Avere un figlio dopo il cancro: la nuova frontiera della crioconservazione degli ovociti
Diventare mamma anche dopo aver affrontato una malattia oncologica è possibile. L'importante è pensarci per tempo.
Affrontare un cancro vuol dire intraprendere un percorso molto impegnativo sul piano della cura con risvolti psicologici ed effetti collaterali spesso altrettanto impegnativi da gestire; ma lo scopo principale è la completa guarigione, oggi possibile, e per questo va affrontato con ogni arma a disposizione.
Indice
1 Quali conseguenze generano sulla fertilità della donna le terapie oncologiche?
I Cancer survivors sono in aumento ma Le terapie oncologiche, come chemioterapia e radioterapia possono influire in modo significativo sull’apparato riproduttivo femminile mettendo a rischio la fertilità, compromettendo la funzione riproduttiva delle ovaie. Infatti i follicoli primordiali, che contengono gli ovociti, subiscono un danno irreversibile ed Il semplice ripristino dei cicli mestruali - dopo le terapie oncologiche - non corrisponde al ripristino della capacità procreativa. Per questo motivo le Società Scientifiche di riferimento (AIOM – ASCO) ritengono importante e doveroso proporre, alla donna che sta per sottoporsi a terapia oncologica, la crioconservazione ovocitaria per preservarsi la possibilità di una gravidanza omologa non appena sarà possibile, con il nulla osta dell’oncologo.
2 Oltre al fattore oncologico, ci sono altri fattori di rischio per la fertilità umana?
Sì, ci sono. In primo luogo possono esserci taluni farmaci (antiepilettici, FANS ad alte dosi), inoltre, non sono da sottovalutare altri fattori quali inquinanti ambientali e industriali, stili di vita, alcune attività lavorative oppure un’alimentazione poco salutare. Anche le attività sportive estreme, fattori comportamentali come fumo, tossicodipendenza o eccesso di alcool, possono avere effetti negativi sulla capacità riproduttiva. Non dimentichiamo l’importanza preventiva in caso di familiarità per menopausa precoce, endometriosi, carcinoma mammario e neppure il ruolo delle patologie benigne associate o meno ad interventi ovarici (endometriosi, teratomi, cistoadenomi...) che possono interferire sul patrimonio ovocitario della donna.
3 Si ricorre sempre più alla crioconservazione come tecnica di preservazione della fertilità. Di cosa si tratta e come si pratica?
La crioconservazione, o social freezing, consente di conservare gli ovociti a basse temperature in azoto liquido (-195° C) e permette di mantenere il controllo della propria fertilità,
di realizzare in sicurezza il proprio progetto di maternità e quindi riprodursi con i propri tempi e con i tempi di una patologia di base. Tale procedura è possibile nel nostro Centro di San Donà in quanto Banca dei Tessuti riconosciuta dal Centro Nazionale Trapianti ed inserita in specifica piattaforma Europea.
4 Qual è la diffusione e si può ritenere una pratica sicura?
La diffusione è sempre più crescente anche in Italia e sicuramente oggi non è più da considerarsi una tecnica sperimentale. La vitrificazione degli ovociti garantisce oggi alle donne la possibilità di concepire con il proprio patrimonio genetico anche in età avanzata - ma comunque potenzialmente fertile - e dopo aver superato una terapia oncologica riducendo incertezza e ansia. Numerose sono le prove cliniche sull'efficacia e la sicurezza della crioconservazione degli ovociti condotte da l'American Society for Reproductive Medicine (ASRM) e da l’ European Society for Human Reproduction and Embryology (ESHRE).
5 Quali sono i tassi di successo?
Le percentuali di successo con ovociti di donna inferiore ai 35 anni dì età con buona fertilità e riserva ovarica all’epoca del congelamento sono molto interessanti e possono esser già di un 30% al primo tentativo e si raggiunge l’85% con 5 cicli.
6 La crioconservazione è consigliabile anche se non affetti da una patologia?
Io ritengo che sia una opportunità da prendere assolutamente in considerazione quando per svariati motivi non si può pianificare una gravidanza entro i 35 anni. Diversi elementi oggi vanno a influire su una scelta sempre più posticipata e consapevole.
Infatti oggi i cambiamenti della società, le opportunità professionali, la mancanza di stabilità economica o di un partner inducono le donne a posticipare il momento della maternità. Il congelamento mediante la tecnica di vitrificazione degli ovociti garantisce alle donne la possibilità di differire nel tempo la ricerca di concepire un figlio, con il proprio patrimonio genetico e con minori rischi genetici fetali grazie alla più giovane età dell’ovocita congelato.
Francesco Tomei
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