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Lo sport in giovane età: la crisi dei settori giovanili

Lo sport in giovane età: la crisi dei settori giovanili

Insegnare ai ragazzi a vedere lo sport come una palestra di vita.

L'esclusione dell'Italia dai Mondiali di Calcio, pochi mesi fa, ha innescato un acceso dibattito sull'opportunità di gestire in maniera migliore i settori giovanili del calcio italiano da cui ha origine, secondo molti, il disimpegno diffuso tra gli atleti. Che ci serva da monito per tutti i bambini e ragazzi che si avvicinano oggi al mondo dello sport?
 

Iniziamo con una buona notizia: lo sport fa bene alla crescita. È vero?

Certo che è vero! Un'attività sportiva adeguata per la fase della crescita in cui si trova il bimbo o ragazzo è importantissima per lo sviluppo motorio, psicomotorio e per le relazioni interpersonali.
 

Cosa aspettarsi e cosa pretendere da un bambino che si avvia all'attività sportiva?

L'unica cosa che un genitore dovrebbe aspettarsi, soprattutto nel caso dei più piccoli, è che il proprio figlio si diverta. Quello delle “pretese” è un argomento spinoso di questi tempi, che mi dà l'opportunità di esprimere quello che a mio parere non bisogna pretendere: un'eccessiva competitività.

È giusto invece cogliere l'occasione dell'impegno sportivo per insegnare ai ragazzi la regolarità, la costanza e la disciplina, valori che torneranno loro utili anche da adulti, nella vita personale e professionale.
 

Parliamo di possibili conseguenze “dolorose”: anche in tenera età c'è il rischio di andare incontro a traumi e lesioni? Come evitarle?

Sì certo, esiste. Sebbene godano di una maggiore elasticità, che garantisce loro una protezione da traumi più gravi, i bambini hanno comunque strutture fragili sulle quali il rischio di lesioni non è affatto inesistente.
Per prevenirle, occorre affidarsi a strutture e professionisti affidabili per le loro attività sportive, che sappiano allenarli adeguatamente in questa fase di accrescimento: i ragazzi vanno abituati a un riscaldamento adeguato all'attività e guidati allo sviluppo di una buona coordinazione motoria, attraverso esercizi di compensazione nell'utilizzo delle parti del corpo. 
 

Ci sono state molte polemiche, recentemente, sul mondo del calcio italiano che sembra non “preparare” adeguatamente gli atleti a partire dai settori giovanili. Si può risolvere questa situazione?

Non esiste una bacchetta magica, purtroppo, ma penso che una delle possibili soluzioni possa essere rappresentata da una maggiore valorizzazione e preparazione dei ragazzi nei settori giovanili. Bisogna evitare di trattare i giovani atleti come campionissimi, sfruttando invece l'età della crescita per insegnare loro che consapevolezza, sacrifici e una preparazione ottima sono le basi indispensabili per poter raggiungere risultati durevoli.

Troppo spesso, i “vivai” delle società sportive sono pieni di ragazzini troppo sicuri di sé, che già ricevono uno stipendio eccessivo rispetto alle loro esigenze e convinti di poter vivere di rendita (atleticamente parlando) anche negli anni a venire. Noi adulti abbiamo l'importante responsabilità di educarli a vedere l'attività sportiva come una palestra di vita, dove nulla è scontato o regalato, ma ciò che conta davvero è l'impegno e la collaborazione. 


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