Il dolore alla bocca dello stomaco, noto anche come dolore epigastrico, è un disturbo comune che può presentarsi come bruciore, pressione o fitte nella parte alta dell’addome, appena sotto lo sterno.
Può comparire dopo i pasti, di notte o a digiuno e, pur essendo spesso legato a disturbi gastrici come la gastrite o il reflusso, in alcuni casi può segnalare condizioni più serie, come problemi cardiaci o pancreatici.
In questa guida scoprirai cause, sintomi, rimedi, cosa mangiare e quando preoccuparsi, con il supporto di informazioni clinicamente accurate e supervisionate da specialisti in gastroenterologia.
Indice
1 Cos’è e dove si trova la bocca dello stomaco
La bocca dello stomaco, conosciuta in medicina come regione epigastrica o epigastrio, è la zona superiore e centrale dell’addome, situata tra lo sterno e l’ombelico.
È delimitata lateralmente dalle arcate costali e rappresenta il punto in cui molte persone localizzano una sensazione di bruciore, pesantezza o dolore dopo i pasti o nei momenti di forte stress.
Dal punto di vista anatomico, questa regione accoglie diversi organi importanti:
- la parte superiore dello stomaco (fondo e corpo gastrico)
- la parte finale dell’esofago (cardias)
- il duodeno, prima porzione dell’intestino tenue
- il pancreas e parte del fegato
- porzioni del cuore e del diaframma immediatamente soprastanti.
Per questo motivo, un dolore localizzato alla bocca dello stomaco può avere origini molto diverse — gastrointestinali, biliari, pancreatiche, muscolari o addirittura cardiache.
Come riconoscere il dolore epigastrico
Il dolore epigastrico si presenta spesso come:
- una sensazione di bruciore o calore che parte dal centro dell’addome e può irradiarsi verso l’alto (verso lo sterno o la gola)
- una fitta profonda percepita “sotto lo sterno”, che aumenta dopo i pasti o da sdraiati
- oppure una pressione o nodo allo stomaco, tipici dei periodi di ansia o tensione.
La durata e l’intensità del dolore variano: può essere occasionale e lieve, oppure persistente e fastidioso, tanto da interferire con il sonno o l’alimentazione.
2 Cause del dolore alla bocca dello stomaco
Il dolore in questa zona può dipendere da condizioni gastrointestinali, biliari, pancreatiche o cardiache. Ogni patologia ha trattamenti differenti e l'automedicazione può risultare pericolosa, soprattutto se i sintomi non passano, ma tendono a peggiorare.
Cause più comuni
- Gastrite: infiammazione della mucosa gastrica, spesso associata a bruciore e nausea.
- Reflusso gastroesofageo: il contenuto acido risale verso l’esofago causando bruciore retrosternale.
- Ulcera gastrica o duodenale: dolore urente, spesso notturno o a digiuno.
- Ernia iatale: dolore e senso di peso sotto lo sterno, peggiora da sdraiati.
Altre cause possibili
- Calcoli biliari o colecistite: dolore post-prandiale, irradiato a spalla destra.
- Pancreatite: dolore intenso, che si irradia alla schiena.
- Problemi cardiaci (angina o infarto): da sospettare se associato a dispnea o sudorazione fredda.
- Stress e ansia: possono alterare la motilità gastrica e simulare dolore fisico reale.
3 Sintomi associati e segnali di allarme
Il dolore alla bocca dello stomaco può presentarsi in modi diversi da persona a persona: a volte è una sensazione di fastidio o bruciore, altre volte è un dolore acuto, fisso o crampiforme.
Capire con precisione come si manifesta e quali sintomi lo accompagnano aiuta il medico a identificare la causa principale e a valutare la gravità del disturbo.
Sintomi più comuni
Nella maggior parte dei casi, il dolore epigastrico è di origine digestiva. I sintomi che più spesso si associano al dolore alla bocca dello stomaco sono:
- Bruciore o acidità gastrica che si irradia verso lo sterno o la gola
- Nausea o senso di pienezza precoce dopo i pasti
- Gonfiore addominale e difficoltà digestive
- Rigurgiti acidi o sapore amaro in bocca
- Dolore che peggiora da sdraiati o subito dopo aver mangiato
- Singhiozzo o tosse secca (nel reflusso gastroesofageo)
Il dolore può essere continuo o intermittente, comparire a digiuno, dopo i pasti o durante la notte, e variare da una semplice pressione a fitte molto forti.
Nei soggetti ansiosi, il dolore epigastrico può associarsi a tensione toracica e respiro corto, ma in assenza di segni cardiaci veri e propri.
Altri sintomi che possono accompagnare il dolore
A seconda della causa, possono comparire anche:
- Vomito o nausea persistente (gastrite, ulcera, pancreatite)
- Inappetenza o perdita di peso involontaria
- Alterazioni dell’alvo (diarrea o stipsi)
- Dolore irradiato a schiena, torace o spalla.
Quando preoccuparsi
Alcuni sintomi associati al dolore alla bocca dello stomaco richiedono una valutazione medica urgente, perché possono indicare una patologia grave come ulcera perforata, emorragia digestiva, pancreatite o infarto miocardico.
Rivolgiti subito al medico o al pronto soccorso se:
- il dolore è improvviso, molto intenso o continuo
- si irradia al petto, alla spalla o alla schiena
- è associato a vomito con sangue, feci scure, perdita di peso o febbre
- si accompagna a sudorazione fredda o difficoltà respiratoria.
Il dolore epigastrico può essere il primo segnale di un infarto, soprattutto negli anziani o nei pazienti diabetici. Scopri quali sono i segnali dell’infarto.
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Dott. Giuseppe Parisi - gastroenterologia4 Dolore alla bocca dello stomaco dopo mangiato, di notte o a digiuno
l momento in cui compare il dolore alla bocca dello stomaco può fornire un’indicazione molto utile sulla sua causa.
Il collegamento con i pasti, con la posizione del corpo o con il digiuno è infatti uno dei criteri che il medico utilizza per orientarsi nella diagnosi.
In generale:
- se il dolore compare dopo aver mangiato, può indicare un problema digestivo o gastrico
- se si manifesta di notte, può essere correlato a reflusso o ulcera
- se si avverte a digiuno, è spesso legato a un eccesso di acidità o a un’ulcera duodenale.
Dopo i pasti
È una delle situazioni più comuni. Il dolore o la sensazione di bruciore post-prandiale possono essere causati da:
- Gastrite: il contatto tra il cibo e la mucosa infiammata accentua la sensazione di peso e bruciore
- Reflusso gastroesofageo: il contenuto acido risale nell’esofago, provocando bruciore sotto lo sterno e rigurgiti
- Ernia iatale: la pressione addominale dopo i pasti favorisce la risalita dello stomaco nel torace
- Digestione lenta o dispepsia funzionale: il dolore non dipende da una lesione organica, ma da un’alterata motilità gastrica.
Il disturbo tende a peggiorare con pasti abbondanti, cibi grassi o fritti, bevande gassate e alcolici.
Di notte
Il dolore notturno alla bocca dello stomaco è spesso un segnale che la secrezione acida aumenta nelle ore di riposo, o che la posizione supina facilita il reflusso.
Le cause principali includono:
- Ulcera duodenale: il dolore compare a distanza dai pasti o di notte, quando lo stomaco è vuoto, e si allevia mangiando
- Reflusso gastroesofageo: la posizione sdraiata riduce la gravità che normalmente impedisce all’acido di risalire
- Assunzione serale di alcol o farmaci irritanti (FANS): peggiorano l’infiammazione gastrica.
Dolore a digiuno o al risveglio
Quando il dolore compare a stomaco vuoto, in particolare al mattino, può indicare:
- Ulcera duodenale: il cibo o il latte alleviano momentaneamente il dolore, che ritorna dopo alcune ore
- Iperacidità gastrica: l’eccesso di acido irrita la mucosa durante il digiuno
- Digiuno prolungato o stress: l’assenza di cibo stimola ulteriormente la secrezione acida.
5 Dolore alla bocca dello stomaco con nausea, vomito o diarrea
Quando il dolore alla bocca dello stomaco si accompagna a nausea, vomito o diarrea, è probabile che alla base vi sia un’infiammazione o irritazione del tratto gastrointestinale superiore.
Questi sintomi, da soli o combinati, non vanno sottovalutati: possono dipendere da disturbi lievi come un’indigestione, ma anche da patologie che richiedono attenzione medica.
6 Dolore e nausea: le cause più frequenti
La nausea è una risposta naturale dello stomaco a diversi stimoli: cibi pesanti, infezioni, farmaci o stress. Quando si presenta insieme al dolore epigastrico, può indicare:
- Gastrite acuta o cronica: infiammazione della mucosa gastrica che provoca bruciore, nausea e senso di vuoto allo stomaco
- Reflusso gastroesofageo: il bruciore retrosternale può essere accompagnato da nausea e sapore amaro in bocca
- Ulcera gastrica o duodenale: dolore che compare o peggiora a stomaco vuoto, spesso con nausea mattutina
- Stress o ansia: l’attivazione del sistema nervoso autonomo altera la motilità gastrica e può causare il tipico “nodo alla gola”.
Dolore e vomito
Il vomito è un sintomo che segnala una sofferenza più marcata del tratto digestivo.
Può essere causato da:
- Gastroenterite virale o batterica: infezione che provoca dolore diffuso, vomito e diarrea
- Ulcera o gastrite emorragica: se il vomito contiene sangue o materiale scuro (“a fondo di caffè”), può trattarsi di un’emorragia interna → emergenza medica.
- Ostruzione digestiva o pilorica: vomito alimentare o biliare subito dopo i pasti
- Pancreatite acuta: dolore molto intenso che si irradia alla schiena, associato a nausea e vomito persistenti.
Dolore e diarrea
Quando il dolore epigastrico si associa a diarrea, la causa più comune è un’infezione intestinale (virus, batteri o parassiti). Altre possibili cause includono:
- Intossicazioni alimentari
- Gastroenterite acuta
- Sindrome dell’intestino irritabile (IBS), dove stress e alimentazione giocano un ruolo importante
- Intolleranze alimentari (es. lattosio, glutine)
Il dolore alla bocca dello stomaco tende a precedere l’episodio di diarrea e a ridursi dopo l’evacuazione.
7 Dolore alla bocca dello stomaco e schiena, sterno o petto
Il dolore alla bocca dello stomaco può a volte estendersi verso altre aree del corpo, come la schiena, lo sterno o il petto.
Questa irradiazione del dolore non è casuale: gli organi interni condividono terminazioni nervose comuni, e il cervello può “confondere” l’origine del dolore.
Dolore che si irradia alla schiena
Quando il dolore epigastrico si irradia verso la schiena, la causa più probabile è un coinvolgimento di pancreas o vie biliari.
Cause più frequenti:
- Pancreatite acuta: dolore intenso, profondo, continuo, localizzato nella parte superiore dell’addome e che si estende “a cintura” fino alla schiena. Spesso è accompagnato da nausea, vomito e febbre. È un’urgenza medica
- Ulcera duodenale o gastrica perforata: dolore violento che si diffonde posteriormente, con addome rigido e nausea
- Colecistite o calcoli biliari: dolore nella parte alta destra dell’addome, irradiato alla schiena o alla spalla.
Dolore sotto lo sterno o al petto
Un dolore dietro lo sterno può derivare sia da reflusso gastroesofageo che da problemi cardiaci.
Se di origine gastrica:
- il dolore si manifesta come bruciore o acidità dopo i pasti o di notte
- peggiora in posizione sdraiata o dopo cibi acidi
- migliora con farmaci antiacidi.
Se di origine cardiaca:
- è un dolore costrittivo o oppressivo, non legato ai pasti
- può irradiarsi a spalle, braccia o mandibola
- si associa spesso a sudorazione fredda, fiato corto, pallore.
Se il dolore allo sterno non cambia con la posizione o l’alimentazione, è necessario escludere un problema al cuore
Dolore muscoloscheletrico e diaframmatico
Non sempre la causa è viscerale. In alcuni casi, il dolore epigastrico irradiato al torace o alla schiena deriva da:
- contratture del diaframma, spesso legate a stress o cattiva postura
- nevralgie intercostali
- distorsioni muscolari da sforzo o tosse intensa.
Questi dolori si accentuano con il movimento o la respirazione profonda e non dipendono dai pasti.
Il dolore diaframmatico da stress può imitare una gastrite, ma migliora con tecniche di respirazione e rilassamento.
8 Dolore alla bocca dello stomaco e ansia o stress
Il dolore alla bocca dello stomaco legato all’ansia o allo stress è uno dei disturbi psicosomatici più comuni.
In situazioni di forte tensione emotiva o stress cronico, lo stomaco è spesso il primo organo a “somatizzare” l’agitazione interiore, dando origine a sintomi reali: crampi, bruciore, peso o un fastidioso nodo nella parte alta dell’addome.
Non si tratta di “suggestione”: il collegamento tra cervello e apparato digerente è biologicamente dimostrato e coinvolge un complesso sistema di comunicazione chiamato asse intestino-cervello.
Perché l’ansia colpisce lo stomaco
Quando si vive un periodo di stress, il corpo produce ormoni come adrenalina e cortisolo, che preparano l’organismo alla “reazione di allarme”.
Queste sostanze:
- aumentano la tensione muscolare e riducono la perfusione gastrica
- alterano la motilità intestinale
- stimolano un’eccessiva produzione di acido gastrico.
Il risultato è un disturbo che può manifestarsi con:
- crampi o fitte alla bocca dello stomaco
- bruciore o pesantezza dopo i pasti
- nausea e difficoltà a respirare profondamente
- sensazione di blocco o nodo allo stomaco.
9 Dolore alla bocca dello stomaco in gravidanza
Il dolore alla bocca dello stomaco durante la gravidanza è un sintomo piuttosto comune, soprattutto nel secondo e terzo trimestre.
Nella maggior parte dei casi, non indica nulla di grave: è il risultato di cambiamenti ormonali e meccanici che influenzano la digestione e la posizione degli organi addominali.
Perché compare il dolore alla bocca dello stomaco in gravidanza
Durante la gestazione, il corpo subisce profonde trasformazioni che possono influire sull’apparato digerente:
- Aumento del progesterone: questo ormone rilassa la muscolatura liscia, compreso lo sfintere che separa esofago e stomaco. Ciò facilita la risalita dei succhi gastrici, provocando bruciore e dolore epigastrico, simile al reflusso.
- Compressione meccanica dell’utero: con l’avanzare della gravidanza, l’utero cresce e spinge verso l’alto lo stomaco e il diaframma, comprimendo i visceri e favorendo sensazioni di peso o dolore sotto lo sterno.
- Digestione rallentata: gli ormoni della gravidanza rallentano lo svuotamento gastrico, causando nausea, gonfiore e pienezza precoce, soprattutto dopo i pasti.
10 Diagnosi ed esami per il dolore alla bocca dello stomaco
Quando il dolore alla bocca dello stomaco è ricorrente, intenso o associato ad altri sintomi (nausea, vomito, perdita di peso, bruciore continuo), è importante non limitarsi ai rimedi “fai da te” ma eseguire una valutazione medica accurata.
L’obiettivo della diagnosi è identificare la causa precisa del dolore epigastrico e distinguere fra un disturbo funzionale (es. dispepsia) e una condizione organica (es. gastrite, ulcera, reflusso, pancreatite o patologia cardiaca).
Visita medica e anamnesi
Il primo passo è la visita medica, durante la quale il medico:
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raccoglie un’anamnesi dettagliata (storia dei sintomi, durata, relazione con i pasti, stile di vita, uso di farmaci, presenza di stress o ansia)
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valuta la localizzazione del dolore, la sua intensità e i fattori che lo attenuano o peggiorano
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esegue l’esame obiettivo dell’addome, per verificare la presenza di rigidità, gonfiore o dolore localizzato.
In base a quanto emerge, il medico può decidere se proseguire con accertamenti di primo o secondo livello.
Esami di primo livello
Questi esami sono i più indicati per una prima valutazione diagnostica:
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Emocromo completo: utile per individuare anemia o infezioni.
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Transaminasi, amilasi e lipasi: per valutare eventuali problemi di fegato o pancreas.
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VES e PCR: indici infiammatori generali.
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Funzionalità renale ed elettroliti se sospetta disidratazione o vomito prolungato.
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Test per Helicobacter pylori
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Batterio responsabile di molte gastriti e ulcere.
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Può essere diagnosticato con test del respiro (urea breath test), antigeni fecali o biopsia gastrica durante gastroscopia.
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In caso di positività, è indicata una terapia antibiotica eradicante.
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Esame indolore che permette di valutare fegato, colecisti, vie biliari, pancreas e reni.
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Utile per escludere calcoli biliari, colecistiti o pancreatiti.
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Consigliato quando il dolore epigastrico è sospetto per origine cardiaca o irradiato al petto.
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Esami di secondo livello
Se gli esami iniziali non chiariscono la causa o i sintomi persistono, il medico può indicare approfondimenti più specifici:
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Gastroscopia (EGDS – EsofagoGastroDuodenoScopia)
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Esame di riferimento per la diagnosi di gastrite, ulcera, reflusso o ernia iatale.
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Permette di visualizzare direttamente la mucosa dell’esofago, dello stomaco e del duodeno, e di prelevare campioni per biopsia.
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Può essere eseguita anche in sedazione leggera.
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Radiografia o TAC addome superiore
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Indicate nei casi sospetti di perforazione, pancreatite acuta o ostruzione intestinale.
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Forniscono informazioni sull’eventuale presenza di aria libera o raccolte liquide.
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RMN addome e colangio-RM
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Utilizzate per lo studio approfondito del pancreas e delle vie biliari, quando l’ecografia non è sufficiente.
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Test di funzionalità gastrica
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Misurano la secrezione acida o il tempo di svuotamento gastrico, utili nei casi di dispepsia funzionale o reflusso cronico.
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Quando è indicata la gastroscopia
Il medico può proporre una gastroscopia se:
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il dolore persiste da oltre 3–4 settimane
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è associato a vomito, calo di peso o anemia
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c’è familiarità per tumori gastrici o ulcere
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il paziente ha più di 45–50 anni o fa uso frequente di FANS.
Una gastroscopia negativa non è “tempo perso”: permette di escludere patologie gravi e orienta verso una gestione funzionale del dolore.
11 Cosa prendere per il dolore alla bocca dello stomaco
Il trattamento del dolore alla bocca dello stomaco dipende dalla causa che lo provoca.
Non esiste, infatti, un unico rimedio valido per tutti: il dolore epigastrico può essere il risultato di gastrite, reflusso, ulcera, ansia, cattiva alimentazione o uso di farmaci irritanti.
Per questo motivo, la scelta dei medicinali deve essere sempre guidata dal medico, che potrà indicare il trattamento più adatto dopo la diagnosi.
L’automedicazione prolungata con antiacidi o analgesici può alleviare i sintomi solo temporaneamente, ma rischia di mascherare patologie gravi come ulcere o infiammazioni importanti.
Farmaci più utilizzati
Antiacidi
Neutralizzano momentaneamente l’acidità gastrica.
Sono indicati nei casi lievi o occasionali di bruciore e dolore post-prandiale.
Principi attivi comuni: idrossido di magnesio, alluminio o calcio.
Uso corretto: assumere dopo i pasti o al bisogno, evitando trattamenti continuativi senza controllo medico.
Alginati o farmaci anti-reflusso
Creano una barriera fisica che impedisce la risalita dei succhi gastrici nell’esofago.
Utile in caso di reflusso gastroesofageo o bruciore sotto lo sterno.
Principi attivi comuni: sodio alginato, bicarbonato di sodio con acido alginico.
Indicazione: dopo i pasti principali o prima di coricarsi.
Inibitori di pompa protonica (IPP)
Riduce la produzione di acido gastrico agendo sulle cellule parietali dello stomaco.
È la classe di farmaci più efficace per gastrite, ulcera e reflusso severo.
Principi attivi: omeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo, lansoprazolo.
Durata: da alcuni giorni a diverse settimane, solo su prescrizione medica.
Antagonisti dei recettori H2
Agiscono riducendo la secrezione acida gastrica.
Possono essere impiegati per brevi periodi o in alternativa agli IPP.
Principi attivi: ranitidina (oggi meno usata), famotidina.
Indicazione: bruciore e dolore gastrico moderato.
Procinetici
Stimolano lo svuotamento gastrico e migliorano la motilità intestinale.
Indicati in caso di digestione lenta, reflusso o sensazione di pesantezza.
Principi attivi: domperidone, metoclopramide, levosulpiride.
Avvertenza: alcuni possono dare effetti collaterali neurologici, uso solo sotto controllo medico.
Farmaci protettori della mucosa gastrica
Rivestono la mucosa dello stomaco e la proteggono dall’acidità.
Principi attivi: sucralfato, bismuto colloidale, misoprostolo.
Particolarmente utili in caso di ulcere o infiammazioni da FANS.
Rimedi naturali e comportamenti utili
Oltre ai farmaci, alcuni rimedi naturali possono aiutare a calmare il dolore e favorire la digestione, senza sostituire la terapia medica.
Rimedi consigliati
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Tisane con camomilla, melissa, zenzero o finocchio (effetto digestivo e lenitivo).
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Miele: un cucchiaino la sera può attenuare il bruciore.
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Acqua tiepida o latte parzialmente scremato in piccole quantità (effetto tampone).
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Aloe vera (solo formulazioni specifiche per uso gastrico).
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Dieta leggera e povera di grassi, evitando fritti, alcol e spezie.
Cosa evitare
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Abuso di antiacidi o bicarbonato (rischio di alcalosi o rimbalzo acido).
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Antidolorifici da banco come ibuprofene o ketoprofene a stomaco vuoto.
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Digiuno prolungato o pasti troppo abbondanti.
12 Cosa mangiare e cosa evitare
L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nel controllo e nella prevenzione del dolore alla bocca dello stomaco.
Seguire una dieta corretta aiuta a ridurre l’irritazione della mucosa gastrica, migliorare la digestione e limitare il reflusso.
Non esiste una “dieta unica” valida per tutti, ma alcune regole generali sono utili nella maggior parte dei casi.
Obiettivo della dieta: diminuire l’acidità gastrica, ridurre la pressione nello stomaco e favorire uno svuotamento più regolare.
Cosa mangiare
Alimenti consigliati in caso di dolore, gastrite o bruciore alla bocca dello stomaco:
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Cereali leggeri come riso, pasta o orzo conditi in modo semplice (olio extravergine d’oliva, verdure).
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Carni bianche (pollo, tacchino, coniglio) e pesce magro (merluzzo, sogliola, orata) cotti al vapore, lessi o al forno.
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Verdure cotte (zucchine, carote, patate, finocchi, bietole, spinaci).
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Frutta non acida, meglio cotta o frullata: mela, pera, banana.
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Yogurt magro o kefir, utili per il microbiota intestinale.
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Pane tostato o fette biscottate, che aiutano ad assorbire l’eccesso di acido.
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Acqua naturale o tiepida a piccoli sorsi durante la giornata (1,5–2 litri).
È meglio preferire pasti piccoli e frequenti, ogni 3-4 ore, invece di due o tre pasti abbondanti. Mangiare lentamente e seduti riduce la pressione sullo stomaco e migliora la digestione.
Cosa evitare
Alcuni alimenti possono stimolare la secrezione acida, rilassare lo sfintere esofageo inferiore o irritare la mucosa gastrica, peggiorando il dolore e il bruciore.
- Bevande come caffè, tè nero, alcolici e bibite gassate perché stiolano l'acidità e favoriscono il reflusso
- Grassi e fritti come insaccati, formaggi stagionati e fast food perché rallentano la digestione
- Spezie e condimenti forti come pepe, peperoncino, curry e aceto perché irritano la mucosa gastrica
- Dolci e cioccolato perché rilassano lo sfintere esofageo
- Cibi acidi come agrumi, pomodoro e salsa di pomodoro perché aumentano l'acidità gastrica
- Legumi e verdure fibrose come cavoli, cipolla e peperoni perché possono causare gonfiore e gas intestinali
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Dott.ssa Margherita Cendon - nutrizione13 Quando rivolgersi al medico
Chiedi un consulto se:
- il dolore dura più di 48 ore peggiora progressivamente
- si associa a vomito, sangue o perdita di peso
- o se sospetti un dolore di origine cardiaca.
L’autodiagnosi può essere rischiosa. Solo la valutazione di un medico può identificare con certezza la causa del dolore alla bocca dello stomaco.
14 FAQ – Domande frequenti
Dov’è la bocca dello stomaco?
È la parte superiore dell’addome, sotto lo sterno, detta anche regione epigastrica.
Perché fa male la bocca dello stomaco?
Le cause più frequenti sono gastrite, reflusso, ulcera o stress.
Quando preoccuparsi per un dolore alla bocca dello stomaco?
Se è intenso, continuo o associato a vomito, febbre o dolore toracico.
Cosa prendere per farlo passare?
Farmaci antiacidi o IPP su prescrizione medica. Evita l’automedicazione.
Cosa mangiare quando fa male la bocca dello stomaco?
Cibi leggeri, poco conditi, pasti piccoli e frequenti.
Il dolore alla bocca dello stomaco può essere causato dallo stress?
Sì, lo stress altera la motilità gastrica e può generare un “nodo allo stomaco”.

