Steatosi epatica: l’alimentazione per evitare il fegato grasso
La steatosi epatica non alcolica è l'eccessivo accumulo di grasso nel fegato che scatena un innalzamento dei trigliceridi. Ne parliamo con il Dott. Luciano Pagnin, dietista.
Con Steatosi Epatica o, dall’acronimo inglese “Non Alcoholic Fatty Liver Disease” (fegato grasso per causa non alcolica), NAFLD, si indica la condizione in cui si instaura un eccessivo accumulo di grasso all’interno delle cellule del fegato.
1 Il fegato e le sue funzioni
L’organo epatico ricopre fisiologicamente un ruolo molto importante nel metabolismo dei grassi: esso sintetizza trigliceridi, colesterolo, fosfolipidi e lipoproteine, oltre ad essere la principale sede dei processi ossidativi dei trigliceridi e della eliminazione del colesterolo e fosfolipidi in eccesso attraverso la bile.
Risulta, quindi, normale che una certa quantità di lipidi si concentri nel fegato. Tuttavia, quando il grado di tale concentrazione supera circa il 5% del peso dell’organo, allora può svilupparsi la condizione di steatosi, la quale a sua volta, se non gestita per tempo, potrebbe diventare una sorta di “trampolino di lancio” per l’insorgenza della Steatoepatite (NASH).
2 Cos'è la steatosi epatica
Il grasso si accumula nel fegato perché gli arriva una quantità energetica eccessiva sotto forma di acidi grassi, che derivano da zuccheri e grassi e che risultano essere tossici.
Il fegato, in questa condizione, tenta quindi di neutralizzare questi acidi in eccesso accumulandoli sotto forma di trigliceridi, ragion per cui il fegato diventa “grasso”.
La condizione di steatosi può essere indirizzato da dei parametri ematici attraverso un esame del sangue (transaminasi: AST e ALT) e successivamente evidenziato per mezzo di una semplice ecografia, esame assolutamente non invasivo.
Le correlazioni con la Sindrome Metabolica
La maggior parte dei casi di Steatosi Epatica è collegata alla Sindrome Metabolica, la quale è caratterizzata dal sovrappeso (anche se, in realtà, esistono soggetti non in sovrappeso che soffrono di steatosi), dal diabete o semplicemente da una insulino-resistenza, da un rialzo dei trigliceridi circolanti nel torrente ematico e dall’aumento del grasso viscerale.
3 Fegato grasso e alimentazione
Dunque cosa si può fare per tentare di arginare questa condizione?
Prima di tutto si deve “invertire la rotta” e ciò per impedire che la steatosi possa diventare steatoepatite o NASH, condizione che può indurre alla degenerazione dell’organo portando alla cirrosi epatica e successivamente, talvolta, al tumore epatico.
Si dovrà quindi introdurre una quantità inferiore di energia con gli alimenti, nonché aumentare il dispendio energetico con un’attività fisica regolare anche se moderata.
Importante quindi risulterà essere il permanente cambio di stile di vita in cui l’attività fisica aerobica (passeggiata, leggera corsa, bicicletta, etc) sarà accompagnata da una dieta in cui l’apporto di cibi ricchi in grassi saturi, zuccheri semplici e fruttosio, nonché l’alcool in genere, sarà controllato e limitato.
Alimenti da evitare
- Grassi animali come il burro, lardo, strutto e panna
- Cibi “fast food” ricchi di grassi idrogenati (quest’ultimi spesso presenti anche in preparati alimentari industriali e nei piatti pronti)
- Frattaglie
- Insaccati come salame, salsiccia, cotechino e parti grasse delle carni
- Salse come la maionese, il ketchup, e altre salse elaborate
- Bevande zuccherate (aranciata, chinotto, acqua tonica, etc) e succhi di frutta. Quest’ultimi in quanto naturali apportatori di fruttosio, il quale aumenta la steatosi.
- Frutta sciroppata e marmellate
- Miele, zucchero bianco da tavola e zucchero di canna
- Dolci e dolciumi in genere
- Prodotti da forno in cui siano presenti grassi vegetali, se non specificato l’assenza dei grassi derivanti dalla palma e dal cocco in cui sono presenti grassi saturi
- Alcoolici come il vino, la birra e i liquori
Alimenti da assumere con moderazione
- Frutta mediamente più zuccherina (uva, fichi, cachi, mandarini)
- Affettati sgrassati (prosciutto crudo, cotto, speck, bresaola)
- Formaggi freschi
- Olio extra vergine di oliva oppure oli monoseme, ma dosando bene l’apporto in quanto elevati apportatori calorici
Alimenti consentiti e consigliati
- Pesce (soprattutto il pesce azzurro) per il loro contenuto elevato in acidi grassi polinsaturi ω3
- Verdure cotte e crude. Soprattutto gli ortaggi che agiscono in maniera tonica e detossificante nei riguardi del fegato come i carciofi e le erbe amare.
- Pasta, riso, orzo, farro e tutti i cereali in genere se di tipo integrale
- Legumi (piselli, ceci, lenticchie, fave, fagioli)
- Carni rosse e bianche senza grasso visibile
- Latte e yogurt scremati
Luciano Pagnin
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