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L'idoneità all'intervento di chirurgia refrattiva

L'idoneità all'intervento di chirurgia refrattiva

Quali sono i requisiti per accedere all'intervento di correzione dei difetti visivi.

Dott. Piero Della Giustina
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Oggi la chirurgia refrattiva è molto diffusa grazie alle innovative tecniche chirurgiche e quindi molto spesso i pazienti ci pongono, giustamente, la seguente domanda: posso fare l’intervento? Cerchiamo di rispondere ai dubbi più frequenti.

1 Quali difetti visivi si possono correggere con la chirurgia refrattiva?

I principali difetti che si possono trattare sono la miopia, l’astigmatismo e l’ipermetropia.

La miopia è il difetto refrattivo più diffuso nei giovani, spesso è determinata da una lunghezza bulbare aumentata o da un’elevata curvatura corneale. Nell’ipermetropia, al contrario, spesso si riscontra una ridotta lunghezza assiale o una ridotta curvatura corneale. L’ astigmatismo si può immaginare come una deformazione della curvatura corneale in cui si ha una differente focalizzazione dei raggi a seconda dei differenti punti corneali.

2 Si può correggere la presbiopia?

La presbiopia è un difetto visivo che si presenta in tutte le persone sopra i 45 anni, è causata da una perdita di elasticità del cristallino e determina la difficoltà nella visione per vicino, non avendo più capacità accomodativa. Solo da poco e solo in alcuni centri è possibile risolvere questo difetto visivo, una delle tecniche più diffuse per questo difetto è la Presby-lasik.

3 Qual è l’età giusta per operarsi?

Molte persone ci chiedono se sono troppo giovani o troppo “adulte” per la chirurgia refrattiva. Per quanto riguarda gli adolescenti un fattore determinante è la “stabilità refrattiva”. Soprattutto per i difetti di tipo miopico l’età giovanile è caratterizzata dalla crescita del corpo e anche dell'occhio stesso, quindi finché non si ottiene la cosiddetta “stabilità refrattiva” (generalmente dopo i 20 anni) è preferibile attendere prima di effettuare l’intervento.
Per l’età adulta invece non abbiamo limiti di età ma bensì devono essere valutati altri fattori quali la presbiopia e la possibile insorgenza della cataratta che non precluderanno l’intervento ma ci indirizzeranno verso un tipo di tecnica invece che di un'altra.

4 Cosa si valuta durante la visita per l’idoneità alla chirurgia refrattiva?

La visita preoperatoria all’intervento è il primo, e fondamentale, passo della chirurgia refrattiva. Questa è una visita molto mirata e specifica che permette al chirurgo non solo la valutazione dello stato di salute generale della persona e del suo occhio ma permette anche l’idoneità all’intervento e ancora di capire quale sia la tecnica migliore per il paziente stesso perché, come è facile intuire, ogni persona presenta delle caratteristiche diverse.

Proprio perchè ogni paziente ha esigenze diverse si può propendere verso una tecnica o un'altra. In primo luogo si valuta lo stato di salute generale dell’occhio e successivamente ci si focalizza su aspetti più “mirati” per la chirurgia refrattiva.

  • Cornea: è la prima lente del nostro occhio, ed è la struttura su cui andrà ad agire il laser. È fondamentale lo studio di questa tramite strumentazione specifica (come per esempio topografie e pachimetrie corneali) per valutarne diverse caratteristiche. Infatti, in alcuni casi si possono evidenziare alterazioni nella struttura (per esempio date da patologie quali cheratocono o altre distrofie corneali) che potrebbero pregiudicare l’esito dell’intervento. Un altro valore da analizzare molto attentamente è lo spessore corneale che varia in ogni persona; in alcuni casi, lo scarso spessore corneale insieme ad un vizio refrattivo molto alto, possono compromettere l'idoneità alla chirurgia refrattiva.
  • Lacrimazione: la lacrimazione nella sua composizione e quantità è variabile da individuo a individuo, questo può far propendere verso una tecnica rispetto ad un'altra. 

  • Pupilla: con esami quali la pupillometria andiamo a studiare principalmente la capacità di dilatazione della pupilla insieme ad altre caratteristiche che ci permetteranno di evitare fastidi post-operatori come aloni notturni ed abbagliamenti.

  • Valutazione ortottica: viene valutata la motilità oculare per verificare la presenza di strabismi o alterazioni della fissazione.

5 È un intervento doloroso?

No, a differenza del passato gli interventi con laser moderni non provocano alcuna sensazione dolorosa al paziente.
Viene eseguito senza la necessità di ricovero e in anestesia topica, cioè solamente con gocce di anestetico, senza la necessità di punture o utilizzo di qualsivoglia bisturi o punti di sutura.

L’intervento è estremamente breve, nell’arco qualche minuto il paziente uscirà dalla sala operatoria. Occorre solo un po’ di collaborazione nel seguire le indicazioni del chirurgo e di attenzione nel postoperatorio per eseguire la terapia prescritta. Nelle ore successive al’ intervento è normale sentire un po’ di bruciore o lacrimazione.

6 Si possono indossare lenti a contatto prima della visita preoperatoria?

È preferibile sospenderle prima della visita perché possono modificare la curvatura corneale e determinare irregolarità nelle misurazioni. Il numero di giorni di sospensione varia di caso in caso, consigliamo almeno una settimana per le lenti a contatto morbide.

7 Si può tornare a lavorare subito dopo l’intervento?

Già dal giorno stesso i pazienti notano un netto miglioramento e dal giorno successivo quasi la totalità dei pazienti ha già raggiunto i 10/10. Per la maggior parte dei lavori (es. lavoro in ufficio) già dal giorno seguente si riesce ad essere operativi; è possibile avere nei primi 2-3 giorni qualche sintomo come bruciore, lacrimazione, fotofobia ma con la terapia post-operatoria adeguata alla persona questi si risolveranno molto velocemente.

8 È un intervento pericoloso?

Nessun intervento chirurgico è scevro da complicanze però, a differenza della maggior parte degli interventi, la chirurgia refrattiva laser non si esegue all’interno del bulbo oculare ma tratta la parte più esterna della cornea e rimanendo così “in superficie” si evitano molte, seppur rare, complicanze presenti negli altri interventi. Questo determina un abbassamento drastico nell'incidenza di complicanze e un recupero funzionale molto veloce, proprio perché il trattamento è breve e interessa solo la parte esterna dell’occhio.

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