Novità in campo ortopedico: gessi stampati in 3D e protesi d’anca in anestesia locale
Addio al classico gesso, ora è stampato in 3D con fibre di mais, più leggero, riciclabile, resistente all’acqua e oggetto di design!
Da circa un secolo le fratture si trattano con l’immobilizzazione in “gesso”, aggiornato solo negli ultimi 20 anni con bende in resina, comunque ingombranti, pesanti, non traspiranti e soprattutto riluttanti verso l’acqua.
Dottore, quali alternative abbiamo oggi al “classico gesso”?
Lavoriamo a questo progetto dal 2015 con l’idea di rinnovare il modo di immobilizzare le fratture. Nel 2018, insieme con l’Arch. Jacopo Lazzaro, abbiamo fondato Playcast, start up innovativa, introducendo sul mercato delle ortesi stampate in 3D in fibra di mais (PLA) che permettono di sostituire i convenzionali apparecchi gessati e tutori, previa acquisizione del segmento corporeo grazie allo SCANNER 3D istantaneo. Abbiamo ottenuto 2 brevetti per il progetto e 2 sono in corso di approvazione.
Come funziona esattamente?
Lo scanner consente di acquisire un braccio, una gamba, il busto e successivamente grazie ad un software parametrico sempre di nostra produzione, si possono apportare modifiche a piacimento da parte del medico ortopedico o fisiatra o fisioterapista a seconda del caso clinico, scegliendo dimensioni, forma, resistenza, densità, colore e design. Anche i materiali sono vari, e vanno dalle fibre di mais biocompatibili a gomme naturali, tutti altamente riciclabili e per uso medicale. Questi apparecchi sono più leggeri del 70% rispetto ad un gesso tradizionale e permettono il contatto continuo con l’acqua, compreso il bagno in mare o piscina.
Quali sono le reazioni dei pazienti?
Molto positive! Dicono che è come non averlo e permette loro di continuare a svolgere le normali attività quotidiane. Inoltre i loro amici e conoscenti non chiedono più “come ti sei fatto male?” ma “che cosa è questo apparecchio?”, rendendo generalmente positiva un’esperienza normalmente negativa.
Dove è presente questo sistema innovativo?
Attualmente abbiamo scelto una struttura altrettanto innovativa come la Casa di Cura Villa Maria di Padova per offrire questo servizio. I pazienti si rivolgono a Playcast mediante contatto mail o telefonico presente sul nostro sito e canali Social. Dopo valutazione del caso, vengono convocati per procedere al cambio o applicazione diretta dell’apparecchio 3D.
In Canada da circa 1 anno, e da poco negli USA e in Francia, i pazienti che si sottopongono a Protesi di Anca vengono dimessi in giornata o il giorno dopo: la chirurgia poco invasiva con accessi chirurgici anteriori (Bikini) permette un recupero immediato.
Parliamo ora di un’altra interessante novità relativa alle Protesi di anca: alcuni Paesi dimettono i pazienti in giornata, ci può spiegare come e quali sono le novità?
In effetti in Canada, Usa e di recente in Francia alcune strutture e colleghi chirurghi, utilizzando approcci più moderni per impiantare la protesi di anca, la cosiddetta “via anteriore”, tradizionale o con incisione bikini (perché la cicatrice è in corrispondenza della piega inguinale, per cui esteticamente invisibile anche in costume da bagno o slip), dimettono i pazienti in 24 ore.
In cosa consiste la tecnica Bikini?
Si tratta di una via “anteriore”, ovvero un modo per arrivare all’articolazione artrosica da sostituire con la protesi, di recente introduzione, eseguendo l’intervento con tecnica Bikini in anestesia locale (introdotta dai brillanti colleghi Blasi-Sandri). Questo approccio alla protesi d’anca mini-invasiva permette il suo posizionamento senza danneggiare nessun tendine o muscolo e, data l’anestesia locale, di controllare sin da subito la gamba operata, quindi camminando immediatamente.
Quali sono i vantaggi?
I vantaggi della via anteriore diretta e/o bikini, sono:
- dolore praticamente assente nei giorni successivi all’intervento
- cicatrice molto piccola (“bikini” o standard) che aiuta a dimenticare il gesto chirurgico
- rapida ripresa del lavoro e dell’attività fisica, compatibilmente con età e condizioni generali del paziente
- notevole stabilità con pericolo di lussazione praticamente assente
- conservazione delle strutture anatomiche fondamentali per una buona biomeccanica e quindi ottima “sensazione” dopo l’intervento
- riduzione molto importante delle perdite di sangue
- durata della protesi che rispecchia i migliori risultati della letteratura, tra i 15 e i 25 anni per l’anca.
Quali sono i tempi di recupero?
Il recupero è rapido: circa il 30-40 % dei pazienti può abbandonare le stampelle dopo soli 7 giorni dall’intervento. Il percorso riabilitativo, anche con accessi 2-3 volte a settimana, dura poi circa 1 mese. Importante è la rieducazione funzionale e l’igiene posturale impostata dal fisioterapista.
L’intervento si segue in anestesia generale o spinale?
No, è proprio questo il bello! La tecnica messa a punto dai colleghi Sandri (anestesista) e Blasi (chirurgo ortopedico) permette di realizzare l’intervento in anestesia locale, che non altera la capacità di camminare (si cammina da subito), di respirare (si respira sempre in modo spontaneo), la possibilità di mangiare (non ci sono restrizioni al pasto) e la funzione urinaria (non serve il catetere).
Dove è possibile accedere a questa metodica?
Attualmente è disponibile presso la Casa di Cura Villa Maria di Padova, già nota per l’indole innovativa in quanto svolgo interventi di Chirurgia Robotica per la protesica di ginocchio e anca.
Davide Ranaldo
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