LUTS: le patologie del basso apparato urinario maschile
Spesso le patologie del basso apparato urinario sono legate alla fascia d’età del paziente che può essere genericamente distinto tra giovane, adulto, anziano.
Vescica, prostata e uretra formano il basso apparato urinario maschile e nel corso della vita ciascun uomo presenta processi infiammatori che interessano questi organi.
Quali sono nel giovane le cause più frequenti di disturbi del basso apparato urinario?
Le patologie infiammatorie sono le più frequenti in giovane età, per cui, spesso, molti giovani uomini vengono colpiti da prostatiti. Infatti, la prostata, collocata tra vescica e uretra peniena, è considerata un organo bersaglio per disturbi psicosomatici: ansia, stress, stile di vita e abitudini alimentari sbagliate sono grandi nemici del benessere prostatico.
Quali sono nell’adulto le cause più frequenti di disturbi del basso apparato urinario?
Oltre ai disturbi congestizi e infiammatori, nell’adulto si manifestano problemi legati ad un’iniziale ipertrofia prostatica, disturbo comune che consiste nell’ingrossamento benigno della prostata e comporta difficoltà a urinare. Superati i 50 anni d’età, la prostata può essere sede di lesioni, tumori benigni o maligni. La comparsa di queste problematiche aumenta di frequenza per fasce di età. Il tumore della prostata, secondo i dati riportati dal rapporto Aiom-Airtum (Associazione Italiana di Oncologia Medica e Associazione Italiana Registri Tumori) è al quarto posto tra i più frequenti nel 2019 in Italia dopo i tumori della mammella, del colon-retto, del polmone e prima del tumore alla vescica. Anche i disturbi della minzione insorgono solitamente tra i 50 e i 60 anni e sono legati soprattutto a fastidio nell’urinare, sensazione di incompleto svuotamento, esitazione iniziale e rallentamento del deflusso urinario.
E la situazione dell’uomo anziano?
Con l'avanzare dell'età i controlli devono essere costanti e frequenti. Dopo i 50 anni è raccomandato eseguire il controllo annuale del PSA (Antigene Prostatico Specifico) totale e frazionato e la visita specialistica urologica. I valori nel sangue di PSA, proteina prodotta dalla prostata, permettono di valutare la possibile presenza di ipertrofia prostatica benigna o di tumore maligno.
Gli esami di primo livello per i disturbi minzionali legati all’ipertrofia prostatica sono visita urologica, ecografia pelvica e flussimetria urinaria. Trascurare o rimandare una valutazione specialistica può causare riflessi negativi sulla vescica e, di conseguenza, su tutto l’apparato urinario.
Quando è necessario intervenire chirurgicamente?
L’ipertrofia prostatica, ovvero l’ingrossamento della prostata, prevede una fase iniziale di trattamento medico che, qualora non conducesse a risultati soddisfacenti, sarà seguita da terapia chirurgica più o meno invasiva. I principali trattamenti sono: Turp bipolare (resezione endoscopica trans- uretrale), chirurgia laser, vaporizzazione della prostata fino all’intervento a cielo aperto per le prostate molto voluminose.
Per la cura di queste patologie non si può parlare di un intervento migliore di un altro perché sicuramente il trattamento varia in base alla tipologia del paziente: dalle dimensioni della prostata, all’età e alle sue caratteristiche anatomiche.
Quali sono i consigli per prevenire i disturbi del basso apparato urinario?
Sane abitudini alimentari e una costante e regolare attività fisica con un corretto rapporto peso/altezza sono sempre i migliori fattori di prevenzione uniti a regolari controlli dallo specialista urologo.
Domenico Massari
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