La stenosi del canale vertebrale
Il restringimento del canale vertebrale causa una compressione nervosa che compromette la camminata. Ne parliamo con il Dott. Mario Bortolato, chirurgo ortopedico.
La stenosi del canale vertebrale è una patologia frequente, spesso potenzialmente invalidante che colpisce soprattutto nella terza età sia uomini che donne. Si tratta di un restringimento del canale vertebrale che causa una compressione dolorosa delle terminazioni nervose. Questa condizione può portare, oltre al mal di schiena, debolezza, instabilità degli arti inferiori e una sempre maggiore difficoltà a camminare.
Indice
1 Cos’è la stenosi vertebrale?
Il termine stenosi significa restringimento. In questo caso il restringimento colpisce il canale vertebrale, più spesso nel distretto lombo-sacrale.
All’interno del canale vertebrale si trovano il midollo spinale e le radici nervose dalle quali si dipartono i nervi che vanno agli arti inferiori. Quindi, la conseguenza di tale situazione è che il midollo spinale e le radici nervose si trovano intrappolati all’interno del canale vertebrale stesso.
2 Quali sono i sintomi?
La manifestazione clinica è un sintomo molto caratteristico, che i pazienti facilmente riconoscono anche da soli: la claudicatio spinalis, cioè una notevole limitazione della capacita’ di camminare, se non per brevi percorsi.
Più grave è la stenosi e prima il paziente si troverà nella condizione di non poter proseguire il cammino, anche dopo 10/15 metri, causa l’insorgenza di dolore ingravescente alla colonna lombo sacrale irradiato agli arti inferiori, spesso accompagnati da formicolio e debolezza.
La stenosi può colpire anche il distretto cervicale e in questo caso i disturbi colpiranno la regione cervicale e gli arti superiori, con dolore e formicolio irradiato fino alle mani.
Naturalmente esistono varie tipologie di stenosi a seconda del distretto colpito e se il problema riguardi un livello singolo oppure più distretti vertebrali.
3 Quali sono le cause?
La malattia è solitamente a decorso cronico ingravescente in quanto è nella maggior parte dei casi correlata con problematiche di tipo degenerativo a carico della colonna vertebrale, in particolare la spondilo-disco-artrosi vertebrale.
Altre cause possono essere traumi, in particolare in esiti di fratture della colonna vertebrale, e anche forme congenite da brevità dei peduncoli vertebrali.
4 Come si esegue la diagnosi di stenosi del canale vertebrale?
Il quadro clinico è già molto suggestivo, ma sarà necessario eseguire alcune indagini strumentali per la conferma, per valutare le caratteristiche della stenosi e quali siano i distretti interessati, se uno o più livelli.
Gli esami più importanti sono:
- risonanza magnetica (RMN)
- tomosintesi (TAC)
- radiografie (RX)
- elettromiografia
5 Quali sono le terapie?
La terapia della stenosi vertebrale sintomatica è chirurgica. Oggigiorno si eseguono interventi mini-invasivi, finalizzati ad allargare (recalibrage) e stabilizzare (artrodesi) il distretto colpito.
Se necessario andiamo a sostituire il disco vertebrale qualora sia molto degenerato e concausa della stenosi (artrodesi antero-laterale).
La ripresa della deambulazione avviene subito dal primo giorno e il ricovero è mediamente di 2 giorni.
La laminectomia
Durante la laminectomia, il chirurgo rimuove una parte della lamina, la porzione posteriore dell'arco osseo di una vertebra, al fine di creare spazio e alleviare la pressione sulla colonna vertebrale.
L'intervento di laminectomia può essere eseguito su una o più vertebre, a seconda della gravità e della localizzazione della stenosi. Tipicamente, l'accesso alla colonna vertebrale viene effettuato attraverso una piccola incisione sulla parte posteriore della colonna vertebrale, e il tessuto molle circostante viene spostato per esporre la lamina.
Il chirurgo, quindi, rimuove la porzione necessaria della lamina, creando uno spazio più ampio attraverso il quale il midollo spinale o le radici nervose possono muoversi liberamente senza essere compressi.
La laminectomia è un intervento chirurgico ben consolidato e può essere efficace nel migliorare i sintomi associati alla stenosi del canale vertebrale, come dolore, formicolio o debolezza nelle gambe.
L’artrodesi
Questa procedura mira a stabilizzare la colonna vertebrale, riducendo il movimento tra le vertebre coinvolte e alleviando così la pressione sulle strutture nervose. Durante l'artrodesi, il chirurgo può utilizzare diversi approcci, tra cui l'uso di innesti ossei e dispositivi di fissaggio.
Una delle tecniche più comuni è l'artrodesi spinale posteriore, che coinvolge l'accesso alla colonna vertebrale dalla parte posteriore. Durante l'intervento, il chirurgo rimuove il tessuto osseo e le strutture che comprimono il midollo spinale o le radici nervose. Successivamente, inserisce innesti ossei o materiale di sintesi nelle articolazioni tra le vertebre coinvolte per promuovere la fusione.
Questa fusione, nota come spondilodesi, crea un ponte osseo tra le vertebre, rendendo la zona più stabile nel tempo. In alcuni casi, possono essere utilizzati dispositivi di fissaggio come viti o piastre per mantenere le vertebre nella posizione corretta durante il processo di guarigione.
L'artrodesi vertebrale può essere eseguita anche con approcci anteriori o laterali, a seconda delle caratteristiche specifiche del paziente e della localizzazione della stenosi.
La chirurgia robotica
Utilizziamo anche la chirurgia robotica per avere la massima precisione nelle procedure.
La chirurgia robotica rappresenta una delle innovazioni più recenti nel trattamento della stenosi del canale vertebrale, offrendo un approccio avanzato e preciso per affrontare questa condizione.
Durante un intervento di chirurgia robotica per la stenosi vertebrale, il chirurgo guida un robot ad alta precisione attraverso una serie di movimenti programmabili. Questo sistema robotico assiste il chirurgo nell'eseguire procedure con una precisione millimetrica, consentendo un accesso più sicuro e mirato alla colonna vertebrale.
L'utilizzo della chirurgia robotica per la stenosi vertebrale può comportare:
- incisioni più piccole
- riduzione del trauma sui tessuti circostanti
- recupero potenzialmente più rapido
rispetto a procedure più invasive.
Il robot può essere utilizzato per eseguire diverse fasi dell'intervento, come la rimozione delle strutture ossee o la posizionamento di dispositivi di fissaggio, fornendo al chirurgo una maggiore visibilità e controllo.
Questa tecnologia avanzata consente una personalizzazione maggiore, adattandosi alle specifiche caratteristiche anatomiche del paziente.
Mario Bortolato
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