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La dieta chetogenica è un tipo di regime alimentare che si basa su un’assunzione molto bassa di carboidrati e una moderata quantità di proteine e grassi che varia a seconda delle necessità individuali di chi si sottopone a questo piano alimentare.
L’obiettivo principale della dieta chetogenica è indurre uno stato metabolico chiamato chetosi in cui il corpo inizia a bruciare i grassi come fonte di energia primaria, invece dei carboidrati.

In questo modo si può ottenere una rapida perdita di massa grassa senza intaccare la massa muscolare.

Nella dieta chetogenica l’apporto di carboidrati viene drasticamente ridotto, tipicamente al di sotto del 5-10% delle calorie totali giornaliere. Questo fa sì che il corpo esaurisca rapidamente le riserve di glicogeno, l’energia che è immagazzinata nei muscoli e nel fegato. Quando il glicogeno è scarso, il corpo inizia a produrre chetoni nel fegato attraverso la scomposizione dei grassi. Questi chetoni possono essere utilizzati come combustibile alternativo per il cervello e il corpo.

1 La storia della dieta chetogenica

La dieta chetogenica è stata originariamente sviluppata come trattamento per l’epilessia refrattaria nei bambini e per le malattie neurodegenerative, ma negli anni si è diffusa anche come approccio dietetico per la perdita di peso, il miglioramento delle prestazioni fisiche e il trattamento di alcune patologie che coinvolgono il metabolismo e il sistema endocrino.

La storia della dieta chetogenica risale a diversi decenni fa ed è stata sviluppata come trattamento alternativo per una tipologia di epilessia che non risponde bene ai farmaci antiepilettici.
La scoperta dei benefici della chetosi nella cura dell’epilessia risale all’incirca al 1920, infatti nel 1921, due medici americani, il Dr. Russell Wilder e Dr. Rollin Woodyatt, iniziarono a studiare i possibili effetti di una dieta ad alto contenuto di grassi e basso contenuto di carboidrati sugli episodi epilettici.
La loro ricerca portò all’osservazione che una dieta chetogenica poteva aiutare a ridurre il numero di crisi epilettiche e migliorare la quelità della vita nei pazienti affetti da epilessia refrattaria.

Con l'avvento, successivo, di sempre nuovi farmaci antiepilettici, alla fine degli anni ‘30 e negli anni ‘70, l’interesse verso questo protocollo dietetico andò via via scemando. Nel 1997 il film con Meryl Streep “Un passo verso il domani” porta all’attenzione del grande pubblico la storia di una madre che sfida la medicina convenzionale per curare il figlio affetto da epilessia e l’interesse verso la dieta chetogenica trova nuova vita, con il sostegno di associazioni di familiari di pazienti e l’istituzione di una commissione internazionale di dietisti e neurologi per la creazione di un protocollo comune di gestione della patologia.

Da allora la dieta chetogenica ha continuato a guadagnare popolarità come terapia per l’epilessia, ma è diventata argomento di interesse per la perdita di peso e per il miglioramento delle prestazioni fisiche e mentali in ambito sportivo. Sono, inoltre, emerse applicazioni nel controllo del diabete di tipo 2, la gestione delle malattie cardiache e il supporto nella terapia oncologica.

2 Cos’è la chetosi e come funziona?

La chetosi è uno stato metabolico del corpo che si verifica quando la quantità di chetoni nel sangue aumenta al di sopra dei livelli normali.
I chetoni sono molecole prodotte nel fegato durante la scomposizione dei grassi, quando il corpo ha bisogno di energia e non dispone di una quantità di zuccheri sotto forma di glucosio provenienti dai carboidrati.

In circostanze normali, con un apporto nutritivo bilanciato, il corpo utilizza principalmente il glucosio come fonte di energia. Tuttavia, quando l’apporto di carboidrati è molto basso, come nella dieta chetogenica o in situazioni in cui il corpo non può utilizzare il glucosio in modo adeguato (come nell’epilessia), inizia a bruciare i grassi per produrre energia. Questo processo di scomposizione dei grassi produce chetoni come sottoprodotto, che vengono poi rilasciati nel flusso sanguigno.

I tre principali tipo di chetoni prodotti durante la chetosi sono:

  • acetone
  • acetoacetato
  • beta-idorossibutirrato

Questi chetoni possono essere utilizzati come fonte di energia alternativa, in particolare dal cervello, che li può utilizzare in assenza di sufficiente glucosio.

La chetosi è un processo naturale che si manifesta quando l’apporto di carboidrati non supera i 50 grammi al giorno e può essere osservato in alcune situazioni come digiuno prolungato, esercizio fisico intenso o, appunto, nella dieta chetogenica, che ha lo scopo di indurre la chetosi controllata attraverso una rigorosa restrizione dei carboidrati. In questa situazione si ha un calo nella produzione di insulina e un aumento del glucagone che ha come conseguenza la lipolisi degli accumuli di grasso.

È importante notare che la chetosi è diversa dalla chetoacidosi diabetica, una condizione grave che si verifica nel paziente diabetico quando i livelli di chetoni diventano estremamente elevati insieme a un’alta concentrazione di zuccheri nel sangue. La chetoacidosi diabetica richiede un trattamento medico immediato ed è una situazione potenzialmente pericolosa per la vita.

La chetosi può dare alcuni sintomi collaterali come:

  • cefalea
  • nausea
  • vertigini
  • insonnia
  • stitichezza

3 Quali sono gli alimenti concessi nella dieta cheto?

Nella dieta chetogenica, l’obiettivo principale è mantenere un basso apporto di carboidrati, un moderato consumo di proteine e di grassi sani.
Di seguito alcuni alimenti concessi nella dieta chetogenica:

  • carni magre come manzo, maiale, agnello, pollame senza pelle, tacchino
  • pesce fresco come salmone, tonno, sgombro e frutti di mare 
  • uova, preferibilmente biologiche da animali allevati a terra
  • formaggi
  • grassi e oli sani come olio extravergine d’oliva, olio di semi di lino, avocado
  • verdure a foglia verde come spinaci, cavolo riccio, lattuga
  • verdure non amidacee come pomodori, cetrioli, zucchine, asparagi, broccoli ecc.
  • noci e semi tipo mandorle, noci pecan, semi di chia, semi di zucca
  • bevande non zuccherate

Possono essere incluse bacche a basso contenuto di carboidrati come i lamponi e i mirtilli, latte vegetale e cioccolato fondente con alta percentuale di cacao.

Gli alimenti da evitare nella dieta chetogenica sono quelli ricchi di carboidrati come pane, pasta riso, cereali, patate, dolci e bevande ricchi di zuccheri.

4 Quali patologie possono beneficiare della dieta chetogenica?

Oltre ai benefici nel trattamento dell’epilessia per cui è stata originariamente sviluppata, negli anni si è scoperto che la dieta chetogenica può essere utile anche per altre patologie o condizioni di salute, sicuramente con risultati che possono variare da individuo a individuo.

Le patologie per le quali la dieta chetogenica può essere considerata come parte del trattamento sono:

  • diabete di tipo 2, infatti, ridurre i carboidrati aiuta a limitare il picco di zuccheri nel sangue dopo i pasti con l’effetto di migliorare il controllo del glucosio nel sangue e la sensibilità all’insulina
  • obesità perché la chetosi può aiutare a ridurre l’appetito e a favorire la combustione dei grassi in eccesso
  • sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) ed endometriosi perché il controllo dell’insulina aiuta a bilanciare gli ormoni
  • malattie neurologiche come Alzheimer, Parkinson e sclerosi multipla
  • dislipidemia come ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia
  • sindrome metabolica
  • fertilità 

5 La dieta chetogenica per dimagrire

Quando la dieta chetogenica ha come scopo il dimagrimento si parla di VLCKD (Very Low Carb Ketogenic Diet), un protocollo alimentare in cui si abbassa l’apporto calorico per favorire la combustione dei grassi senza intaccare la massa magra dei muscoli.

In questo caso si tratta di una dieta che non supera le 1000 kcal al giorno con un apporto nella norma di proteine, ma molto basso in zuccheri e grassi.

Data la particolare composizione dei pasti che deve favorire e protrarre per un tempo adeguato la chetosi, è molto utile ricorrere a dei pasti sostitutivi già pronti, un modo semplice e veloce che assicura il corretto apporto nutrizionale senza perdere micronutrienti.

Infatti, per non interrompere il processo di chetosi è importante non introdurre carboidrati che si possono nascondere in molti alimenti.

Con i pasti sostitutivi non si corre questo rischio, è più facile e comodo seguire il piano alimentare in modo efficace, così da ottenere risultati soddisfacenti già dalle prime settimane.