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Intervento mininvasivo per le emorroidi: la dearterializzazione

Intervento mininvasivo per le emorroidi: la dearterializzazione

È possibile risolvere il problema delle emorroidi con un intervento rapido e poco doloroso.

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Le emorroidi sono una condizione clinica molto comune e altrettanto invalidante. Fortunatamente esistono alcune tecniche utili a risolvere tale problematica. Una di queste è la dearterializzazione (THD), una tecnica in day surgery che prevede un decorso e un dolore post-operatorio pressoché inesistente.

1 Cos’è la tecnica mininvasiva della dearterializzazione (THD)

Per spiegare cos’è la tecnica THD (in termini medici dearterializzazione) bisogna partire dal capire cosa sono le emorroidi. All’interno del canale anale abbiamo, in condizioni normali, delle formazioni riccamente vascolarizzate che si chiamano cuscinetti emorroidari. Sono di norma tre e situati in posizione laterale sinistra, anteriore destra e posteriore destra. La loro funzione è quella di concorrere alla continenza.

Lo scivolamento verso il basso di tali formazioni e la loro congestione per iperafflusso di sangue, e ostacolato deflusso dello stesso, determina le emorroidi.

La THD (letteralmente Transanal Hemorrhoidal Dearterialization) è un’innovativa procedura chirurgica che permette di curare i sintomi della patologia emorroidaria preservando l’anatomia del canale anorettale.

Il chirurgo lega i vasi terminali dell’arteria che alimenta le emorroidi, senza rimuovere alcun tessuto. In questo modo è possibile ridurre l’eccessivo afflusso di sangue senza incisioni dolorose per il paziente.

Dopo aver legato i rami terminali dell’arteria rettale, il chirurgo procede al riposizionamento dei cuscinetti emorroidari nella loro sede naturale.

2 In che cosa si differenzia dalle altre tecniche?

La tecnica chirurgica classica (emorroidectomia) prevede la rimozione dei cuscinetti emorroidari ammalati con conseguente dolore post-operatorio. La THD non prevede alcuna rimozione di tessuto e, quindi, è maggiormente rispettosa della fisiologia presentando scarso dolore post-operatorio.

3 Come si esegue l’intervento?

Si procede in anestesia periferica, di norma in day hospital. Viene introdotto un particolare anoscopio e, attraverso una sonda doppler, il chirurgo identifica i rami delle arterie emorroidarie che vengono legati con una semplice sutura riducendo, così, l’iperafflusso di sangue.

Dopo la legatura, il prolasso dei cuscinetti emorroidari verso l’esterno viene ridotto mediante una mucopessia, che permette il riposizionamento del tessuto emorroidario nella sua posizione originaria.

4 Quali sono i vantaggi della dearterializzazione?

Come già detto i cuscinetti emorroidari sono formazioni normali che hanno un ruolo nell’assicurare la continenza e la normale sensibilità del canale anale. La THD rispetta l’anatomia e la fisiologia del canale anale non prevedendo l’asportazione di tessuto.

Inoltre, il dolore e il disagio, sia durante che dopo l’intervento, sono minimi e il recupero è veloce con rapido ritorno alle attività abituali.

5 Per quali pazienti è indicata questa tecnica?

Non sempre nelle emorroidi è indicato il trattamento chirurgico. Quando il prolasso non è molto pronunciato, il sanguinamento non è frequente e abbondante, e non si verificano molto spesso episodi acuti di tromboflebite emorroidaria, si può far ricorso a un trattamento ambulatoriale.

Quando i sintomi sono più importanti o i trattamenti ambulatoriali falliscono, è necessaria la chirurgia. La THD è sicuramente un’opzione chirurgica valida specie in presenza di emorroidi che sanguinano abbondantemente e nelle quali il prolasso non sia molto pronunciato. Quando il prolasso è il sintomo prevalente, potrebbe essere più indicato l’intervento di mucoprolassectomia con stapler, anch’esso intervento moderno, poco doloroso e che, in mani esperte, dà ottimi risultati.

6 Esiste un protocollo post-operatorio da seguire?

Dal punto di vista della terapia farmaco- logica, può essere utile un farmaco che riduca l’edema. Un antidolorifico solitamente non è necessario.

Un paziente operato con questa tecnica può fare il bagno o la doccia già da subito non essendoci ferite cutanee.

Per quanto riguarda l’alimentazione, è bene che il paziente, pur mangiando e nutrendosi a sufficienza, non ecceda con il cibo perché l’anestesia e l’intervento potrebbero determinare un rallentamento del transito intestinale. È inoltre opportuno inserire nella dieta un adeguato quantitativo di fibre e acqua.


Dopo l’operazione potrebbe ripresentarsi il problema?

La recidiva è sempre possibile dopo qualunque tipo di chirurgia. Fortunatamente i moderni interventi per emorroidi presentano percentuali di recidiva molto basse.

Importante, comunque, è l’appropriata scelta del tipo di intervento per il singolo caso e l’accurata esecuzione tecnica dell’intervento stesso. Da sottolineare anche il ruolo del corretto stile di vita da parte del paziente.


È, dunque, la soluzione migliore per operare le emorroidi?

Al giorno d’oggi abbiamo a disposizione numerose tecniche, valide e poco invasive, per trattare chirurgicamente le emorroidi. I risultati migliori si ottengono dalla scelta della tecnica più idonea a ogni singolo caso.

Dott. Raimondo Di Bella Dott. Raimondo Di Bella
Dott.

Raimondo Di Bella

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