Prevenire il decadimento cognitivo: stili di vita e diagnosi precoce
Il decadimento cognitivo è una condizione clinica che colpisce gli anziani ma anche persone giovani con meno di 65 anni di età. Il perdere la memoria è, almeno in parte, associato a stili di vita non salutari.
Il decadimento cognitivo è la perdita di una o più funzioni cognitive, ovvero di quelle capacità che ci permettono di percepire il mondo intorno a noi e di relazionarci con gli altri: ad esempio la memoria, il linguaggio, l’orientamento, il calcolo, le funzioni che ci consentono di programmare ed eseguire un compito, le funzioni visive e di percezione corretta dello spazio e infine l’attenzione.
Talvolta anche un cambiamento del comportamento può essere un primo sintomo di un iniziale decadimento cognitivo.
Indice
1 Quali sono i fattori di rischio del decadimento cognitivo?
Il Piano Nazionale Demenze ha individuato sette fattori di rischio potenzialmente modificabili associati all’insorgenza della demenza, quali il diabete, l’ipertensione arteriosa, l’obesità, il fumo, la depressione, la bassa scolarizzazione e l’inattività fisica.
Più recentemente, La Commissione della rivista scientifica Lancet ha pubblicato nel 2020 i 12 fattori di rischio della demenza:
- la bassa scolarità
- la riduzione dell’udito
- i traumi cranici
- l’ipertensione arteriosa
- l'eccessiva assunzione di alcol
- il sovrappeso
- il fumo
- i sintomi depressivi
- l’isolamento sociale,
- l’inattività fisica
- l’inquinamento atmosferico
- il diabete mellito
Il rischio cumulativo dei 12 fattori di rischio è stato stimato raggiungere il 40%.
In particolare, l’insorgenza delle demenze giovanili (<65 anni di età) è associata al traumatismo cranico, a turbe del ritmo cardiaco come la fibrillazione atriale, a eventi ischemici cerebrali, al diabete, all’ipercolesterolemia e all’abuso alcolico.
2 Come si possono prevenire le demenze?
La prevenzione del decadimento cognitivo consiste nell’adottare stili di vita sani, quali l’attività fisica moderata ma continuativa, la socializzazione, stimoli culturali come l’abitudine alla lettura, nell’aderenza alla dieta mediterranea, nell’evitare il fumo di sigaretta e riducendo l’assunzione di alcolici.
Adottando stili di vita sani si può ridurre del 40% il rischio di insorgenza di demenza.
3 Come si può fare una diagnosi precoce di decadimento cognitivo?
È bene comunque rivolgersi ad uno Specialista quando percepiamo di avere dimenticanze frequenti o difficoltà quando parliamo, nel “trovare la parola giusta”, quando capitano episodi nei quali non riusciamo a orientarci in strade già note o quando iniziamo a sbagliare semplici calcoli.
Anche le difficoltà nella corretta percezione del tempo e i cali dell’attenzione possono essere dei “campanelli di allarme” di un iniziale decadimento cognitivo, così come eventuali episodi confusionali, il cambio nel carattere e i disturbi del comportamento.
Ricorrere a uno specialista ai primi sintomi consente una diagnosi precoce per iniziare una terapia e mettere in atto tutte quelle strategie rivolte al mantenimento delle capacità cognitive residue.
4 È possibile arrestare il decadimento cognitivo?
Il 40% dei casi di decadimento cognitivo lieve (il Mild Cognitive Impairment, MCI, degli autori anglosassoni) è suscettibile di ritorno a uno stato di normalità cognitiva in quanto sostenuto da isolamento sociale, sedentarietà, sintomi depressivi e scarsi stimoli culturali: agendo precocemente su queste criticità e adottando stili di vita più salutari quali la socializzazione, l’attività fisica moderata ma continuativa, dieta mediterranea e letture, è possibile riacquistare una normale cognitività.
Nei casi più sfortunati, nei quali i deficit cognitivi sono sostenuti da una delle principali forme di demenza senile, una diagnosi precoce consente, in genere, di rallentare, almeno in parte, la progressione della malattia.
5 Quali sono i vantaggi della diagnosi precoce delle demenze?
Nella malattia di Alzheimer (AD), l’uso sollecito dei farmaci specifici quali gli anticolinesterasici e la memantina, può rallentare la progressione dei sintomi.
La diagnosi precoce della demenza frontotemporale (FTLD) consente di gestire, dall’inizio, i disturbi del comportamento con i farmaci più indicati e di contrastare le eventuali difficoltà di linguaggio con una riabilitazione logopedica.
La diagnosi precoce della demenza a corpi di Lewy (DLB) permette di evitare, da subito, in questi pazienti, l’uso di farmaci antipsicotici tipici i quali hanno effetti particolarmente peggiorativi riguardo i segni motori di questa malattia neurodegenerativa, quali la rigidità e la lentezza nei movimenti. La diagnosi precoce della DLB consente anche di trattare, al più presto, i deficit cognitivi.
Nella demenza vascolare (VD) la diagnosi precoce permette di contrastare il verificarsi di recidive di ischemie cerebrali contrastando i fattori di rischio cerebrovascolare quali ad esempio l’ipertensione arteriosa, l’iperglicemia, il sovrappeso, il fumo e l’eccessiva assunzione di alcolici.
Maurizio Gallucci
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