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Il Social freezing, cos'è e a cosa serve

Il Social freezing, cos'è e a cosa serve

La crioconservazione degli ovociti è una tecnica per preservare il potenziale di fertilità femmminile.

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Stabilità economica, relazioni affettive e incertezza sulle capacità genitoriali portano le donne a scegliere di posticipare la maternità. In questi casi la crioconservazione degli ovuli può essere un valido aiuto per intraprendere in futuro un percorso di PMA con maggiori possibilità di successo.

1 Cos’è il social freezing?

La crioconservazione degli ovociti offre alle donne la possibilità di avere figli con il proprio patrimonio genetico più avanti nella vita riducendo così l’incertezza e l’ansia.

È una sorta di terapia preventiva di un problema di infertilità che potrebbe manifestarsi nel futuro, quando la donna è nelle condizioni socioeconomiche adatte alla gestione della maternità e dei figli. Il social freezing permette di prelevare dalla donna ovociti competenti ad un’età ancora favorevole alla riproduzione per poi utilizzarli con tecniche di procreazione assistita nel momento in cui si dovessero presentare difficoltà al concepimento dovuta all’età più avanzata.

2 Perché la maternità viene posticipata ad un’età più avanzata?

Molti sono i motivi che portano a posticipare la maternità, sia da parte della singola donna, sia da parte della coppia:

  • i cambiamenti della società e dello stile di vita
  • le migliori opportunità di carriera
  • la mancanza di stabilità economica e l’alto costo della vita
  • la mancanza di un partner o di una relazione stabile
  • un nuovo partner in età avanzata dopo la separazione o il divorzio
  • la difficoltà di gestione e organizzazione familiare
  • un migliore accesso alla contraccezione
  • la sensazione di non essere pronti alla genitorialità

3 A che età inizia il declino della fertilità femminile?

La fertilità femminile diminuisce gradualmente, ma significativamente dopo i 32 anni e il declino accelera in misura ancora maggiore dopo i 35 anni. Il risultato è la diminuzione della quantità di pool follicolari e della qualità degli ovociti, un aumento dei rischi di anomalie cromosomiche che possono portare alla perdita del feto. La conoscenza del declino della fertilità legato all’età è insufficiente tra molte donne e questo può portare a una fiducia eccessivamente ottimistica che la sola fecondazione in vitro possa superare l’ostacolo età. La vitrificazione, cioè la conservazione degli ovociti tramite solidificazione a basse temperature, ad oggi non è più considerata una tecnica sperimentale e può garantire alle donne la possibilità di concepire prole con il proprio patrimonio genetico che avverrà tramite l’IVF (In Vitro Fertilisation).

4 Le tecnologie di fecondazione assistita possono compensare il declino naturale della fertilità dovuto all’età?

Purtroppo no, si stima che la PMA compensi solo il 50% delle nascite perse rinviando un primo tentativo di gravidanza dai 30 ai 35 anni di età e meno del 30% rinviando un primo tentativo di gravidanza dai 35 ai 40 anni di età. La consapevolezza del congelamento produttivo degli ovociti è limitata sia tra i medici che nella popolazione generale. È necessario, pertanto, stimolare una maggiore consapevolezza pubblica sul declino della fertilità legato all’età e sul congelamento degli ovuli al fine di aiutare le donne a riprodursi con i propri tempi per assumere il controllo della propria fertilità.

5 Perché crioconservare gli ovociti?

Il Social Freezing è una procedura sicura da prendere in considerazione a causa dei cambiamenti socio-culturali che stanno influenzando la natalità, in particolare modo in Italia. A causa dell’età sempre maggiore al primo parto, la crioconservazione permette di ridurre il ricorso all’ovo-donazione e, grazie all’utilizzo di ovociti giovani, permette risultati molto buoni nel percorso di PMA con una riduzione della patologia cromosomica fetale.

6 Come si svolge il congelamento degli ovociti?

Per via del declino rapido della fertilità nella donna nella terza decade di vita, sarebbe opportuno procedere prima dei 34 anni. Il medico deve tenere conto dell’età, della salute generale della paziente e tramite l’esecuzione di alcuni esami diagnostici, come il dosaggio ematico dell’ormone antimulleriano (AMH) e l’ecografia ovarica per la conta dei follicoli antrali (AFC), deve altresì valutare la riserva ovarica residua. La paziente verrà sottoposta a una terapia ormonale somministrata tramite iniezioni che permetterà la maturazione di più follicoli per arrivare poi al prelievo ecoguidato degli ovociti.

7 Ci possono essere degli svantaggi o delle incognite?

Il congelamento è certamente una forma di assicurazione costosa (circa 3000 euro) e l’utilizzo futuro è incerto in quanto gravidanze spontanee possono nel frattempo aver già pianificato la famiglia. Infatti, nel maggiore centro per la fertilità europeo, il Centro di Medicina Riproduttiva di Bruxelles solo il 7,6% delle donne è tornato per scongelare gli ovuli e di queste solo un terzo ha portato a una gravidanza. Il tasso di sopravvivenza degli ovuli scongelati è stato del 73,4% il che dimostra l’elevata efficienza della tecnologia di vitrificazione. Il medico ha il dovere di informare sulla reale possibilità di utilizzare i propri ovuli, l’età in cui congelarli e le possibili alternative.

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