Uno sguardo superficiale all’estetica del viso
Occorre considerare l’estetica del volto nel suo complesso valutando la pelle nel suo complesso senza trascurarne la parte più superficiale
L’avanzare dell’età, le variazioni ormonali nel corso della vita della donna, come la gravidanza, e l’esposizione al sole sono solo alcuni fattori che possono incidere sull’estetica del volto femminile.
Qual è l’approccio che utilizza quando una paziente si presenta da lei per qualche “ritocchino” al viso?
Focalizzarsi sulla singola ruga risulta sempre limitativo. La medicina estetica moderna e tendente al risultato più naturale possibile va interpretata facendo una valutazione globale di quelle che sono le alterazioni cutanee e morfologiche del viso. Mi spiego meglio: è indubbio che una guancia scavata contribuisce a dare un aspetto invecchiato al volto. Però, se questa è accompagnata dalla presenza di couperose oppure di qualche macchia solare, l’estetica ne risente.
Ecco che allora, quando andiamo a valutare un viso e facciamo una visita preliminare con la paziente, dovremmo prendere in considerazione il viso a tutto tondo, e quindi valutare la presenza di alterazioni cromatiche come ad esempio la couperose, le macchie o eventuali neoformazioni cutanee benigne come nevi dermici, nevi verrucosi e cheratosi, o ancora esiti cicatriziali da acne o altre cicatrici.
In seconda analisi poi valuteremo cosa può non piacere alla paziente e cosa può essere tolto, e l’analisi si sposterà nell’immediato sottocute dove la perdita di elasticità dei tessuti e la disidratazione sono di prima importanza. È questa una zona dove le sostanze rivitalizzanti e bio-ristrutturanti sono fondamentali.
Come si possono eliminare macchie e nevi?
L’eliminazione delle neoformazioni cutanee benigne è un campo dove la fanno da padrona i laser, degli strumenti che, grazie a una corretta gestione della potenza e ad una scelta della lunghezza d'onda operativa e di altri parametri, riescono con un’alta specificità di azione ad eliminare varie neoformazioni cutanee benigne senza lasciare esiti cicatriziali, o comunque ridurle veramente ai minimi termini.
Per questo però è necessario non solo avere una buona padronanza dello strumento, ma anche saper scegliere correttamente lo strumento giusto per eliminare in maniera ottimale quel singolo inestetismo.
Quali sono i laser utilizzati?
Il laser neodimio YAG è indicato per le neoformazioni cutanee benigne quali nevi dermici, nevi verrucosi, fibromi penduli, cheratosi, cheratosi seborroica, piccoli capillari, spider nevi e angiomi.
Il laser q-swicced, invece, viene utilizzato per le lentigo solari, ovvero le macchie della pelle, ed il dye laser per grossi angiomi o la couperose.
Non vanno invece trattate con questi metodi tutte le alterazioni precancerose o a rischio di evoluzione, in quanto l'escissione chirurgica in questi casi è fondamentale per poi fare una corretta diagnosi istologica.
E se volessimo migliorare la qualità della pelle e/o prevenire l’invecchiamento?
Lo step successivo a questa analisi, più dermatologica che estetica, è quella infatti di migliorare la qualità della pelle, l'elasticità e l'idratazione con delle metodiche che sono importanti per prevenire l'invecchiamento.
Parliamo in questo caso dei peeling, ovvero dell'applicazione sulla pelle di sostanze chimiche di varia natura fondamentalmente a base di alfa idrossidiacidi (nel caso di peeling superficiali) o di altre sostanze quali l'acido tricloroacetico per i peeling che vanno un po’ più in profondità. Queste sostanze vengono applicate con un pennellino e, dopo un periodo variabile nell'ordine di minuti, vengono tolti con dell'acqua. Alla pelle poi vanno applicate delle creme idratanti e decongestionanti.
Cosa si utilizza per il sottocutaneo?
Si utilizzano i rivitalizzanti, delle sostanze fondamentalmente a base di acido ialuronico, che vengono iniettate con un piccolo ago o con una cannula nel sottocutaneo in modo da avere un'azione idratante e bioristrutturante migliorando l'aspetto generale del viso in termini di luminosità e con un'azione di prevenzione dell'invecchiamento oppure si può ricorrere all’acido polilattico una sostanza biocompatibile e riassorbibile che è capace di indurre la produzione di neo collagene.
Le microparticelle introdotte vengono ricoperte dai fibroblasti che incominciano a produrre collagene nuovo che va ad ispessire il derma e ad aumentare il tessuto sottocutaneo. Quando l’acido polilattico viene riassorbito resta il collagene che si è formato, che si mantiene per un tempo piuttosto lungo attorno ai 30-36 mesi.
In cosa consiste invece il resurfacing?
È una metodica eccezionale per migliorare la qualità della pelle, la sua compattezza e la luminosità. II resurfacing viene effettuato con dei laser a diversa lunghezza d’onda frazionati, in quanto frazionando il raggio velocizzano il processo di guarigione, e sono fondamentalmente il laser a CO2 ed il laser ad erbium.
Queste due apparecchiature oggi ci permettono di avere dei risultati estetici sul viso incredibilmente gratificanti: iper pigmentazioni, macchie, pori dilatati, cicatrici da acne e piccole rughe o i rilassamenti cutanei sono il loro target. Un ringiovanimento globale è il loro lavoro.
Rispetto alle metodiche che ho citato prima, come la rivitalizzazione o i peeling, il reintegro nella vita sociale è leggermente più lungo perché si aggira nell'ordine dei sette giorni, durante i quali la vita sociale è limitata per la presenza di un viso arrossato e piccole crosticine. Dopo questi giorni però la pelle assume una luce completamente diversa e le pazienti spesso non si truccano più proprio per l’omogeneità e la compattezza nell'aspetto generale della pelle.
Fabrizio Viezzoli
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