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L’evoluzione dell’intervento di cataratta: tra passato, presente e futuro

L’evoluzione dell’intervento di cataratta: tra passato, presente e futuro

I nuovi cristallini artificiali sono già nel futuro.

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L’intervento di cataratta, in questi ultimi cinquanta anni è cambiato radicalmente. L’evoluzione scientifica e tecnologica ha fatto sì che un intervento che prevedeva un ricovero ospedaliero di due settimane, e che non era scevro da rischi, diventasse un intervento ambulatoriale. 

1 Come veniva svolto l’intervento di cataratta in passato?

In passato, l’intervento di cataratta ve- niva eseguito con una incisione cornea- le di 180° per poter estrarre il cristallino in toto. E ciò si eseguiva o con una pinza (pinza di Arruga) o con un criostato che congelava il cristallino.

Si trattava dunque di una procedura abbastanza rischiosa. Va sottolineato che il paziente stava ricoverato per circa due settimane, e nei primi tre giorni post-intervento doveva rimanere immobile a letto con due sacchetti di sabbia ai lati della testa per evitare di muoversi. Questo, ovviamente, comportava una degenza lunga.

All'inizio degli anni '70, all'ospedale di Mestre dove lavoravo, avevamo a disposizione 65 letti, molti dei quali occupati da pazienti sottoposti a intervento di cataratta. Poiché la degenza era lunga, alcuni di loro erano costretti a proseguirla in albergo. Oggi questa è una cosa impensabile perché sono limitati esclusivamente per interventi che comportano degenze di qualche giorno. Basti pensare che anche il trapianto di cornea, oramai, ha una degenza di un giorno, massimo due giorni.

2 Come è cambiato l’intervento della cataratta?

A cambiare le carte in tavola è stata la comparsa del cristallino artificiale. Il primo cristallino artificiale fu impiantato nel 1947 in Inghilterra dal dottor Harold Ridley. La strada, da quel punto, era aperta!

Si passò dai cristallini rigidi, per cui era necessaria una incisione di almeno sei millimetri, ai cristallini morbidi (pieghevoli) che potevano essere inseriti attraverso una incisione di due-tre millimetri.

Tutto ciò grazie alla facoemulsificazione che frammenta il cristallino del paziente, aspirandolo agevolmente. La facoemulsificazione oggi compie ben 55 anni!


Quali passi in avanti sono stati fatti?

La tecnologia naturalmente va veloce. I cristallini attuali possono essere monofocali, bifocali e dotati di un materiale particolare (cristallino giallo) che protegge la macula dai raggi ultravioletti. Recentemente sono state anche adottate lenti Premium che migliorano la capacità di vedere in varie condizioni di luce con la pioggia e la neve.
Rappresentano una soluzione di avanguardia perché permettono di risolvere più problemi contemporaneamente e possono correggere miopia, ipermetropia e astigmatismo.

3 Cosa ci si prospetta per il futuro?

In passato il mio maestro, il professor Giovanni Rama (chirurgo oftalmologo, pioniere del trapianto della cornea, ndr.), disse che, in merito alla cataratta, ormai era già stato fatto tutto. Evidentemente non poteva prevedere tutto quello che è successo in questi ultimi decenni.

Possiamo invece dire che il futuro è già il presente! In questi anni, infatti, la ricerca scientifica sta mettendo a punto cristallini artificiali modificabili con la luce. Sarà dunque possibile modificare la loro curvatura con un particolare fascio di luce e quindi cambiare il loro potere diottrico, cioè i difetti che potrebbero residuare dopo l’inserzione del cristallino artificiale potranno essere corretti con questa nuova tecnologia.

Da ultimo giova far sapere che in Italia vengono operati di cataratta 650.000 pazienti all’anno.

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Dott. Giancarlo Caprioglio Dott. Giancarlo Caprioglio
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