Consiste nella rimozione di fattori di rischio conosciuti che aumentano la probabilità di sviluppare la malattia. Si tratta quindi di fattori di rischio modificabili, che possono cioè essere rimossi e che vanno distinti dai fattori di rischio non modificabili sui quali non si può intervenire.

I fattori di rischio non modificabili

Fattori di rischio non modificabili sono rappresentati da

  • età
  • familiarità ed ereditarietà
  • lunga durata del periodo fertile
  • nulliparità
  • pregressa radioterapia a livello toracico 

L’età è il principale fattore di rischio non modificabile: la probabilità di ammalarsi è estremamente rara prima dei 25 anni ed aumenta con l’aumentare dell’età della donna.

I fattori di rischio modificabili

Fattori di rischio modificabili e sui quali è possibile intervenire sono rappresentati da

  • terapia ormonale sostitutiva
  • uso di contraccettivi orali
  • obesità
  • dieta ipercalorica ricca di grassi e zuccheri raffinati e povera di frutta fresca e verdura
  • consumo di alcol
  • frequente consumo di carni rosse
  • sedentarietà 

La prevenzione primaria del tumore al seno può quindi essere fatta evitando/riducendo l’assunzione di ormoni estroprogestinici, mantenendo un adeguato peso corporeo, seguendo una dieta ricca di frutta fresca e verdura e povera di zuccheri, grassi e carni rosse, evitando un eccessivo consumo di alcol e praticando regolarmente l’esercizio fisico.

2 Prevenzione secondaria: la diagnosi precoce

Consiste nella diagnosi precoce della malattia, cioè nell’individuare il tumore quando è di piccole dimensioni, possibilmente sotto il centimetro di diametro.

Più piccolo è il tumore più elevata è la probabilità di guarigione. Più piccolo è il tumore meno aggressivi saranno i trattamenti medici e chirurgici, con possibilità di effettuare una chirurgia conservativa piuttosto che una mastectomia, evitare la rimozione chirurgica dei linfonodi ascellari ed evitare il ricorso alla chemioterapia.

Gli esami diagnostici per la diagnosi precoce del tumore al seno

La diagnosi precoce del tumore mammario si effettua attraverso il ricorso periodico a esami strumentali di 1° livello quali la mammografia e l’ecografia mammaria, che consentono di individuare tumori in fase preclinica, cioè non sintomatici.  

L’autoesame del seno, che consiste nella palpazione delle mammelle e nella loro ispezione da parte della donna ad intervalli regolari, consente di individuare tumori in fase clinica, cioè sintomatici e quindi spesso di dimensioni considerevoli, specie se localizzati negli strati più profondi della mammella.

La prevenzione in caso di familiarità o mutazione genetica

In caso di elevata familiarità o presenza di una mutazione genetica nota, all’esame mammografico ed ecografico va associata la risonanza magnetica delle mammelle con mezzo di contrasto. La maggior parte dei tumori mammari sono però forme sporadiche. Soltanto il 5%-7% risulta essere legato a fattori ereditari.

3 Le età per lo screening senologico

La migliore modalità per la prevenzione secondaria del tumore al seno è rappresentata quindi dalla triade visita senologica+mammografia+ecografia mammaria,  associata all’autoesame del seno. Soltanto in caso di elevata familiarità e presenza di una alterazione genetica nota a questi esami va aggiunta la risonanza magnetica delle mammelle. Gli esami di prevenzione secondaria andrebbero eseguiti secondo il seguente schema:

  • dai 25 ai 30 anni ecografia mammaria + visita senologica con cadenza biennale + autoesame 
  • dai 30 ai 40 anni ecografia mammaria + visita senologica con cadenza annuale + autoesame
  • dai 40 anni in su mammografia + ecografia + visita senologica con cadenza annuale + autoesame

Dai 70 anni in su e in presenza di seni adiposi l’intervallo temporale tra un controllo e l’altro può essere allungato a 18 mesi.

Non vi è un limite di età per cessare i controlli di prevenzione secondaria se non lo stato di salute della donna e la sua capacità di sottoporsi agli esami.

In assenza di familiarità ed ereditarietà le donne operate di tumore mammario dovrebbero sottoporsi a controlli annuali con la triade visita senologica + mammografia + ecografia mammaria, salvo indicazioni specifiche da parte del chirurgo o dell’oncologo.

Cosa valutare con l'autoesame del seno

L’autoesame del seno andrebbe eseguito almeno 3-4 volte l’anno, nelle donne fertili 3-4 giorni dopo la fine del ciclo mestruale.
All’ispezione andrebbero ricercati cambiamenti di aspetto della pelle, del capezzolo o dell’areola come infossamenti o retrazioni, gonfiori, arrossamenti, screpolature, presenza di secrezione dal capezzolo. Alla palpazione andrebbero ricercati noduli o indurimenti.

Non tutte le donne riescono ad eseguire l’autoesame. In molte donne la palpazione genera ansia e risulta difficile, specie se il seno è denso. In questi casi la donna andrebbe rassicurata. Nella diagnosi precoce del tumore mammario l’esame mammografico e l’esame ecografico sono di gran lunga più importanti dell’autoesame.

4 La diagnosi di tumore

La diagnosi di certezza di tumore mammario viene posta dall’anatomopatologo attraverso l’esame istologico o citologico. Attualmente la biopsia mammaria con ago tranciante sotto guida ecografica, con prelievo di alcuni frustoli di tessuto sui quali viene poi eseguito l’esame istologico, rappresenta lo standard internazionale e salvo rari casi ha soppiantato l’agoaspirato con ago sottile e successivo esame citologico, di gran lunga meno diagnostico e non in grado di definire le caratteristiche biologiche del tumore.

In presenza di una lesione sospetta l’agobiopsia mammaria può essere eseguita al termine dell’ecografia, durante la stessa seduta diagnostica, evitando alla donna di dover tornare in ambulatorio in un secondo momento. In questo modo si riducono i controlli ravvicinati a sei mesi, aumenta la capacità di individuare tumori di piccole dimensioni e migliora la diagnosi precoce.

In presenza di un tumore mammario diagnosticato è necessario l’intervento di altre figure specialistiche responsabili della terapia della malattia, quali il chirurgo senologo per la rimozione chirurgica, l’oncologo per la somministrazione di una adeguata terapia medica pre o post chirurgica ed il radioterapista per la somministrazione di una adeguata radioterapia locale.

L’importanza di una diagnosi precoce è testimoniata dall'elevata percentuale di guarigione. Per tumori di piccole dimensioni e in assenza di interessamento linfonodale la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi supera il 90%.

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