La sindrome metabolica: dieta chetogenica e stile di vita
Obesità e insulino-resistenza sono tra i fattori che determinano la sindrome metabolica. Ne parliamo con il Dott. Alessandro Minzoni, dietista.
Con sindrome metabolica si intende un insieme di fattori che aumenta il rischio di malattie cardiache e altri problemi di salute, come il diabete e l'ictus. La concomitanza di fattori come pressione alta, diabete e obesità può determinare un serio problema per la salute.
Indice
1 I fattori di rischio metabolici
I fattori di rischio sono tratti, condizioni o abitudini che aumentano la possibilità di sviluppare una malattia.
I principali fattori di rischio metabolici sono cinque e, solitamente, per poter parlare di sindrome metabolica, occorre presentare almeno tre dei seguenti fattori di rischio:
- Circonferenza addominale superiore a 102 cm per gli uomini e 88 cm per le donne. L’obesità addominale è un fattore di rischio maggiore per le malattie cardiache rispetto ad avere grasso in eccesso in altre parti del corpo, come sui fianchi.
- Elevato livello di trigliceridi. Un livello di trigliceridi di 150 mg/dl o superiore è un fattore di rischio metabolico.
- Un livello di colesterolo HDL inferiore a 50 mg/dl per le donne e inferiore a 40 mg/dl per gli uomini è un fattore di rischio metabolico.
- Una pressione arteriosa di 130/85 mmHg o superiore è considerata un fattore di rischio metabolico.
- Un livello di glicemia a digiuno di 100 mg/dl o superiore è un fattore di rischio metabolico.
2 Cos’è la sindrome metabolica?
Il rischio di sviluppare malattie cardiache, diabete e ictus aumenta con l’aumentare del numero di fattori di rischio metabolici e il rischio di sviluppare la sindrome metabolica è strettamente legato al sovrappeso e all'obesità e alla mancanza di attività fisica.
Anche la resistenza all'insulina può aumentare il rischio di sindrome metabolica.
La resistenza all'insulina è una condizione in cui il corpo non riesce a usare correttamente questo ormone secreto dal pancreas: ciò può portare ad alti livelli di zucchero nel sangue ed è strettamente legata al sovrappeso e all'obesità.
Oltre a questo, la genetica e l'età avanzata sono fattori che possono giocare un ruolo nel causare la sindrome metabolica.
Secondo le statistiche, la sindrome metabolica sta diventando più comune a causa di un aumento dei tassi di obesità tra gli adulti.
È possibile prevenire o ritardare la sindrome metabolica, soprattutto attuando dei cambiamenti nello stile di vita.
3 Possibili cause della sindrome metabolica
La sindrome metabolica è causata da diversi fattori, che agiscono insieme: è possibile controllare alcune di queste cause, come il sovrappeso e l'obesità, uno stile di vita inattivo e la resistenza all'insulina.
Al contrario, non è possibile controllare altri fattori che possono giocare un ruolo nel causare la sindrome metabolica, come l'invecchiamento. Il rischio di sindrome metabolica, infatti, aumenta con l'età.
Allo stesso modo, non si può controllare la predisposizione genetica e la propria storia familiare, che possono giocare un ruolo importante nel causare la condizione.
Le persone che hanno la sindrome metabolica hanno spesso altre due condizioni: una eccessiva coagulazione del sangue e un leggero, ma costante, stato infiammatorio. Non è ancora chiaro se queste condizioni causano la sindrome metabolica o se la peggiorano.
Altre condizioni che possono giocare un ruolo nella sindrome metabolica sono:
● il fegato grasso (eccesso di trigliceridi e altri grassi nel fegato);
● la sindrome dell'ovaio policistico;
● la presenza di calcoli biliari;
● alcuni problemi respiratori durante il sonno (OSAS)
4 La prevenzione
Il modo migliore per prevenire la sindrome metabolica è quello di adottare cambiamenti nello stile di vita.
Oltre alla terapia farmaceutica, le modifiche dello stile di vita sono necessarie per trattare questa sindrome nella sua interezza.
Questo comporta un approccio olistico comportamentale, di educazione, di aumento dell'attività fisica e modifica della dieta. Anche solo una modesta perdita di peso, dal 7% al 10% del peso corporeo, si traduce in una diminuzione della massa grassa, della pressione sanguigna, dei livelli di glucosio, di lipoproteine a bassa densità e trigliceridi nel sangue.
Questi benefici possono anche tradursi in un miglioramento della qualità della vita a lungo termine, soprattutto se la perdita di peso e le alterazioni dello stile di vita vengono mantenute.
Tuttavia, la sfida maggiore è come promuovere l'adesione a lungo termine ad uno stile di vita più sano e attivo ed evitare il ritorno alle vecchie abitudini.
È possibile prevenire o invertire la sindrome metabolica attuando modificazioni ai propri comportamenti ed abitudini, tra cui:
● seguire un'alimentazione in grado di tenere sotto controllo la pressione sanguigna, il colesterolo e i livelli di zucchero nel sangue;
● raggiungere un obiettivo di peso sano;
● gestire lo stress;
● aumentare l’attività fisica;
● smettere di fumare;
● ridurre l’alcol.
La sindrome metabolica è un insieme di fattori di rischio che aumenta il rischio di malattie cardiache e altri problemi di salute, come il diabete e l'ictus. Questi fattori di rischio possono aumentare il rischio di problemi di salute anche se sono solo moderatamente elevati.
5 I sintomi
La maggior parte dei fattori di rischio metabolici non dà segni o sintomi.
Alcune persone possono manifestare sintomi dettati dalla glicemia alta se è presente il diabete, soprattutto di tipo 2, quali: aumento della minzione, affaticamento, stanchezza e visione offuscata.
La pressione elevata di solito non ha segni o sintomi. Tuttavia, alcune persone possono manifestare mal di testa, vertigini o sangue dal naso.
6 Diagnosi e trattamento
Solo il medico può diagnosticare la sindrome metabolica sulla base dei risultati di una visita e degli esami del sangue. Tendenzialmente si devono presentare almeno tre dei cinque fattori di rischio metabolici, per avere una diagnosi di sindrome metabolica.
I cambiamenti nello stile di vita sono la prima linea di trattamento. Se le modifiche allo stile di vita non sono sufficienti, il medico può prescrivere dei farmaci.
I farmaci sono utilizzati per trattare e controllare i fattori di rischio, come la pressione alta, i trigliceridi elevati, il colesterolo HDL basso e la glicemia alta.
L'obiettivo principale del trattamento della sindrome metabolica è quello di abbassare il colesterolo LDL e la pressione alta, se queste condizioni sono presenti.
Il secondo obiettivo del trattamento è quello di prevenire l'insorgenza del diabete di tipo 2, se non si è già sviluppato.
7 La terapia nutrizionale
La dieta deve mirare al fabbisogno energetico del paziente, con una riduzione iniziale di 300-500 Kcal giornaliere in modo da consentire un dimagrimento graduale ma costante. Il paziente va subito istruito in modo da ridurre tutte le porzioni con conseguente riduzione del carico glicemico dei pasti e conseguente moderazione del picco insulinico.
Il paziente va educato anche a modificare lo stile di vita, correggendo in particolare la sedentarietà e il tabagismo, specie per il fumo di sigaretta.
I principi alimentari per la sindrome metabolica
- Grassi: 25% delle calorie; principalmente insaturi e acidi grassi essenziali; riduzione dei grassi saturi
- Proteine: da 0,75 a 1,2g/kg di peso desiderabile con un valore biologico elevato
- Carboidrati: il rimanente 55-60% delle calorie; apporto di saccarosio ≤ 10% dell'energia totale e quello di zuccheri semplici compreso tra il 10-16%
- Alcol: abolizione o limitazione, solo da vino rosso (se il profilo glicemico lo consente)
- Vitamine e Sali minerali: apporto nelle razioni raccomandate dai LARN
- Fibra alimentare: apporto ≥ 30 g/die; la fibra modula l'assorbimento di grassi e zuccheri, regola la peristalsi intestinale, ha effetto saziante e potere prebiotico
- Colesterolo: ridurre l’apporto per mantenere la colesterolemia totale < 200 g/dl.
- Antiossidanti e fitosteroli: aumentare l’apporto di alimenti che ne sono ricchi
- Indice glicemico: predilezione per alimenti a medio-basso indice glicemico
- Acidi grassi essenziali ω-3 e ω-6: prediligere gli alimenti che ne sono ricchi; riducono i trigliceridi, hanno un'azione positiva sul colesterolo, riducono la pressione arteriosa, e se assunti nel giusto rapporto fluidificano il sangue e sono antinfiammatori
- Sale da cucina: eliminare il sale aggiunto e limitare gli alimenti conservati in salamoia
- Cereali integrali: aumentare il consumo, soprattutto quelli ad ampio contenuto di potassio e magnesio
- Alimenti e bevande zuccherate: eliminarli
8 La dieta chetogenica può migliorare la sindrome metabolica
La dieta chetogenica ha dimostrato di migliorare una serie di marcatori di salute negli adulti con sindrome metabolica.
La chetogenica è un’alimentazione a basso contenuto di carboidrati, ricca di grassi sani e normo proteica, in grado di abbassare i livelli di insulina che a sua volta spinge il corpo a scomporre il grasso corporeo in chetoni e ad entrare in chetosi.
Oltre a questo, è in grado di ridurre gli stati infiammatori del corpo.
Alcuni studi hanno dimostrato che la chetosi nutrizionale migliora i marcatori metabolici e infiammatori, inclusi lipidi, HbA1c, CRP ad alta sensibilità, insulina a digiuno e livelli di glucosio e aiuta nella gestione del peso.
Gli esseri umani si sono evoluti con la capacità di flessibilità metabolica e la capacità di utilizzare i chetoni come carburante. Durante gli stati di basso apporto di carboidrati nella dieta, i livelli di insulina rimangono bassi e avviene la chetogenesi. Queste condizioni promuovono la rottura delle riserve di grasso in eccesso, il risparmio della massa muscolare magra e il miglioramento della sensibilità all’insulina.
Uno studio, condotto da ricercatori della Bethel University, negli USA, ha messo a confronto tre gruppi di adulti con diagnosi di sindrome metabolica. La ricerca è stata pubblicata su Diabetes & Metabolic Syndrome: Clinical Research & Reviews.
Il primo gruppo ha seguito la dieta chetogenica senza fare esercizio, un secondo gruppo ha seguito la dieta americana standard e non ha fatto esercizio, e un terzo gruppo ha seguito la dieta americana standard abbinandola ad almeno 30 minuti di esercizio per 4 giorni a settimana.
Secondo i risultati, la dieta chetogenica seguita senza esercizio, si è dimostrata molto più efficace rispetto a quella seguita dagli altri due gruppi nel:
● raggiungere la perdita di peso;
● abbassando la percentuale di grasso corporeo;
● diminuire il valore di HbA1c (la cosiddetta emoglobina glicata, una misura del controllo del glucosio nel sangue).
È significativo che anche senza esercizio, la dieta chetogenica si sia mostrata più efficace di una dieta standard abbinata all’attività fisica.
9 L’esercizio fisico
Il trattamento e la prevenzione dell’obesità, in associazione all’esercizio fisico, sono oggi considerati i capisaldi della terapia della sindrome metabolica. È stato infatti dimostrato che almeno 150 minuti di esercizio fisico alla settimana possono ridurre il rischio di sviluppare SM fino al 50%, anche dopo correzione per gli altri fattori di rischio.
Il National Institute of Healt ha recentemente redatto linee guida per la gestione dell’obesità, nelle quali viene fissato come perseguibile un calo ponderale del 7-10% nell’arco di 6-12 mesi, con l’osservazione che tali risultati sono più duraturi se associati all’esercizio fisico; tali dati sono supportati da dati sperimentali che dimostrano che il calo ponderale e l’esercizio fisico portano ad un rallentamento della progressione a diabete tipo 2.
Alessandro Minzoni
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