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La dieta chetogenica è un tipo di regime alimentare che si basa su un’assunzione molto bassa di carboidrati e una moderata quantità di proteine e grassi che varia a seconda delle necessità individuali di chi si sottopone a questo piano alimentare.
L’obiettivo principale della dieta chetogenica è indurre uno stato metabolico chiamato chetosi in cui il corpo inizia a bruciare i grassi come fonte di energia primaria, invece dei carboidrati.

In questo modo si può ottenere una rapida perdita di massa grassa senza intaccare la massa muscolare.

Nella dieta chetogenica l’apporto di carboidrati viene drasticamente ridotto, tipicamente al di sotto del 5-10% delle calorie totali giornaliere. Questo fa sì che il corpo esaurisca rapidamente le riserve di glicogeno, l’energia che è immagazzinata nei muscoli e nel fegato. Quando il glicogeno è scarso, il corpo inizia a produrre chetoni nel fegato attraverso la scomposizione dei grassi. Questi chetoni possono essere utilizzati come combustibile alternativo per il cervello e il corpo.

Definizione

1 Cos'è la dieta chetogenica e come funziona

L’obiettivo principale della dieta chetogenica è indurre uno stato metabolico chiamato chetosi, in cui il corpo, privato dei carboidrati come fonte energetica primaria, comincia a produrre corpi chetonici a partire dai grassi.

Questa condizione spinge l’organismo a:

  • bruciare i grassi come carburante principale
  • ridurre la glicemia e l’insulina
  • modulare alcuni meccanismi infiammatori

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I principi della chetosi

La chetosi è uno stato metabolico del corpo che si verifica quando la quantità di chetoni nel sangue aumenta al di sopra dei livelli normali.

Quando si riduce drasticamente l’apporto di carboidrati (generalmente sotto i 30-50g al giorno), il fegato converte gli acidi grassi in corpi chetonici

  • beta-idrossibutirrato
  • acetoacetato 
  • acetone 

Questi diventano la fonte energetica predominante per cervello, muscoli e organi.

La chetosi non va confusa con la chetoacidosi (una condizione patologica): nel contesto di una dieta controllata, la chetosi è fisiologica e monitorabile con test delle urine o del sangue.

Differenza tra dieta chetogenica e dieta low carb

Sebbene entrambe riducano l’apporto di carboidrati, la dieta chetogenica è molto più restrittiva e mira a mantenere il corpo in chetosi stabile.

Una dieta low carb può includere anche 100-150g di carboidrati al giorno, ed è meno strutturata nei rapporti tra macronutrienti.

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2 Perché la dieta chetogenica può essere utile in ambito clinico

Negli ultimi anni, la dieta chetogenica ha suscitato un crescente interesse non solo come strumento per la perdita di peso, ma anche come approccio terapeutico integrato in numerose patologie croniche e metaboliche. 

Le sue applicazioni sono oggi oggetto di numerose ricerche scientifiche, soprattutto in ambito neurologico, endocrinologico e internistico.

Meccanismi d'azione: chetosi, infiammazione e metabolismo

Lo stato di chetosi attiva diversi meccanismi biochimici potenzialmente benefici per la salute:

  • Riduzione dell’insulino-resistenza: abbassando l’apporto di glucosio, la dieta favorisce un migliore controllo glicemico, utile soprattutto nei pazienti diabetici.
  • Azione antinfiammatoria: i corpi chetonici modulano alcune vie infiammatorie e stress ossidativo.
  • Effetto neuroprotettivo: la chetosi sembra stabilizzare l'attività neuronale e viene impiegata in alcune forme di epilessia resistente ai farmaci.
  • Controllo dell’appetito: l’elevato apporto di grassi e l’adattamento metabolico riducono la fame, facilitando l’aderenza al piano alimentare.

Questi effetti si manifestano in modo variabile da persona a persona, ed è per questo che l’approccio chetogenico va sempre valutato e personalizzato da un professionista della salute.

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Quando è indicata secondo la medicina

Attualmente, le principali indicazioni cliniche riconosciute per la dieta chetogenica includono:

  • Epilessia farmacoresistente, soprattutto in età pediatrica
  • Sindrome metabolica e prediabete
  • Obesità e sovrappeso con accumulo viscerale
  • Diabete di tipo 2
  • Policistosi ovarica (PCOS) in contesto metabolico
  • Alcune patologie neurodegenerative (come Alzheimer e Parkinson) in fase sperimentale
  • Menopausa
  • Emicrania

L'efficacia e la sicurezza della dieta variano in base alla patologia trattata, al quadro clinico generale e all’aderenza del paziente. È quindi fondamentale che il piano chetogenico venga prescritto, monitorato e adattato dal medico o dal nutrizionista clinico.

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3 Dieta chetogenica e patologie specifiche

Dieta chetogenica e diabete di tipo 2

Nei pazienti con diabete di tipo 2, la dieta chetogenica può contribuire a:

  • Ridurre i livelli di glicemia a digiuno
  • Migliorare la sensibilità insulinica
  • Diminuire l’emoglobina glicata (HbA1c)

Diversi studi hanno evidenziato che un’alimentazione a basso tenore di carboidrati è in grado di ottenere un miglior controllo metabolico, al punto che in alcuni casi si è osservata una riduzione o sospensione dei farmaci ipoglicemizzanti, sempre sotto stretta supervisione medica.

L’approccio chetogenico non è adatto a tutti i pazienti diabetici, specialmente a quelli con comorbidità cardiovascolari o che assumono insulina.

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Dieta chetogenica e obesità

Per le persone con sovrappeso o obesità, soprattutto viscerale, la chetogenica può offrire una perdita di peso più rapida rispetto ad altre diete ipocaloriche tradizionali. 

I benefici includono:

  • Perdita di massa grassa mantenendo la massa magra
  • Riduzione della fame e maggiore senso di sazietà
  • Miglioramento dei profili lipidici e pressori

Un approccio chetogenico ben bilanciato, seguito da una transizione graduale verso un’alimentazione equilibrata, può ridurre il rischio di effetto yo-yo e migliorare la qualità della vita del paziente.

In questi casi le tipologie di dieta chetogenica sono la VLCKD (Very Low Carb Ketogenic Diet) o la VLEKT, protocolli solitamente supportati da un piano alimentare di pasti pronti bilanciati per eliminare il senso di fame e fornire correttamente gli elementi nutritivi.

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Dieta chetogenica ed epilessia

È l’applicazione storicamente più consolidata. Utilizzata fin dagli anni ’20 del Novecento, la dieta chetogenica si è dimostrata efficace nel trattamento dell’epilessia farmacoresistente, in particolare nei bambini.

Studi clinici hanno dimostrato che in circa il 30-40% dei pazienti pediatrici, si verifica una riduzione significativa (>50%) della frequenza delle crisi epilettiche.

Oggi sono disponibili anche varianti più flessibili (come la dieta a basso indice glicemico o la dieta Atkins modificata), ma tutte devono essere gestite da un’équipe specialistica.

Dieta chetogenica e sindrome metabolica

La sindrome metabolica è una condizione complessa che comprende ipertensione, iperglicemia, dislipidemia e obesità centrale. In questi casi, la chetogenica:

  • Migliora i parametri metabolici
  • Riduce il rischio cardiovascolare
  • Può invertire la progressione verso il diabete conclamato

L’efficacia si osserva soprattutto nelle fasi iniziali della sindrome, in combinazione con attività fisica e controllo dello stress.

Vedi il nostro webinar dedicato alla dieta chetogenica per la sindrome metabolica.

Dieta chetogenica e patologie infiammatorie croniche

Sebbene meno conosciuta, una delle aree emergenti di applicazione riguarda le patologie a base infiammatoria come:

  • Malattie autoimmuni
  • Artrite reumatoide
  • Disturbi intestinali cronici (IBD)

La chetosi sembra agire sulla modulazione dell’infiammazione sistemica e sulla riduzione del danno ossidativo, ma sono necessari ulteriori studi clinici per validarne l'efficacia su larga scala.

4 Come iniziare in sicurezza

Iniziare una dieta chetogenica non significa semplicemente “togliere i carboidrati”. Si tratta di un cambiamento profondo del metabolismo e delle abitudini alimentari che, se mal gestito, può causare effetti indesiderati anche importanti.

Per questo è fondamentale procedere in modo graduale, strutturato e sotto controllo medico.

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Valutazione clinica e analisi preliminari

Prima di cominciare, è consigliabile sottoporsi a una visita nutrizionale o diabetologica e a una serie di esami utili per valutare l’idoneità al regime chetogenico. 

Tra i principali:

  • Profilo lipidico completo (colesterolo HDL, LDL, trigliceridi)
  • Glicemia, insulinemia, emoglobina glicata
  • Funzione epatica e renale
  • Elettroliti e assetto ormonale (soprattutto in caso di PCOS)

Nei pazienti con patologie pregresse, è necessario valutare con attenzione la compatibilità del piano alimentare con le terapie farmacologiche in corso.

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Esempio di menu chetogenico settimanale

Un piano chetogenico bilanciato si basa su una ripartizione dei macronutrienti orientativa:

  • 70-75% grassi
  • 20-25% proteine
  • 5-10% carboidrati

Un esempio giornaliero può includere:

  • Colazione: uova strapazzate con avocado e olio d’oliva
  • Pranzo: insalata di salmone, semi di lino e olio di lino
  • Cena: petto di pollo con broccoli al burro chiarificato
  • Spuntini: noci, olive, formaggi stagionati

È fondamentale scegliere grassi sani (mono e polinsaturi) ed evitare eccessi di grassi saturi o processati.

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Supplementi e idratazione

Nei primi giorni si può manifestare la cosiddetta cheto-influenza, con sintomi come mal di testa, stanchezza, irritabilità e crampi. Una corretta integrazione può ridurre questi effetti:

  • Magnesio, potassio e sodio per mantenere l’equilibrio elettrolitico
  • Vitamine del gruppo B
  • Fibre (da verdure a basso contenuto di carboidrati o integratori)

L’idratazione è cruciale: almeno 2-2,5 litri d’acqua al giorno.

5 Effetti collaterali e rischi della dieta chetogenica

Sebbene la dieta chetogenica possa offrire vantaggi in molti contesti clinici, non è priva di rischi

È fondamentale distinguere tra effetti transitori e controindicazioni più gravi, soprattutto quando si applica in presenza di patologie o per lunghi periodi.

 

Chi dovrebbe evitarla

La dieta chetogenica non è indicata per tutti. È controindicata o richiede estrema cautela in caso di:

  • Malattie renali croniche o epatiche
  • Disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, BED)
  • Insufficienza pancreatica o diabete di tipo 1
  • Gravidanza e allattamento, salvo indicazione specialistica
  • Persone anziane o pazienti oncologici, se non strettamente monitorati

In questi casi, lo stato di chetosi potrebbe aggravare la condizione clinica o interferire con la terapia in corso.

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Cheto-influenza e altri effetti temporanei

Nei primi giorni (3-7) si possono manifestare sintomi legati all'adattamento metabolico, noti come cheto-influenza (keto flu):

  • Mal di testa
  • Nausea
  • Irritabilità
  • Crampi muscolari
  • Stanchezza
  • Alito acetonemico (tipico odore fruttato)

Questi effetti sono temporanei e si risolvono con l’adattamento del corpo alla nuova fonte energetica, supportato da un’adeguata idratazione e integrazione di elettroliti.

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Monitoraggio medico: cosa controllare durante la dieta

Se si segue un piano chetogenico per più di 2-3 settimane, è buona norma effettuare controlli periodici:

  • Analisi del sangue per controllare colesterolo, enzimi epatici e renali
  • Esame delle urine per valutare la presenza e il livello di chetoni
  • Monitoraggio del peso e della composizione corporea (massa grassa vs massa magra)
  • Verifica dell’effetto sulla terapia farmacologica in corso

Il fai-da-te è fortemente sconsigliato: la chetogenica non è una “dieta veloce”, ma un protocollo metabolico che va gestito con consapevolezza.

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6 FAQ e risposte rapide

Questa sezione raccoglie le risposte alle domande più frequenti sulla dieta chetogenica, emerse sia dalla ricerca degli utenti che dall’esperienza clinica. È utile per chiarire dubbi comuni e fornire indicazioni pratiche immediate.

Cosa si mangia a colazione con la dieta chetogenica?

La colazione chetogenica deve essere priva di zuccheri e cereali e ricca di grassi buoni e proteine. Alcuni esempi:

  • Uova strapazzate con pancetta e avocado
  • Yogurt greco intero con semi oleosi
  • Frittata con formaggio e verdure a basso contenuto di carboidrati

Evita biscotti, pane, marmellate, succhi di frutta o latte scremato.

 

Quanto si dimagrisce in 10 giorni con la dieta chetogenica?

Il dimagrimento varia da persona a persona. In genere, nei primi 7-10 giorni si può perdere 1,5-3 kg, soprattutto per la riduzione dei liquidi e dell’infiammazione.

La perdita di grasso corporeo vero e proprio diventa più evidente a partire dalla seconda settimana.

È fondamentale ricordare che la velocità non è un indicatore di salute, e che la perdita di peso va mantenuta nel tempo attraverso un percorso personalizzato.

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7 Fonti e approfondimenti

Una corretta informazione sulla dieta chetogenica deve sempre poggiare su basi scientifiche aggiornate e attendibili. Di seguito sono riportate alcune delle fonti principali che confermano i benefici (e i limiti) dell’approccio chetogenico in ambito clinico.

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Linee guida internazionali

  • Academy of Nutrition and Dietetics – ha pubblicato diversi articoli sulle diete low carb e chetogeniche in relazione a diabete e obesità.
  • International Ketogenic Diet Study Group – riferimento per l’utilizzo della chetogenica nell’epilessia.
  • Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) – pur non raccomandandola universalmente, ne riconosce le potenzialità terapeutiche in alcuni contesti monitorati.

Ricerche recenti sul ruolo terapeutico della dieta

  1. Hallberg SJ et al. (2018)Effectiveness and safety of a novel care model for the management of type 2 diabetes at one year: an open label, non-randomized, controlled study.
    Diabetes Therapy, 9(2), 583–612.
  2. Kossoff EH et al. (2009)Optimal clinical management of children receiving the ketogenic diet: recommendations of the International Ketogenic Diet Study Group.
    Epilepsia, 50(2), 304–317.
  3. Paoli A et al. (2013)Beyond weight loss: a review of the therapeutic uses of very-low-carbohydrate (ketogenic) diets.
    European Journal of Clinical Nutrition, 67(8), 789–796.
  4. Masood W et al. (2023)Ketogenic Diet. In: StatPearls [Internet].
    Treasure Island (FL): StatPearls Publishing.

Tutte queste fonti evidenziano l’importanza di un approccio personalizzato, monitorato e supportato da professionisti, sia per ottenere risultati efficaci che per minimizzare i rischi a lungo termine.