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L’alluce valgo: cause, sintomi e trattamento

L’alluce valgo: cause, sintomi e trattamento

È una condizione comune, soprattutto nelle donne, che causa deformità del piede, dolore e difficoltà di deambulazione.

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L’alluce valgo è la deformità più comune dell’avampiede e, causando dolore, può incidere anche significativamente in maniera negativa nelle attività della vita quotidiana dei pazienti limitandone l’autonomia del cammino. Le moderne tecniche chirurgiche praticate attraverso accessi minimali consentono nella gran parte dei casi di trattare adeguatamente le alterazioni causate dalla patologia con tempi di ripresa più rapidi di quanto succedeva in passato con metodiche di intervento tradizionali e a cielo aperto.

1 Cos’è l’alluce valgo?

L’alluce valgo è una deformità molto comune dell’avampiede che colpisce più frequentemente il sesso femminile. Comporta la deviazione, cosiddetta in valgismo, e la pronazione del I dito.

Il paziente si accorge della patologia perché l’alluce cambia il suo asse inclinandosi verso l’esterno, torcendosi in pronazione e contemporaneamente comincia a rendersi evidente la presenza di una sporgenza ossea in corrispondenza della testa del I osso metatarsale.
La cute al di sopra di questa sporgenza ossea può confliggere contro le calzature ed infiammarsi procurando dolore e, nei casi più gravi, andare incontro ad ulcerazione. 

La deformità del I dito si può accompagnare ad una alterazione della dinamica metatarsale con sovraccarichi localizzati e dolore (metatarsalgia) talora molto fastidiosi. Nelle fasi più avanzate l’alluce può accavallarsi al II dito.

Lo squilibrio dovuto alla deformità dell’alluce determina zone di sovraccarico nel contesto della articolazione metatarsofalangea. Ciò può portare alla artrosi di questa articolazione e la riduzione del suo movimento più o meno marcata ed il dolore che ne conseguono complicano ulteriormente il quadro clinico.

2 Quali sono le cause dell’alluce valgo?

Le cause di questa patologia vanno ricercate in alterazioni della biomeccanica del piede e dell’arto inferiore che possono essere determinate in differenti modi.

  • su base genetica (malformazioni congenite o acquisite)
  • su base traumatica
  • in seguito a patologie infiammatorie (ad esempio l’artrite reumatoide) 

L’utilizzo di calzature non idonee, con tacco alto, pianta e punta stretta, possono facilitarne l’insorgenza ed accelerarne l’evoluzione.

3 Quali sono i sintomi?

La sintomatologia è soggettivamente molto variabile e può essere riferita all’alluce o anche al secondo dito. In alcuni casi i pazienti lamentano molto dolore sebbene la deformità sia di moderata entità.

L’alluce valgo è una patologia che può impattare negativamente in maniera anche importante sulla qualità della vita del paziente a causa del dolore e della disabilità che produce e non da ultimo per la limitazione della libertà di scelta delle calzature che necessariamente comporta. 

Si può prevenire?

Non essendo possibile effettuare un'adeguata prevenzione, è consigliabile alle persone che ne sono predisposte di evitare le scarpe strette con tacco alto.

4 Come si esegue la diagnosi?

La diagnosi di alluce valgo viene posta dopo l'esecuzione di una accurata visita specialistica durante la quale vengono prese in esame oltre alle alterazioni dell’alluce le sue eventuali difficoltà di movimento. A completamento della diagnosi sono necessarie delle radiografie del piede in due proiezioni sotto carico che consentono al medico di studiare gli aspetti salienti della patologia e programmare nella maniera più corretta la tipologia del trattamento. 

Nella fattispecie nelle radiografie vengono studiati l’angolo di valgismo dell’alluce (HVA), l’angolo intermetatarsale (IMA), l’angolo metatarsale distale (PASA) e l’angolo interfalangeo dell’alluce valgo (HVI) che insieme alla valutazione dello stato della articolazione metatarso falangea dell’alluce consentono un inquadramento completo della patologia.

5 La terapia conservativa

La terapia conservativa si avvale dell’uso di calzature idonee, basse e a pianta larga così da offrire molto spazio per le dita evitando per quanto possibile attriti e compressioni localizzate.

Possono essere di grande aiuto anche plantari su misura che sono realizzati per compensare le zone di sovraccarico e per riequilibrare l’appoggio del piede e cuscinetti separa dita.

In caso di dolore e gonfiore si può ricorrere all’utilizzo di farmaci antinfiammatori per via generale o topica e occasionalmente anche ad infiltrazioni locali cortisoniche, facendo tuttavia molta attenzione alle controindicazioni di questi farmaci. Quando il trattamento conservativo non porta vantaggi significativi e il paziente lamenta dolore e disabilità deve essere considerata la soluzione chirurgica.

6 L’intervento chirurgico

L'obiettivo del trattamento chirurgico è quello di correggere le deformità dell’alluce valgo riportandolo nell’asse più corretto possibile e di alleviare il disagio per il paziente. La chirurgia può essere eseguita con tecniche tradizionali classiche che prevedono un accesso a cielo aperto con una incisione cutanea più ampia ed esposizione dei piani della articolazione oppure con metodiche mini invasive che consentono di intervenire attraverso piccole incisioni e minor danno tissutale. 

Nel tempo sono state proposte molte metodiche di trattamento chirurgico dell’alluce valgo. Allo stato attuale sono state descritte in letteratura oltre cento tecniche di intervento. Recentemente assumono sempre maggior considerazione le metodiche di intervento mini invasive.

Alle tecniche mini invasive si è giunti riducendo progressivamente la lunghezza degli accessi chirurgici cutanei tanto da impiegare incisioni quasi puntiformi.

La chirurgia mini invasiva ha la finalità di correggere la deformità dell’alluce, di ridurre il tasso di complicazioni legate alle esposizioni chirurgiche. Consente di accorciare i tempi dell’intervento e della degenza, di ridurre il dolore accelerando il recupero funzionale con risultati estetici migliori rispetto a quelli delle tecniche tradizionali. 

La nostra convinzione è che non esista un unico intervento efficace in tutte le situazioni ma che, a seconda della gravità della patologia, si debba ricorrere ad una diversa tipologia di intervento correttivo.

L’accurato esame clinico, associato all’esecuzione di accertamenti strumentali mirati, permette di studiare approfonditamente la patologia consentendo di giungere ad una diagnosi accurata sulla base della quale a sua volta è possibile impostare il trattamento più adeguato.

La chirurgia mini-invasiva

Gli ambiti ideali nei quali l’intervento mininvasivo trova indicazione sono nelle situazioni in cui l’angolo inter-metatarsale non superi i 20 gradi e l’angolo metatarso-falangeo non sia maggiore di 40 gradi.

In queste condizioni la chirurgia mininvasiva dell’alluce valgo rappresenta una importante risorsa e un progresso rilevante nel trattamento di questa patologia. La chirurgia mininvasiva consente notevoli vantaggi: 

  • incisione chirurgica molto piccola
  • notevole riduzione del dolore post-operatorio rispetto alle altre metodiche chirurgiche che necessitano di incisioni più ampie
  • possibilità di deambulare immediatamente con idonea calzatura
  • esecuzione dell’intervento in day surgery e tempi di recupero più corti

La procedura chirurgica che noi attuiamo è quella secondo la tecnica SERI (acronimo che sta per Simple, Effective, Rapid ed Inexpensive).

L’intervento consiste nel praticare una piccola incisione sul collo della testa del I osso metatarsale attraverso la quale, con l’ausilio dell’amplificatore di brillanza, si pratica una osteotomia multiplanare a livello della testa del I metatarso. Si procede quindi al riallineamento e al riequilibrio della dinamica metatarsale stabilizzando infine l’osteotomia con un filo di Kirschner. 

Il filo di Kirschner viene poi rimosso in maniera indolore dopo circa un mese in ambiente ambulatoriale in seguito ad un controllo radiologico che confermi la buona evoluzione della consolidazione dell’osteotomia.

L’intervento così eseguito permette una convalescenza molto rapida con la possibilità di deambulare immediatamente il giorno dopo la procedura stessa indossando una calzatura che protegge il sito chirurgico.

Questa tecnica, in virtù delle caratteristiche di semplicità, efficacia nel correggere tutte le caratteristiche della deformità, comprende tutti i vantaggi correlati alla chirurgia mini invasiva. I risultati pubblicati in letteratura e le ampie casistiche ne hanno dimostrato l’affidabilità e le ridotte complicanze.

Di fronte a deformità più gravi rispetto a quelle sopra indicate la chirurgia mini invasiva può risultare insufficiente per cui, in queste situazioni più complesse, la nostra scelta ricade su altre metodiche tradizionali.

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Prof. Vincenzo Sollazzo Prof. Vincenzo Sollazzo
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Vincenzo Sollazzo

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