Menopausa e dieta chetogenica: un aiuto per l'equilibrio ormonale
Scopri come la dieta chetogenica può aiutare aiutare durante la menopausa.
Durante la menopausa, le fluttuazioni ormonali, in particolare la riduzione degli estrogeni e l’aumento degli androgeni, spesso portano a un aumento di peso, soprattutto nella zona addominale, a cui si aggiungono sintomi come vampate di calore, stanchezza e sbalzi d'umore.
La dieta chetogenica, caratterizzata da un ridotto apporto calorico, un basso apporto di carboidrati, un normale apporto di proteine e un ridotto consumo di grassi, può favorire la perdita di peso riducendo anche l’infiammazione.
Indice
1 Perché la dieta chetogenica è utile in menopausa?
Perché è un regime dietetico particolarmente efficace in donne dove il cambiamento dell’assetto ormonale e la storia personale (possibili diete precedenti, terapie farmacologiche, abitudini, ecc.) potrebbero rendere complicato un calo ponderale. Inoltre, perché siamo in una fase della vita dove l’effetto antinfiammatorio della dieta chetogenica può essere utile per migliorare ulteriori aspetti della salute femminile.
I suoi benefici comprendono un miglioramento degli squilibri ormonali, riducendo effetti indesiderati della menopausa stessa come le vampate di calore, aiuta inoltre a ridurre la “fame nervosa“ e migliora condizioni come la ridotta sensibilità all’insulina, promuovendo un migliore controllo della glicemia; ha effetti positivi nel ridurre i valori della pressione arteriosa e i livelli di trigliceridi, apportando pertanto vantaggi alla salute metabolica in generale, ma anche a quella mentale e cognitiva.
Come iniziare la dieta chetogenica in menopausa senza compromettere l’apporto nutritivo?
Affidandosi a uno specialista che sappia gestire bene questa dieta, che oltre a essere una dieta è anche una terapia, evitando assolutamente il “fai da te” e il passaparola.
Questo, oltre a non compromettere l’apporto nutritivo, evita anche eventuali effetti collaterali possibilmente dannosi per l’organismo, conseguenti a una mal gestione di questa terapia dietetica, come:
- deficit di minerali e di vitamine
- aumento del colesterolo LDL (quello “cattivo”)
- problematiche renali o epatiche conseguenti ad apporti proteici scorretti.
Deve essere associata a terapie specifiche?
No, non è necessario associarla a terapie specifiche, salvo che non siano presenti delle malattie che lo richiedano, e debba- no quindi essere trattate.
2 È possibile sopperire al mancato apporto di carboidrati?
Si, attraverso il meccanismo fisiologico della chetosi. Quando le scorte di glucosio cominciano a scarseggiare, l’organi- smo, per non restare senza “carburante”, si ingegna e mette in atto un “piano B” in modo da produrre energia attingendo a fonti differenti dal glucosio. La seconda fonte di energia sono i grassi, anch’essi immagazzinati nell’organismo in modo da poter essere utilizzati nei momenti del bisogno. In questa condizione, mentre l’organismo li utilizza, produce corpi chetonici, che sono una forma di energia molto “performante” per il nostro organismo.
3 Come controllare gli attacchi di fame?
Generalmente proprio per lo specifico meccanismo della dieta chetogenica, se ben attuata, i cosiddetti attacchi di fame non dovrebbero esserci, questo a seguito del maggior controllo che questa dieta induce, dovuto all’eliminazione dei picchi glicemici e alla conseguente risposta insulinica.
Inoltre, diversi studi hanno scoperto che questa dieta controlla la fame e l’appetito in quanto aumenta i livelli dell’ormone GLP-1 (ormone che regola l’appetito) e diminuisce i livelli dell’ormone Grelina (ormone che stimola l’appetito).
4 Quando si parla di dieta chetogenica ci si riferisce a un solo regime alimentare?
Possiamo dire che non esiste la dieta chetogenica, ma esistono le diete chetogeniche. Cioè, all’interno del gruppo delle diete chetogeniche troviamo regimi dietetici differenti, associati tutti da un apporto di zuccheri molto basso ma con quantità di proteine e grassi che possono differire anche di parecchio, ad esempio possiamo avere una dieta chetogenica ad alto apporto lipidico e un’altra a basso apporto lipidico, così come protocolli chetogenici normoproteici, rispetto ad altri con contenuto di proteine più elevato.
Questa cosa ha come conseguenza il fatto che non tutte le diete chetogeniche hanno la stessa finalità e non possono essere usate tutte allo stesso modo e per gli stessi scopi.
Nel caso del dimagrimento, ad esempio, andrà utilizzato un tipo di dieta chetogenica piuttosto di un altro, la stessa cosa se si dovesse utilizzare per trattare un’emicrania, magari in un paziente normopeso. Sarà lo specialista a indirizzare il paziente verso il protocollo più adatto.
Paolo Favretto
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