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Elettrocardiogramma (ECG): tutto sull’esame che rivela la salute del cuore

Elettrocardiogramma (ECG): tutto sull’esame che rivela la salute del cuore

L'ECG è un esame fondamentale per la prevenzione cardiologica. Vediamo come si svolge e come capire i risultati.

L’elettrocardiogramma, abbreviato ECG, è uno degli esami cardiologici più semplici, rapidi e utili per valutare la salute del cuore.
Attraverso un tracciato grafico, permette di registrare l’attività elettrica cardiaca e di individuare eventuali alterazioni del ritmo o della conduzione, utili per diagnosticare aritmie, ischemie o infarti.

È un esame di routine nella valutazione cardiologica, indicato sia per la prevenzione sia per il monitoraggio di patologie già note.

1 Cos’è l’elettrocardiogramma

L’elettrocardiogramma è un esame diagnostico non invasivo che misura l’attività elettrica generata dal cuore durante il suo funzionamento.
Ogni battito cardiaco è il risultato di un impulso elettrico che parte dal nodo del seno, si propaga attraverso gli atri e i ventricoli e produce contrazioni coordinate. L’ECG registra questi impulsi sotto forma di onde (P, QRS, T), visualizzate su un tracciato.

In medicina, con il termine elettrocardiografia si indica la tecnica di registrazione di questi segnali, mentre l’ECG è il risultato grafico dell’esame.

2 Tipi di elettrocardiogramma

A seconda della modalità di esecuzione, esistono diversi tipi di ECG.


ECG a riposo

È la forma più comune. Si esegue in pochi minuti, con il paziente sdraiato e rilassato. Registra l’attività cardiaca in condizioni di quiete ed è utile per identificare aritmie, blocchi o segni di pregressi infarti.


ECG sotto sforzo (test ergometrico)

Viene eseguito mentre il paziente cammina su un tapis roulant o pedala su una cyclette, con intensità gradualmente crescente. Serve a valutare la risposta del cuore allo sforzo fisico, individuando ischemie o aritmie che possono comparire solo durante l’attività.


ECG dinamico (Holter)

Consiste in una registrazione continua dell’attività cardiaca per 24-48 ore tramite un piccolo dispositivo portatile. È utile per rilevare aritmie intermittenti o alterazioni che non emergono in un ECG a riposo.

3 Come si fa un elettrocardiogramma

L’esame è rapido, indolore e sicuro.
Il paziente viene fatto accomodare su un lettino e il tecnico di cardiologia posiziona 10 elettrodi adesivi sul torace, braccia e gambe. Gli elettrodi captano i segnali elettrici prodotti dal cuore e li inviano a un apparecchio che li trasforma in un tracciato visivo.


Preparazione all’ECG

  • Non è necessario il digiuno
  • È consigliabile non applicare creme o oli sulla pelle il giorno dell’esame (possono interferire con il contatto degli elettrodi)
  • Rimuovere collane o gioielli metallici
  • Indossare abbigliamento comodo e facilmente apribile sul torace.


Durata dell’esame

Un ECG a riposo dura in media 5–10 minuti, compresa la fase di preparazione.
Il referto può essere disponibile immediatamente o entro poche ore, a seconda della struttura.

4 Come leggere un elettrocardiogramma

L’interpretazione di un elettrocardiogramma (ECG) è un processo che richiede competenze mediche specifiche e una conoscenza approfondita della fisiologia cardiaca.
L’obiettivo è comprendere come il cuore genera e propaga gli impulsi elettrici e se esistono alterazioni del ritmo o della conduzione che possano indicare una patologia.


Il tracciato ECG: che cosa mostra

l risultato dell’ECG è un grafico a linee ondulate che rappresenta l’attività elettrica del cuore nel tempo.
Ogni onda o tratto corrisponde a una fase precisa del ciclo cardiaco:

  • Onda P: indica la depolarizzazione degli atri, cioè la contrazione che spinge il sangue nei ventricoli.
  • Complesso QRS: rappresenta la depolarizzazione dei ventricoli, la fase in cui il sangue viene spinto fuori dal cuore verso i polmoni e il resto del corpo.
  • Onda T: mostra la ripolarizzazione ventricolare, cioè la fase di “recupero” che prepara il cuore al battito successivo.
  • In alcuni casi si osserva anche un’onda U, generalmente di piccola ampiezza, la cui origine non è sempre chiara ma può riflettere la ripolarizzazione tardiva delle fibre ventricolari.

Ogni ciclo completo di queste onde rappresenta un battito cardiaco.


Parametri analizzati dal cardiologo

Quando legge un ECG, il cardiologo valuta diversi parametri fondamentali:

  1. Frequenza cardiaca:
    Viene calcolata in base alla distanza tra due complessi QRS consecutivi.
    Un ritmo normale (detto ritmo sinusale) corrisponde a una frequenza compresa tra 60 e 100 battiti al minuto.
    Se la frequenza è inferiore si parla di bradicardia, se superiore di tachicardia.
     
  2. Ritmo cardiaco:
    Il ritmo può essere regolare o irregolare.
    Un tracciato regolare, con onde P precedenti ogni complesso QRS, indica che il cuore segue un ritmo sinusale normale.
    Un ritmo irregolare può indicare extrasistoli, fibrillazione atriale o altri disturbi del ritmo.
     
  3. Intervalli e segmenti:
    • Intervallo PR: misura il tempo di conduzione dell’impulso dagli atri ai ventricoli (normale tra 0,12 e 0,20 secondi).
    • Intervallo QT: rappresenta la durata complessiva dell’attività elettrica ventricolare. Un QT troppo lungo può aumentare il rischio di aritmie.
    • Segmento ST: deve essere isoelettrico, cioè sulla linea di base; un suo innalzamento o abbassamento può essere segno di ischemia o infarto.
       
  4. Morfologia delle onde:
    Il medico osserva la forma e l’ampiezza di ogni onda. Onde troppo alte o invertite possono suggerire ipertrofia ventricolare, ischemia, elettroliti alterati (come il potassio) o altre condizioni cliniche.


ECG normale e ECG patologico

Un ECG normale presenta:

  • Ritmo sinusale regolare
  • Onde P visibili e costanti prima di ogni complesso QRS
  • Intervalli PR e QT nei limiti fisiologici
  • Segmento ST sulla linea di base
  • Frequenza cardiaca tra 60 e 100 bpm.

Un ECG patologico, invece, può mostrare diversi tipi di alterazioni:

  • Aritmie: battiti troppo lenti (bradicardia), troppo rapidi (tachicardia) o irregolari (fibrillazione atriale, flutter).
  • Blocchi di conduzione: ritardo o interruzione nel passaggio dell’impulso elettrico tra atri e ventricoli (blocchi atrioventricolari o di branca).
  • Segni ischemici: abbassamento o innalzamento del tratto ST, onde T invertite o anomale, caratteristiche di un infarto in corso o pregresso.
  • Ipertrofia ventricolare: complessi QRS molto ampi e di grande voltaggio.
  • Alterazioni elettrolitiche o farmacologiche: variazioni del QT o della forma delle onde causate da farmaci, squilibri di potassio o magnesio.


Interpretazione clinica e referto

Dopo aver analizzato il tracciato, il cardiologo redige un referto in cui descrive:

  • il ritmo cardiaco (sinusale, irregolare, fibrillante ecc.)
  • la frequenza
  • la presenza di alterazioni o anomalie specifiche.

Il referto può riportare diciture come “ECG nei limiti della norma”, “ritmo sinusale con conduzione regolare” oppure “alterazioni aspecifiche del tratto ST-T”, che richiedono ulteriori accertamenti.

È importante ricordare che un ECG anormale non sempre indica una malattia, così come un ECG normale non esclude totalmente la presenza di patologie cardiache.
Per questo motivo, la lettura deve sempre essere contestualizzata con i sintomi, la storia clinica e altri esami diagnostici.


Quando ripetere l’ECG o approfondire

Il cardiologo può consigliare di ripetere l’esame o integrare l’interpretazione con:

  • Ecocardiogramma, per studiare la morfologia del cuore
  • Holter ECG, per registrare il ritmo per 24–48 ore
  • Test da sforzo, per valutare la risposta del cuore all’attività fisica.

Queste indagini permettono di ottenere una valutazione più completa della funzione cardiaca.

5 Quanto dura e quanto costa un ECG

  • Durata: in media 10 minuti (a riposo) – 30 minuti per ECG sotto sforzo.
     
  • Costo: varia in base alla struttura:
    • SSN: ticket dai 25 ai 40 € circa
    • Privato: 40–80 €
    • In farmacia o ambulatorio con referto digitale: 20–30 €.

Spesso l’ECG è incluso nella visita cardiologica di controllo o nel certificato medico sportivo non agonistico.

6 Differenza tra ECG ed ecocardiogramma

L’ECG e l’ecocardiogramma sono due esami complementari ma con funzioni differenti.
L’elettrocardiogramma registra l’attività elettrica del cuore e serve a valutare ritmo, frequenza e conduzione.
L’ecocardiogramma, invece, utilizza ultrasuoni per ottenere immagini in tempo reale della struttura del cuore, permettendo di analizzare le valvole, le pareti e il flusso del sangue.

In sintesi, l’ECG fornisce informazioni funzionali sull’attività elettrica, mentre l’ecocardiogramma offre un riscontro anatomico e dinamico.
Spesso i due esami vengono eseguiti insieme per ottenere un quadro completo dello stato di salute cardiaca.

7 Quando fare un elettrocardiogramma

L’ECG è consigliato:

  • In presenza di sintomi cardiaci (dolore toracico, palpitazioni, affanno, svenimenti)
  • In caso di fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, diabete, fumo, familiarità)
  • Prima di interventi chirurgici o terapie cardiologiche
  • Nei controlli periodici dopo i 40 anni o per chi pratica attività sportiva

Anche in assenza di sintomi, l’ECG rappresenta uno strumento fondamentale di prevenzione cardiovascolare.

8 Domande frequenti sull’ECG (FAQ)

A cosa serve un ECG a riposo?
Serve per valutare il ritmo cardiaco in condizioni di calma e individuare aritmie o segni di infarto.

Come prepararsi a un elettrocardiogramma?
Non serve il digiuno; evita creme sul torace e indossa abiti comodi.

Quanto dura un elettrocardiogramma?
L’esame dura circa 10 minuti, ma può variare a seconda della tipologia.

Cosa significa ECG anormale?
Indica alterazioni del ritmo o del tracciato che possono suggerire patologie cardiache.

Che differenza c’è tra ECG e ecocardiogramma?
L’ECG valuta l’attività elettrica del cuore, l’ecocardiogramma la sua struttura anatomica.

Quando preoccuparsi per un ECG?
Solo se il medico segnala anomalie significative o consiglia ulteriori accertamenti.

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