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Tendinopatia calcifica della spalla: sintomi, diagnosi e trattamenti

Tendinopatia calcifica della spalla: sintomi, diagnosi e trattamenti

Scopriamo i trattamenti e gli esami strumentali per diagnosticare la calcificazione della spalla

La tendinopatia calcifica è una patologia che coinvolge i tendini della cuffia dei rotatori della spalla, caratterizzata dalla formazione di depositi di sali di calcio al loro interno, in prossimità dell'inserzione sulla testa dell'omero.
L'estensione del deposito può variare da pochi millimetri a diversi centimetri. 

In circa il 50% dei casi, queste calcificazioni si riassorbono spontaneamente nel corso di dieci anni dalla diagnosi.

1 Perché si forma la calcificazione nei tendini?

Le cause precise non sono ancora del tutto note, ma si ipotizza che fattori come microtraumi ripetuti, alterazioni della vascolarizzazione o squilibri metabolici possano favorire la formazione dei depositi di calcio. 

La patologia colpisce più frequentemente le persone tra i 30 e i 50 anni, con una leggera prevalenza nel sesso femminile.

2 Sintomi della tendinopatia calcifica

Nel 3% della popolazione sotto i 40 anni si riscontra la presenza di tendinopatia calcifica, ma solo il 30% riferisce sintomi. Spesso, infatti, la condizione è clinicamente silente.

Quando presente, la sintomatologia può manifestarsi in modi diversi:

  • dolore cronico e subdolo durante specifici movimenti
  • dolore acuto, intenso anche a riposo e notturno
  • importante limitazione funzionale del braccio.

Si tratta di una patologia clinicamente bizzarra che oggi può essere asintomatica e domani scatenare un forte dolore. Per questo è opportuno non sottovalutarla, soprattutto in soggetti giovani tra i 20 e i 40 anni.

3 Diagnosi: esami utili per riconoscerla

La presenza di dolore alla spalla, in assenza di traumi recenti, deve far sospettare una tendinopatia calcifica. Una semplice radiografia può evidenziare il deposito calcifico.

Tuttavia, in alcuni casi, il deposito è localizzato in una zona difficile da visualizzare con la radiografia: in questi casi la TAC può essere più utile.

La risonanza magnetica (RMN) non sempre è affidabile: se a basso campo può non rilevare calcificazioni millimetriche, portando a falsi negativi. Se eseguita con RM ad alto campo, è in grado di definire con precisione il rapporto tra tendine e deposito calcifico.

4 Trattamenti conservativi (riposo, fisioterapia, infiltrazioni)

Il primo approccio è sempre conservativo, con l'obiettivo di controllare il dolore e l'infiammazione.
Si ricorre a:

  • farmaci antidolorifici e antinfiammatori
  • infiltrazioni con cortisone nelle fasi più acute
  • riposo funzionale e ghiaccio locale.

Quando il dolore diminuisce, si procede con:

  • kinesiterapia dolce
  • terapie fisiche strumentali (es. tecar, laser)
  • onde d'urto, con l'obiettivo di stimolare il riassorbimento della calcificazione.


Onde d’urto per la tendinopatia calcifica

Le onde d'urto rappresentano un'opzione efficace nei casi in cui i trattamenti iniziali non hanno avuto successo. Esse provocano una microtraumatizzazione controllata, stimolando un'infiammazione locale utile a promuovere il riassorbimento del deposito calcifico.

Solitamente si eseguono tre sedute, ben tollerate dalla maggior parte dei pazienti.

5 Quando ricorrere al needling ecoguidato

Il needling è una tecnica mininvasiva effettuata sotto guida ecografica, indicata in caso di calcificazioni millimetriche e ancora sintomatiche nonostante le terapie conservative. 

Con un ago si punge il deposito, favorendone il parziale svuotamento e la risoluzione clinica.

6 Chirurgia artroscopica: quando è necessaria

Quando le calcificazioni superano il centimetro di diametro o provocano una sintomatologia resistente a tutte le terapie, si può procedere con l'asportazione chirurgica artroscopica.

L'intervento prevede:

  • l'incisione del tendine sotto guida artroscopica
  • l'asportazione precisa del deposito calcifico
  • la sutura del tendine.

Questa procedura garantisce ottimi risultati, con un tasso di successo superiore al 95%.

7 La prognosi: cosa aspettarsi e tempi di recupero

La prognosi è generalmente favorevole, soprattutto se si interviene precocemente. Con il trattamento conservativo si ottiene spesso una remissione dei sintomi. 

In caso di chirurgia, il recupero funzionale è graduale ma efficace, con un ritorno alle attività quotidiane nel giro di poche settimane.

8 Tendinopatia calcifica: si può prevenire?

Non è possibile prevenire con certezza la formazione dei depositi calcifici, ma si consiglia di:

  • mantenere una buona mobilità articolare
  • evitare sovraccarichi ripetitivi
  • trattare precocemente infiammazioni o microtraumi della spalla.

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Dott. Giovanni Battista Vinanti Dott. Giovanni Battista Vinanti
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Giovanni Battista Vinanti

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