Il tumore alla prostata non fa più paura
Quello che un uomo deve sapere.
La neoplasia prostatica, comunemente denominata tumore/cancro alla prostata, non presenta purtroppo in fase precoce sintomi evidenti. Va sottolineato che l’ipertrofia e il tumore della prostata sono due malattie diverse, non sono l’una la conseguenza dell’altra ed originano per la maggior parte da zone diverse della prostata (l’ipertrofia dalla zona centrale mentre il tumore dalla zona periferica).
Premesso ciò, il PSA (marcatore organo specifico ma non cancro specifico del sangue, riscontrabile attraverso un semplice prelievo ) e l’esplorazione rettale (ricerca di noduli o irregolarità) sono i due principali indicatori della neoplasia prostatica. Recentemente, in alcuni casi specifici, ci si serve altresì della RM prostatica multiparametrica. Difficilmente altre analisi radiologiche di laboratorio riescono a diagnosticare questa malattia la cui diagnosi di certezza è comunque ancora affidata alla biopsia ecoguidata della prostata.
In caso di diagnosi positiva è sempre necessario operare o esistono delle alternative farmacologiche
In caso di diagnosi positiva, nei pazienti con aspettativa di vita superiori ai dieci anni ed in buone condizioni generali, è proponibile l’asportazione della prostata. La prostatectomia radicale risulta essere una soluzione che non pregiudica le successive, eventuali, ulteriori terapie e mette in grado il paziente e lo specialista di decidere i passi successivi della terapia da eseguire.
Tra le alternative all’intervento ricordiamo la radioterapia, la vigile attesa, la sorveglianza attiva e l’ormono-terapia. La terapia ormonale come prima scelta è limitata ai pazienti che non possono essere sottoposti ad alcun trattamento standard.
La tecnica chirurgica più moderna e meno invasiva
La laparoscopia robotica assistita è l’evoluzione più moderna della tecnica chirurgica laparoscopica diffusasi in alternativa alla chirurgia tradizionale a cielo aperto. Grazie all’ausilio di potenti e avanguardiste telecamere, il robot consente una visione ottimizzata e magnificata del campo operatorio che diventa tridimensionale, non bidimensionale come nella laparoscopia classica. I bracci del robot traducono in realtà quello che il chirurgo ha sempre sperato accadesse: portare la mano all’interno dell’addome senza aprirlo; il robot infatti riproduce esattamente i movimenti che compirebbe la mano del chirurgo. Oltre a quelli della laparoscopia tradizionale, i vantaggi sono molteplici: una dissezione più accurata con ottime percentuali di preservazione della continenza urinaria oltre e il possibile risparmio dei nervi erigenti, presupposto essenziale per una migliore ripresa dell’attività sessuale. Tra i primi centri in Italia e primo centro nel Veneto, il reparto di Urologia di Camposampiero è fornito di robot Da Vinci ed effettua prostatectomia radicale robot assistita da quasi un decennio.
Domenico Massari
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