Dottoressa, i dolci rappresentano una vera e propria dipendenza?
Sì. Gli “sweet eaters” dichiarano di sentire un bisogno irrefrenabile di mangiarli, ed io spiego loro che non si tratta di un bisogno, ma di una dipendenza che si instaura a più livelli.
Quali sono questi livelli di dipendenza?
• Gusto: il dolce è un gusto marcato, estremo. Il loro consumo abituale rischia di non far percepire ed apprezzare il sapore più neutro degli alimenti naturali. Per questo motivo la preferenza ricadrà più facilmente sugli alimenti molto zuccherati. Questo livello di dipendenza è particolarmente insidioso nei bambini perché, non avendo una sovrastruttura di regole di corretta alimentazione, sono in balia delle loro voglie alimentari.
• Buonumore: l’assunzione di dolci aumenta la produzione di serotonina, l’ormone del buonumore. Si tratta di una sostanza talmente efficace sull’umore che molti antidepressivi agiscono facendola restare in circolo più a lungo. L’assunzione frequente di dolci provoca lo stesso effetto: riporta in alto il livello della serotonina. Per questo si è indotti ad assumerne ancora.
• Fame del cervello: mangiare dolci si associa ad una certa instabilità dello zucchero nel sangue, con picchi verso l’alto e verso il basso. Quando la glicemia si abbassa il cervello va in allarme e si scatena una fame difficile da controllare, perché nasce dall’emergenza di riportare alla normalità il livello di zucchero, e spesso selettiva verso altri alimenti che contengono zuccheri, perché sono i nutrienti che fanno risalire la glicemia più rapidamente.
• Flora batterica intestinale: un’alimentazione ricca di zuccheri rende l’ecosistema intestinale un ambiente favorevole alla proliferazione di specifici ceppi di flora batterica. Quest’ultima, per garantire la propria sussistenza, invia neurotossine al cervello inducendolo ad introdurre altri zuccheri per mantenere l’ambiente adatto alla propria sopravvivenza.
Cosa si può quindi fare per “disintossicarsi”?
Eliminare i dolci per un paio di settimane, che tutto sommato è un tempo limitato che rende l’astinenza sostenibile, è sufficiente a neutralizzare tutti i meccanismi di cui sopra, riducendo la spinta compulsiva verso i dolci e restituendo il controllo.