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Inseminazione intrauterina (IUI): cos’è, quando è indicata e come si esegue

Inseminazione intrauterina (IUI): cos’è, quando è indicata e come si esegue

Una tecnica di PMA dedicata a chi inizia il percorso di fecondazione assistita. Ne parliamo con il Dott. Francesco Tomei, ginecologo.

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L'inseminazione intrauterina è un trattamento di fertilità che aiuta molte coppie a concepire. È considerata spesso come un primo passo per chi non riesce ad avere figli naturalmente.

In questo articolo, parleremo di cosa significa questo trattamento, chi può farlo e come funziona. Cercheremo di spiegare tutto in modo chiaro, per aiutare chi sta pensando a questa opzione a capire meglio di cosa si tratta.

1 Cos’è la IUI?

L’ Inseminazione Intrauterina (I.U.I.) è una tecnica di I livello, la più semplice e meno invasiva: l’atto della fecondazione (unione dell’ovulo femminile con lo spermatozoo) si realizza all’interno dell’apparato genitale femminile (in vivo) a livello tubarico. L’uovo fecondato (embrione) scenderà poi in utero per annidarsi.                                                                                                    

Nel resto del mondo le IUI, invece, non vengono annoverate tra le tecniche di riproduzione assistita.                                                                                   

La IUI può essere eseguita su un ciclo mestruale spontaneo in assenza di stimolazione ormonale o con una moderata stimolazione, della durata di 10/12 giorni finalizzata ad una produzione massima di 2 follicoli (o 3 in casi selezionati), contenenti gli ovociti. 

2 Quando è Indicata la IUI omologa?

È fondamentale, a seguito di una precisa valutazione clinico-anamnestica associata a corretti accertamenti diagnostici (in primis la riserva ovarica con il dosaggio dell’ormone antimulleriano e/o la conta dei follicoli antrali per la partner e l’esame seminale per il partner) e preconcezionali, eseguire un counseling informativo specifico alla coppia sulla procedura, comprensivo dei fattori d’infertilità riscontrati e della prognosi di gravidanza espressa come  probabilità di successo, che per la IUI in donne under 35, alla prima procedura, si attestano intorno all'11.5%. 

La IUI è raccomandata in diverse situazioni di infertilità di coppia:                                                                                           

  • infertilità idiopatica
  • infertilità femminile, in caso di:
    • fattore tubarico parziale lieve
    • infertilità endocrino ovulatoria
    • endometriosi 1° e 2° stadio
  • infertilità maschile, in caso di:
    • lieve riduzione di numero, motilità e morfologia degli spermatozoi
    • impotenza coeundi                                                                   

Ci sono due importanti fattori da tenere in considerazione: l’età della donna e il tempo trascorso dal primo tentativo di concepimento. Infatti la IUI è particolarmente efficace nelle donne  fino ai 35 anni e deve essere considerata entro i primi 2 anni di ricerca di una gravidanza.

3 Come si esegue la IUI?

L'inseminazione viene pianificata per il mese successivo alla conclusione della fase diagnostica: è eseguita in regime ambulatoriale e non richiede anestesia.

In caso di insuccesso, la procedura può essere ripetuta fino a un massimo di 2/3 volte.                       

Questa tecnica è considerata una strategia pro-fertilità in quanto ripercorre il naturale iter della fecondazione spontanea, ottimizza i vari step chiave del processo riproduttivo agevolando l’incontro fra spermatozoi ed ovocita.

Questa tecnica è considerata una strategia pro-fertilità, in quanto ripercorre il naturale iter della fecondazione spontanea, puntando a ottimizzare i vari step chiave del processo riproduttivo.
L'incontro tra spermatozoi e ovocita viene agevolato attraverso:

  • la ricerca precisa del giorno ovulatorio, mediante il monitoraggio ecografico seriato dei follicoli (al cui interno sono presenti gli ovociti in via di maturazione)
  • la capacitazione, ossia la preparazione, del seme maschile tramite tecniche di laboratorio che concentrano almeno 2/3 milioni di spermatozoi mobili in un piccolo volume di terreno di coltura: l’astinenza sessuale non deve superare i 5 giorni.
  • la riduzione del tragitto degli spermatozoi verso le tube grazie all’inserimento, con idoneo piccolo catetere, del seme trattato verso il fondo dell’utero, oltrepassando il collo dell’utero stesso.

Dopo l’inseminazione, la donna deve eseguire un trattamento farmacologico a base di progesterone, solitamente transvaginale, per il supporto della fase luteale, da assumere fino al test ematico di gravidanza (beta HCG) o, in caso di gravidanza, sino alla 13^ settimana.

4 Ci sono rischi o complicazioni?

Sebbene molto rari non vanno dimenticati alcuni rischi associati all'IUI, in donne under 35, come:

  • l'iperstimolazione ovarica (0.1 %)
  • le gravidanze extrauterine (1.4 %)
  • la gemellarità (7,8 %)
  • gli aborti spontanei (15,7 %)    


Quali sono le differenze tra IUI e FIVET?

Mentre nella IUI la fecondazione avviene nella tuba (in vivo), nella FIVET la fecondazione è extracorporea (in vitro, in provetta). 

La FIVET, quindi, è una tecnica di 2° livello, indicata in fattori d’infertilità più complessi, più invasiva, che prevede oltre ad una stimolazione finalizzata ad un numero maggiore di ovociti, anche il prelievo chirurgico degli stessi in sedazione profonda: gli ovociti recuperati verranno inseminati in laboratorio con gli spermatozoi al fine di creare degli embrioni che verranno poi trasferiti, entro 5 giorni dalla fecondazione, nell’utero della donna. 

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