Cattiva digestione e stress: eliminare bruciore di stomaco e crampi
In caso di dispepsia ricorrente è utile, oltre a una corretta alimentazione, cambiare alcuni comportamenti quotidiani. Ne parliamo con il Dott. Manuele Perdoncin, nutrizionista.
Intestino irritabile, colon irritabile, colite, pancia gonfia, crampi addominali, difficoltà a digerire, alternanza tra stipsi e diarrea possono essere chiamati in mille modi, ma sono tutti disturbi del tratto gastrointestinale che determinano disagio e fastidio nel corso delle giornate.
Si stima che ne soffra una persona su cinque e caratterizzano la maggior parte delle visite che le persone fanno dal proprio medico di base.
Dato il numero così elevato di persone che ne soffre, probabilmente, esistono degli errori comuni che vengono commessi.
Indice
1 Quali sono i sintomi della dispepsia?
La dispepsia, è un insieme di disturbi legati alla digestione dei pasti che si manifestano solitamente a stomaco pieno e sono caratterizzati da:
- senso di pesantezza
- eruttazione
- bruciore allo stomaco
- nausea
- gonfiore
2 Quali sono le cause?
Nella maggior parte dei casi non è legata a un danno (e per questo è detta “funzionale”), ma a un disagio emotivo che si riflette sull’intestino somatizzando ansie e preoccupazioni del quotidiano.
Innanzitutto, va detto che il tratto gastrointestinale negli ultimi anni è stato oggetto di numerosi studi in quanto si è capito quanto la salute dell’intestino influenzi la salute della persona: infatti, l’intestino è considerato il “secondo cervello” e come tale è in stretta comunicazione con il cervello.
D’altra parte basti pensare a quando si vive una situazione di tensione, ansia, innamoramento. Sono tutte sensazioni percepite anche a livello gastrointestinale, proprio per l’enorme presenza di neuroni in questo luogo.
Da questo si può capire che l’intestino è un luogo molto delicato che trattiamo spesso male mettendolo costantemente sotto pressione con l’introduzione di quantità esagerate di alimenti e abitudini errate.
Ciò che ne consegue è che esso funzioni meno bene di quanto dovrebbe portando a vivere le giornate accompagnate da dei fastidiosi disturbi che tolgono un sacco di energia, vitalità e concentrazione. Infatti, gran parte dell’attenzione è costantemente distratta da queste sensazioni negative.
Vediamo ora alcuni comportamenti, che se migliorati, daranno subito una sensazione di benessere.
3 Pasti veloci e cattiva digestione
Il primo dei comportamenti errati è rappresentato dalla fretta che caratterizza la nostra società e quindi le giornate dal risveglio fino a quando si va a dormire.
Tutto ciò si riflette anche sul modo di mangiare.
Ci si ritrova, quindi, a non mangiare, ma a divorare il cibo che si ha davanti. I pasti mangiati in maniera veloce, magari mentre si svolgono altre attività, senza la consapevolezza del momento.
Fin da bambini si sa, infatti, che la masticazione è il primo di una serie di processi che devono susseguirsi per favorire la digestione: è chiaro, quindi, che se c’è un problema a monte, esso si ripercuoterà inevitabilmente a valle.
Di conseguenza a livello pratico, vanno un po’ riviste alcune abitudini.
La prima può essere quella di sedersi per mangiare. Ormai è sempre più frequente vedere persone che mangiano in piedi o si alzano a svolgere altre attività tra un boccone e l’altro.
La seconda è quella di riporre le posate sul tavolo ogni volta che si sta masticando il cibo.
La terza cosa per rallentare la frenesia che caratterizza i tuoi pasti, è quella di compiere tre respiri lenti e profondi prima di iniziare a mangiare.
In questo modo andrai ad “accendere” il sistema nervoso simpatico, cioè quello del rilassamento, e andrai a “spegnere” il sistema nervoso parasimpatico, cioè quello della frenesia.
4 Stress e problemi allo stomaco
Il secondo aspetto da considerare è lo stress, una delle problematiche più diffuse nella società moderna e troppo spesso trascurata. Dobbiamo essere consapevoli che questo ha un’azione reale sul nostro organismo. Un’azione che va a interessare, in particolare, anche il tratto gastrointestinale.
Come dicevamo prima, l’intestino è considerato il secondo cervello.
Quindi, è chiaro che lo stress non si può ignorare, perché questo non è un metodo valido per ridurlo. E non bisogna nemmeno andare a vivere isolati dal mondo come i monaci tibetani.
Esistono tante tecniche per ridurre lo stress:
- meditazione
- respirazioni
- tai chi
- yoga
Tutte pratiche che contribuiscono a rilassare l’organismo.
È importante ricordare che se non ci si concentra a ridurre i livelli di stress difficilmente sarà possibile salutare in maniera definitiva i problemi digestivi, anche curando l’ alimentazione.
D’altra parte, basta provare a pensare a quando si è rilassati in vacanza. E’ vero o non è vero che si può mangiare un po’ di tutto e niente crea problemi? E’ vero o non è vero che in vacanza anche i problemi digestivi si prendono una pausa?
Quindi concentrarsi per abbassare i livelli di stress porterà enormi benefici anche a livello gastrointestinale.
Negli approcci alimentari, soprattutto in queste problematiche, l’individualità la fa da padrone, quindi non esiste una dieta miracolosa che vada bene per tutti e quando qualcuno lo propone dovrebbe far scattare un campanello d’allarme.
La respirazione diaframmatica per ridurre lo stress
Un primo semplice passo può essere rappresentato dalla respirazione diaframmatica.
Poggiare una mano sulla pancia, spingerla ispirando per 5 secondi, trattenere il respiro per 2-3 secondi, e poi far tornare indietro la mano espirando per 5 secondi (ripetere per 3-5 volte).
5 Consigli utili per la cattiva digestione
Vorrei non ci si concentrasse solo sulla dieta, ma anche su altri fattori spesso trascurati, ma altrettanto fondamentali come:
- la gestione dello stress
- il sonno
- buone relazioni
Dal momento che quasi sempre queste problematiche non sono collegate a qualcosa di patologico, il consiglio è quello di partire dalla correzione degli aspetti descritti sopra.
Sono tutti punti sui quali si può iniziare a lavorare in autonomia oggi stesso.
Tuttavia, può capitare che ciò non sia sufficiente a risolvere o migliorare il problema. In questi casi c’è bisogno di un’anamnesi dettagliata accompagnata da una serie di esami che permettano di capire meglio l’origine del problema e come risolverlo.
Manuele Perdoncin
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