Malformazioni congenite, predisposizione familiare e stili di vita scorretti possono portare a patologie cardiache a carico di cuore e arterie. Eccesso di grassi e zuccheri, fumo e sedentarietà favoriscono l'insorgere di disturbi che possono avere un decorso molto importante.
Vediamo quali sono e come prevenirli.
Indice
1 Malattie cardiovascolari: quali sono i sintomi
I disturbi cardiovascolari, solo in Italia, causano la morte di circa 230 mila persone all'anno, il 36% dei decessi nella popolazione e chi sopravvive deve sottoporsi a cure mediche per tutta la vita.
L'insorgenza è differente in base al genere: negli uomini iniziano a manifestarsi a partire dai 40 anni, mentre nelle donne l'incidenza è più bassa fino al raggiungimento della menopausa, nel momento in cui viene meno l'effetto protettivo degli estrogeni, per poi innalzarsi dopo i 60 anni.
Anche se spesso le patologie a carico del cuore e dei vasi sanguigni sono malattie "silenziose", i sintomi più comuni che si manifestano sono
- dolore toracico
- respiro affannoso
- affaticamento
- battito cardiaco lento, veloce o irregolare
- palpitazioni
- perdita di coscienza
- gonfiore agli arti inferiori
Il respiro affannoso o dispnea può manifestarsi sotto sforzo, dopo un percorso in salita o una rampa di scalee, ma anche a riposo con la difficoltà di respirare in posizione supina.
La perdita di coscienza, nota come sincope, quando deriva da disfunzioni a livello del cuore si manifesta all'improvviso, senza cause apparenti come il classico calo di pressione ed è spesso legata ai battiti irregolari dovuti ad un'aritmia cardiaca. Le palpitazioni, si possono presentare come un tuffo al cuore o uno sfarfallio all'interno della cassa toracica, tipiche di un'extrasistole, oppure con battito cardiaco molto accelerato o molto rallentato.
A volte le sintomatologie possono essere differenti tra popolazione maschile e femminile, infatti queste ultime, possono anche lamentare stanchezza, sensazione di svenimento e dolore addominale nella regione sottombelicale.
Spesso, nella popolazione molto anziana, i sintomi possono essere atipici e manifestarsi in sedi insolite.
2 Quali sono le malattie cardiovascolari più diffuse?
Sono molte le patologie che possono interessare l'apparato cardiovascolare, alcune possono essere malformazioni congenite che si presentano alla nascita o in età pediatrica oppure possono derivare da familiarità e scorrette abitudini di vita.
Si annoverano tra le principali malattie cardiache
- malformazioni e soffio al cuore
- angina pectoris
- infarto del miocardio
- ictus ischemico ed emorragico
- claudicatio intermittens
- cardiomiopatie
Le malformazioni cardiache e il soffio al cuore
Le malformazioni cardiache possono presentarsi alla nascita e si manifestano in circa 6-10 neonati su 1000. Sono difetti congeniti della struttura del cuore o della funzionalità cardiaca, spesso asintomatiche e rilevabili con una visita cardiologica pediatrica.
Non sempre sono rilevabili, magari all'occhio di un genitore, ma si può prestare attenzione a manifestazioni quali perdita di coscienza, palpitazioni, cianosi e affaticabilità e procedere con gli esami diagnostici.
Il soffio al cuore è un fruscio, una vibrazione che si può sentire auscultando l'organo cardiaco. Si manifesta spesso nei bambini e può essere di tipo funzionale o patologico. Nel primo caso si tratta della vibrazione prodotta dal flusso del sangue che passa attraverso il cuore e solitamente, non presenta sintomi particolari e si risolve da sola con l'ampliarsi della cassa toracica dovuto alla crescita del bambino.
Il soffio al cuore patologico si può manifestare con sudorazione, dolori al petto, vertigini e potrebbe essere la spia di una malformazione congenita che è bene indagare per iniziare l'adeguata terapia.
La fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale è una malattia del cuore dovuta a una scarica di impulsi ad alta frequenza che causano un battito cardiaco irregolare, scoordinato e spesso molto accelerato (tachicardia), ma, a volte, molto rallentato (bradicardia). Durante un episodio di fibrillazione atriale possono comparire, oltre alle palpitazioni, giramenti di testa, affanno, sincope.
È la più comune delle aritmie e si stima che colpisca, almeno una volta nella vita, una persona su quattro dopo i 40 anni. Si può trattare di un episodio transitorio oppure questo tipo di aritmia, in presone predisposte, può diventare ricorrente e cronicizzarsi, da qui il rischio di ictus ischemico.
L'infarto del miocardio
L'infarto del miocardio è la conseguenza dell'aterosclerosi coronarica, una patologia che coinvolge le arterie e che ne può causare il restringimento, l'ostruzione o la rottura.
Quando un'arteria si ostruisce, solitamente a causa di un coagulo di sangue (trombo), il regolare flusso sanguigno al cuore viene a mancare. Questo porta alla necrosi dei tessuti e alla morte dell'organo.
L'attacco di cuore ha un'insorgenza improvvisa, dopo uno sforzo fisico o un forte stress e si manifesta con dolore di tipo costrittivo nella parte bassa del torace, sudorazione fredda, nausea e vomito, difficoltà respiratorie. Il dolore si può irradiare al collo e all mandibola, al braccio sinistro e alla spalla.
L'episodio può arrivare a durare anche 30 minuti ed è fondamentale far intervenire i soccorsi in tempi brevi per poter iniziare la terapia per sciogliere il trombo ed evitare l'aggravarsi della situazione.
L'angina pectoris (ischemia miocardica transitoria)
Dal latino "dolore al torace", la patologia prende il nome dal sintomo che la caratterizza. È causata da uno scarso afflusso di sangue al cuore, dovuto all'irrigidimento delle arterie, che provoca insufficiente apporto di ossigeno all'organo e si verifica quando la quantità di sangue richiesto non è soddisfatta. La stenosi (irrigidimento) delle arterie è una delle manifestazioni dell'aterosclerosi coronarica, ma l'ischemia miocardica transitoria può essere dovuta anche ad altri fattori quali la cardiomiopatia, l'ipertensione e la stenosi aortica.
L'episodio ischemico è scatenato dall'attività fisica o da un forte stress emotivo, ha solitamente la durata di pochi minuti e scompare mettendo il soggetto a riposo.
A differenza dell'infarto del miocardio l'angina pectoris non determina la morte dei tessuti e può causare un malessere oppressivo in zona retrosternale che si può irradiare al braccio, al collo e nella parte superiore dell'addome, provoca mancanza di respiro, nausea e vomito. Si può manifestare più volte in una giornata o essere notturna, può aggravarsi col passare del tempo o regredire.
L'ictus ischemico ed emorragico
L'ictus ischemico è la morte dei tessuti cerebrali dovuta alla mancanza di flusso sanguigno che porta l'ossigeno al cervello. Si verifica in presenza dell'ostruzione di un'arteria, spesso un ramo della carotide, causato da un trombo (coagulo di sangue) o un deposito di grasso (placche o ateromi) dovuto all'aterosclerosi.
L'ateroma, dovuto all'eccessiva presenza di grassi (dislipidemia) nel sangue crea all'interno delle arterie dei depositi che continuano ad ingrandirsi nel tempo.
Questa situazione può portare ad un flusso rallentato con la conseguente formazione di coaguli o, in caso di distacco della placca aterosclerotica, la formazione di un coagulo di grasso (embolo).
L'ictus ischemico si manifesta con stordimento, debolezza, difficoltà di linguaggio, mancanza di controllo di un lato del corpo, perdita di equilibrio.
Per riconoscere i sintomi di un attacco si può utilizzare l'acronimo inglese FAST
- Face - debolezza facciale con occhio e bocca cascanti
- Arm - capacità di alzare un solo braccio
- Speech - perdita dell'uso e della comprensione delle parole
- Test - verificare i segni e chiamare i soccorsi
L'ictus emorragico è la rottura di un'arteria cerebrale che provoca l'accumulo di sangue nei tessuti encefalici. Solitamente è dovuto alla rottura di un aneurisma, una dilatazione patologica a carico dell'arteria che può essere paragonata ad un palloncino in pressione, dalla presenza di una malformazione arterovenosa, dall'ipertensione cronica, da un trauma cranico.
I campanelli d'allarme di un ictus emorragico sono cefalea acuta particolarmente intensa associata a rigidità nucale, fotofobia e disturbi visivi, perdita di coscienza.
I tempi di soccorso devono essere rapidi e il soggetto colpito deve avere assistenza medica nel minor tempo possibile per evitare la morte o danni cerebrali permanenti.
La claudicatio intermittens
È un dolore alla gamba, che colpisce solitamente un arto inferiore sottoforma di crampo e si presenta ogniqualvolta il soggetto si sottopone ad attività fisica anche di entità modesta. Il dolore si attenua con il riposo, da qui il nome di "zoppia intermittente" dovuto alle pause forzate per permettere al dolore di placarsi.
Si tratta di una malattia cardiovascolare, manifestazione della coronaropatia che interessa le aree periferiche e colpisce gli arti con la formazione di placche lipidiche che rallentano il flusso sanguigno nelle arterie femoro-poplitea e iliaca. In mancanza dell'ossigeno portato dal sangue il muscolo lavorerà in modo anaerobico formando acido lattico e conseguente dolore.
In base all'arteria colpita il dolore può interessare il polpaccio, il fianco o la natica corrispondenti.
Le cardiomiopatie
Le cardiomiopatie sono delle malattie del cuore che interessano le contrazioni del muscolo cardiaco che non riesce a pompare il sangue in modo efficiente. Sono di tre tipi diversi
- dilatative
- ipertrofiche
- restrittive
Le cardiomiopatie dilatative si manifestano con una dilatazione del ventricolo sinistro dovuta ad un precedente attacco di cuore, ad una valvulopatia, all'ipertensione, all'abuso di alcol e sostanze stimolanti come anfetamine e cocaina.
Le cardiomiopatie ipertrofiche hanno solitamente un'origine genetica, ma possono anche essere legate a tiroidismo o diabete e causano l'ispessimento delle pareti ventricolari: di conseguenza le cavità all'interno del cuore si restringono e la quantità di sangue pompata si riduce.
Le cardiomiopatie restrittive comportano una perdita di elasticità dei tessuti del cuore che, dopo la contrazione, non riuscirà a rilassarsi completamente e a riempirsi di una congrua quantità di sangue. Di solito sono presenti negli anziani e dovute ad un'infiltrazione nel cuore derivanti da accumulo di conformazioni anomale come tessuto cicatriziale, fibrille amiloidi, granulomi.
3 Le cause delle malattie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari insorgono a causa di numerosi fattori, modificabili e non modificabili, che concorrono ad instaurare le condizioni favorevoli alla comparsa di una o più patologie.
Tra i fattori di rischio non modificabili possiamo contare
- l'età
- il sesso
- la familiarità
Con l'avanzare dell'età il rischio di sviluppare malattie cardiache aumenta a causa del fisiologico invecchiamento dell'apparato cardiovascolare.
Gli uomini tendono ad essere maggiormente soggetti a patologie cardiovascolari rispetto alle donne che sono protette dagli estrogeni durante la fertilità, l'insorgenza nel maschio si presenta già dopo i 40 anni, mentre nella donna si ha dopo la menopausa.
La familiarità è un fattore di rischio molto importante, si stima infatti che in presenza di un genitore che ha avuto un evento cardiaco le probabilità di predisposizione familiare si attestano sul 40-60%.
I fattori di rischio modificabili sono, invece, quei fattori legati ad alcune patologie e allo stile di vita come
- fumo
- ipertensione
- dislipidemia
- diabete
Fumo e patologia cardiovascolare
Il fumo porta i rischi dati dalla nicotina e dal monossido di carbonio che si sviluppa con la combustione: la prima accelera il battito cardiaco e la pressione sanguigna, mentre il secondo diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue. Inoltre danneggia le pareti interne dei vasi sanguigni e provoca vasocostrizione aumentando la possibilità che si formino trombi o placche.
Come singolo fattore di rischio il tabacco aumenta dalle due alle quattro volte la possibilità di sviluppare cardiopatie, in associazione ad altri fattori il rischio aumenta in maniera esponenziale.
È bene ricordare che il rischio diminuisce progressivamente con lo stop al fumo già dopo il primo anno e, dopo vent'anni l'organismo ritorna quasi allo stato di quello di un non fumatore.
L'ipertensione
L'ipertensione non è una vera e propria patologia, ma uno dei principali fattori di rischio nello sviluppo di problemi cardiovascolari.
È la condizione nella quale la pressione arteriosa del sangue, la forza che il flusso sanguigno imprime alle pareti delle arterie nel suo normale scorrimento, è costantemente più alta dei valori fisiologici ottimali.
Quando le arterie sono irrigidite, nei pazienti anziani o in giovani con familiarità, si verifica un aumento di pressione: quella che si definisce "pressione alta" si ha quando la pressione diastolica (minima) supera i 90 mmHg e la sistolica (massima) i 140 mmHg.
La dislipidemia
La dislipidemia si ha quando si riscontra, attraverso le analisi di laboratorio, un livello elevato di grassi, colosterolo (LDL e HDL) e trigliceridi, nel sangue.
Il colesterolo è un componente fisiologico essenziale che aiuta l'assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili, aiuta la formazione della vitamina D e degli ormoni.
Il corpo umano è in grado di sintetizzare autonomamente il colesterolo tramite un processo endogeno attuato principalmente dal fegato.
Quando l'introduzione di grassi attraverso l'alimentazione aumenta sensibilmente, i processi epatici rallentano mantenendo un rapporto stabile tra il colesterolo assunto con la dieta e quello prodotto dall'organismo. Pertanto, alla base dell'ipercolesterolemia ci può anche essere uno squilibrio nella sintesi, con eccessiva produzione, da parte degli organi deputati.
I trigliceridi sono grassi in circolo nel sangue che contribuiscono alla costruzione dei tessuti di cuore, fegato e apparato muscolare. Il loro eccesso viene immagazzinato all'interno delle cellule adipose, creando massa grassa, per poi essere utilizzati dall'organismo come fonte energetica per coadiuvare i processi metabolici.
I grassi ingeriti con l'alimentazione, durante il processo di digestione, sono scissi in acidi grassi per permetterne l'assorbimento attraverso l'intestino; dopodiché vengono trasformati in trigliceridi e trasportati alle cellule per assolvere alle loro funzioni metaboliche.
Una presenza troppo alta di trigliceridi concorre allo sviluppo di aterosclerosi e diabete.
Il diabete
Il diabete è una patologia cronica legata all'iperglicemia, l'aumento di glucosio nel sangue.
Quando, attraverso l'alimentazione si introducono carboidrati, questi vengono scissi da un ormone, l'insulina, prodotto dal pancreas per permetterne l'ingresso nelle cellule.
Nel paziente diabetico le quantità di insulina prodotte non sono sufficienti a processare gli zuccheri ingeriti che si vanno ad accumulare nel sangue.
Gli elevati livelli di zuccheri in circolo sono la causa di lesioni delle arterie che portano a problemi cardiovascolari, ma anche alla cosiddetta "sindrome metabolica", una patologia che causa l'insorgenza di dislipidemia, ipertensione, obesità. Tutti ulteriori fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
Il diabete aumenta di due volte le probabilità di sviluppare un infarto del miocardio.
4 La prevenzione delle malattie cardiovascolari
Se i fattori di rischio dei problemi cardiovascolari sono in parte non modificabili, un'ottima prevenzione si può fare, invece, su quelli che sono modificabili: fumo, ipertensione, dislipidemia, diabete.
Adottare una stile di vita sano, praticare una moderata attività fisica in modo costante, sottoporsi a controlli periodici tenendo conto della propria età, sesso e familiarità.
Particolare attenzione meritano i coronavirus responsabili dell'influenza stagionale e il virus SARS-CoV-2 che causa l'infezione da COVID-19, poiché è dimostrata la loro correlazione con danni cardiaci che possono perdurare anche dopo la guarigione. Il vaccino antinfluenzale e il vaccino contro il SARS-CoV-2 sono un'ottima arma di prevenzione per proteggere il cuore dall'insorgenza di eventuali danni.
Alimentazione e stile di vita
Una dieta sana ed equilibrata, povera di zuccheri e grassi animali, ricca di legumi, frutta e verdura è, già da sola un ottimo metodo per controllare l'ipercolesterolemia e l'ipertensione.
L'assunzione di omega-3, grassi polinsaturi presenti nel pesce e nei semi oleosi come noci, semi di lino e semi di zucca aiuta a controllare le quantità di colesterolo e trigliceridi nel sangue e contribuiscono al normale funzionamento del cuore.
Il cacao, sottoforma di cioccolato fondente, con il suo grande apporto di flavonoidi mantiene la salute delle cellule, abbassa la pressione sanguigna e modula la funzione della piastrine.
È importante smettere di fumare, almeno dopo una certa età, poiché si riduce sensibilmente la possibilità di sviluppare una malattia coronarica.
Fare attività fisica con costanza, praticare uno sport che sia di resistenza permette di aumentare lo spessore delle pareti cardiache che diventano più forti e riescono a pompare meglio il sangue con il risultato di migliorare la circolazione periferica e lo scambio di ossigeno. Prima di dedicarsi allo sport, anche se in maniera amatoriale, è sempre consigliato sottoporsi ad una visita medico sportiva.
Il controllo del peso corporeo attraverso la dieta è fondamentale per abbassare il fattore di rischio dato da sovrappeso e obesità.
5 La diagnosi delle patologie cardiocircolatorie
Dato che i problemi cardiaci sono la principale causa di morte nel mondo occidentale è bene pensare a dei controlli periodici soprattutto quando si è in presenza di fattori di rischio non modificabili.
Attualmente per diagnosticare le malattie cardiache ci sono indagini apposite come
- esami del sangue
- elettrocardiogramma (ECG)
- ecocolordoppler
- ecocardiografia
- risonanza magnetica
- tomografia
- angiografia
L'elettrocardiogramma
L'elettrocardiogramma è la registrazione degli impulsi elettrici del cuore per raccogliere informazioni sulle funzionalità di seno atriale, il punto dove si generano gli impulsi, il ritmo del cuore e la conduzione nervosa.
È un esame non invasivo che si esegue con l'applicazione di piccoli sensori sul torace e sulle braccia, collegati ad un apparecchio che registra i tracciati di ogni elettrodo per poter valutare da più angolature l'attività elettrica. La durata è di pochi minuti e il paziente a riposo in posizione supina.
Quando, invece, si valuta l'afflusso di sangue al cuore, si esegue il test di sforzo, in cui al paziente viene aumentato il battito cardiaco per mezzo di attività fisica o con l'assunzione di appositi farmaci.
Il paziente potrà camminare su un tapis roulant o pedalare su una cyclette con una progressiva richiesta di sforzo, mentre l'ECG registra i dati cardiaci.
Ecocardiografia e ecocolordoppler
L'ecocardiografia è un esame che mira a valutare il flusso sanguigno che passa attraverso le valvole cardiache, permette di visionare la morfologia dell'organo e la sua funzionalità, sia a riposo che sotto sforzo fisico o sforzo indotto tramite farmaci.
L'esame può essere transtoracico, transesofageo e digitale.
L'ecocolordoppler rende delle immagini a colori dei vasi sanguigni, le arterie in rosso e le vene in blu. Molto importante per lo studio della direzione dei globuli rossi nel flusso sanguigno per la prevenzione di stenosi arteriose, lesioni aterosclerotiche, trombi e aneurismi.
Come ogni ecografia l'esame non è invasivo, dura circa 20 minuti e si svolge applicando un gel e una sonda sulla parte da visionare.
L'angiografia
L'angiografia è un esame radiologico che, per mezzo di un liquido di contrasto iniettato nel vaso sanguigno interessato, permette di visionarne lo stato di salute.
Lo scopo è indagare su eventuali anomalie come restringimenti e occlusioni o avere in quadro preciso di un paziente che deve sottoporsi ad angioplastica o inserimento di uno stent coronarico.
L'esame si esegue tramite l'inserimento in anestesia locale di un piccolo catere, solitamente con una piccola incisione inguinale. Il catetere verrà posizionato in prossimità del vaso sanguigno da esaminare e rilascerà il liquido di contrasto che permetterà di iniziare la ripresa dei radiogrammi.