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Isolamento sociale e decadimento cognitivo

Isolamento sociale e decadimento cognitivo

L'isolamento sociale è associato ad un aumento del rischio di decadimento cognitivo, favorendo sia la sua insorgenza in persone sane sia peggiorando ulteriormente le prestazioni cognitive nei pazienti che presentano già una demenza.

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L’isolamento sociale si manifesta quando una persona si ritira volontariamente o involontariamente dal contesto in cui è inserito. Questo può includere una riduzione delle interazioni sociali e un allontanamento dagli ambienti normalmente frequentati, come la scuola, il lavoro o gli amici.
L’isolamento sociale può essere temporaneo o durare a lungo, e può coinvolgere persone di qualsiasi età, dai bambini agli anziani.

1 Quali sono le cause dell’isolamento sociale?

Le cause dell’isolamento sociale possono essere volontarie o involontarie.

Tra le volontarie vi sono:

  • la depressione
  • l’ansia
  • le fobie sociali

Inoltre, gli eventi stressanti o dolorosi che possono limitare la capacità dell’individuo di interagire con gli altri e di partecipare alla vita sociale e l’assenza di interessi, di hobbies durante la vita adulta e lavorativa, inoltre, può favorire l’isolamento sociale anche durante il pensionamento.

Tra le involontarie ricordiamo:

  • l’essere vittima di bullismo
  • l’emarginazione
  • l'abbandono giovanile
  • la sordità
  • i deficit visivi
  • la presenza di malattie che comportino la perdita dell’autonomia funzionale nelle attività del vivere quotidiano.

Infine, ricordiamo anche l’effetto indesiderato di eccezionali, quanto necessari, provvedimenti sanitari come, ad esempio, le restrizioni attuate durante la pandemia da Covid19, che abbiamo vissuto negli anni scorsi.

2 L’isolamento sociale può causare il decadimento cognitivo?

L’associazione tra l’isolamento sociale e l’insorgenza di decadimento cognitivo è un dato scientificamente consolidato. Il report 2020 della commissione Lancet, autorevole rivista internazionale di medicina, già quattro anni or sono aveva individuato nell’isolamento sociale un rischio di sviluppare il decadimento cognitivo, e questa evidenza è confermata anche dalla letteratura più recente.

L’isolamento sociale provoca disfunzioni cognitive nell'adulto, inducendo alterazioni della sostanza bianca cerebrale, che è l’area al di sotto della corteccia e ricca di fibre nervose ricoperte da una sostanza chiamata mielina. Infatti, l’isolamento sociale influenzerebbe negativamente proprio il processo di formazione della mielina, in particolare in regione prefrontale.
Questa condizione clinica, così come la sordità o la cecità, riduce gli stimoli dei quali il cervello ha bisogno per funzionare al meglio, e può essere associato ad un aumento del rischio di sviluppare le malattie cardiovascolari e il sovrappeso.

3 Come prevenire il decadimento cognitivo?

Nel decadimento cognitivo lieve, detto anche MCI, la persona accusa qualche difficoltà cognitiva, che rileviamo oggettivamente con gli accertamenti clinici, mentre l’autonomia nelle attività del vivere quotidiano è sostanzialmente mantenuta.

L’MCI può essere causato sia da una malattia neurodegenerativa che si manifesterà apertamente in futuro sia da isolamento sociale, inattività fisica, sintomi depressivi, ipoacusia, deficit visivi e scarsezza di stimoli culturali. La letteratura riporta che, in questo secondo caso, agendo in modo migliorativo su questi aspetti, è possibile riportare queste persone a una situazione di normalità fino al 40% dei casi.

In altre parole l’MCI è reversibile fino al 40% dei casi. Quindi, il non isolarsi socialmente ed avere invece una vita ricca di relazioni qualitativamente soddisfacenti costituisce una prevenzione del decadimento cognitivo sia primaria, se la persona è ancora cognitivamente integra, sia secondaria nel caso sia affetta da MCI.


 

Il decadimento cognitivo di un paziente può indurre isolamento sociale anche in chi lo assiste?

Talvolta può accadere che anche coloro i quali fanno assistenza a familiari affetti da gravi patologie quali le demenze, i cosiddetti caregivers, siano a rischio di isolamento sociale a causa dell’importante carico assistenziale al quale sono sottoposti e che limita molto le loro relazioni sociali e gli interessi personali.

Spesso il caregiver presenta sintomi depressivi conseguenti alla sua situazione psicologica nella quale si sente solo ad affrontare problematiche assistenziali sempre più gravi man mano che il proprio caro peggiora.
Pertanto è fondamentale che i caregivers, si rivolgano alle associazioni dei familiari di pazienti per rendersi conto di non essere i soli ad affrontare le difficoltà dell’assistenza, e partecipare ai loro incontri per trovare conforto e comprensione reciproca.

4 Come è possibile prevenire il decadimento cognitivo da pensione?

Per prevenire l’isolamento sociale da pensionamento è importante coltivare, sin da giovani, degli interessi, al di fuori del proprio lavoro, che coinvolgano anche altre persone. Gli esempi sono molti, dagli sport al volontariato, dalla danza alle attività musicali o artistiche, dalle attività manuali e artigianali agli interessi culturali.

Vi è solo l’imbarazzo della scelta! L’importante è metterla in pratica e attraverso interessi ed hobbies fornire “cibo” per la mente.

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